Due "para,, scompaiono in mare durante una manovra sui canotti
Due "para,, scompaiono in mare durante una manovra sui canotti La disgrazia nel Tirreno presso Bocca di Serchio Due "para,, scompaiono in mare durante una manovra sui canotti Hanno 21 anni ed abitano a Padova e Milano - Considerati dispersi - La sciagura causata da un'improvvisa raffica di scirocco - Vane le ricerche con elicotteri, motovedette e sommozzatori (Dal nostro corrispondente) Pisa, 13 febbraio. Due paracadutisti della brigata « Folgore » di Livorno, appartenenti al battaglione Sabotatori, sono scomparsi in mare al termine di una operazione anfibia al largo d: Bocca di Serchio. Si tratta di Adriano Turrina, nato ventun anni fa a Valeggio sul Mincio e abitante a Milano in via Bonvesin de la Riva 2, e di Alberto Pistore, pure di 21 anni, abitante a Paone di Padova, in via Riva dell'Olmo 190, entrambi caporali. L'esercitazione era cominciata alle 19 di venerdì dalla foce dell'Arno, ove la brigata paracadutisti ha una base tattica. Due gruppi di sabotatori hanno percorso il breve tratto di mare che separa la foce dell'Arno da quella del Serchio a bordo di due gommoni; poi è cominciata la missione vera e propria. I « para » hanno preso posto in canoe di tela ed hanno risalito il corso del Serchio per alcuni chilometri; sono sbarcati a terra, hanno effettuato l'attacco simulato (in genere si tratta di conquistare o distruggere avamposti, catturare o liberare prigionieri) e sono tornati indietro. Ciascuno dei due gommoni trainava a rimorchio cinque canoe, su ognuna delle quali c'erano due uomini, un vogatore e un timoniere. Superata la foce, le leggere imbarcazioni sono state investite da una improvvisa raffica di scirocco, che ha sollevato alte ondate. Mentre un gommone e il suo rimorchio riuscivano a prender terra, si spezzava il cavo di traino dell'altro, e il motore si spegneva. Le cinque canoe si sono rovesciate e tutti quanti gli occupanti sono finiti in acqua. Il Turrina e il Pistore sono arrivati a nuoto a poche decine di metri dalla battigia e stavano quasi per superare lo scalino di sabbia, come avevano già fatto i loro compagni, quando il riflusso di una ondata li ha riportati al largo. Il capitano Costanzo Peter (36 anni, torinese, abitante a Livorno) e il sergente maggiore Carlo Peviani (27 anni, abitante a Casalpusterlengo ) si sono gettati di nuovo in acqua nel disperato tentativo di salvarli, ma il buio e le condizioni del mare hanno reso inutili i loro tentativi. Entrambi, semiassiderati e in stato di choc, sono stati poi ricoverati all'ospedale di Pisa con prognosi di dieci giorni. Le ricerche dei due capo-rali sono proseguite ad opera dei compagni e poi coordina- te da carabinieri, vigili del fuoco, Marina militare e Ca pitaneria di porto di Viareggio. L'allarme era stato dato da un guardacaccia della tenuta « Salviati », accorso al falò acceso sulla spiaggia dai paracadutisti, che tentavano di asciugarsi e contemporaneamente di segnalare ai compagni la loro posizione. All'alba sono giunte due motovedette, elicotteri, un ricognitore e sommozzatori; le ricerche sono proseguite per tutta la giornata fino all'imbrunire. Riprenderanno domani. Ma ormai non vi sono più speranze di ritrovare in vita i due giovani. Adriano Turrina quando è partito per fare il militare frequentava l'ultimo anno delle scuole magistrali. Prima di essere chiamato per il servizio di leva viveva con la madre, Edda, di 55 anni, custode della canonica di S. Maria del Suffragio, in via Bonvesin de la Riva, e col padre Abele, di 60 anni, che lavora come cuoco alla men- sa delle Acli. Due sorelle, Pierina, di 30 anni, e Rosanna di 25, sono sposate. Il ragazzo è stato a casa una settimana fa. Ha trascorso con i genitori alcuni giorni, usufruendo di un permesso in occasione della promozione a « caporal maggiore ». La notizia della disgrazia è stata comunicata stamane ai familiari che sono subito par- titi per la Toscana, g. n iiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
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