Malato tenta di uccidersi in Cardiochirurgia perché lo sciopero fa rimandare l'intervento
Malato tenta di uccidersi in Cardiochirurgia perché lo sciopero fa rimandare l'intervento Malato tenta di uccidersi in Cardiochirurgia perché lo sciopero fa rimandare l'intervento E' uno dei settanta che aspettano di essere operati - Il prof. Morino informa il prefetto che precetta altri sei chirurghi - Comandati anche quattro medici per le cliniche medica e otorino Ricoverato nel Centro ili cardiochirurgia, in attesa da molte settimane d'essere operato, un uomo ha tentato d'uccidersi con u«" scheggia di vetro quando ha saputo che lo sciopero del medici avrebbe portato a un rinvio dell'Intervento. Soccorso dagli Infermieri, è stato salvato. L'episodio rientra nella pesante situazione venutasi a creare al Centro da quando, una settimana la, aluti e assistenti si astengono dal lavoro. L'agitazione ha in pratica bloccato gli Interventi chirurgici. Tra gli oltre 70 ricoverati, venti hanno assoluto bisogno d'essere operati al più presto. Il prof. Morino, direttore della clinica chirurgica, ha illustrato in una lettera al Pretelto caso per caso 1 pericoli che corrono questi malati, chiedendo la precettazione di un gruppo di chirurghi per consentire la ripre sa dell'attività d'emergenza in sala operatoria. Fra i venti maiati di cui si parla nella lettera vi sono quello che ha tentato di uccidersi e cinque bambini affetti da cardiopatie congenite in stadi particolarmente gravi. Per lo più si tratta di persone arrivate da altre regioni d'Italia, in compagnia di familiari a prez zu di molti ^acritici. Il prefetto dott. Salerno, esaminata la situazione, ha aderito alla richiesta de! prof. Morino, e ha precettato sei medici: Marsaglla, Polettl, Sassi, Tempia, Lo Bue e Santarelli. 1 parenti del ricoverati in cardiochirurgia non sonu comunque tranquillizzati. Domani una loro delegazione si recherà dal Prefetto per esporgli disagi e preoccupazioni: « Non Insogna dimenticare — dicono — che sono malati di cuore e che la prima misura, nei loro conironlt, dovrebbe esser quella di farli vivere senza turbamenti u. I degenti di cardiochirurgia hanno inviato ieri un telegramma al presidente Saragat: «A'ni. ricoverali da mesi nel Centro di Cardiochirurgia di Torino, palesiamo viva costernazione nel constatare che I ! I le autorità competenti non com - /nono alcun passo per appianare i la situazione dello sciopero dei ; clinici. Appellandoci alta sua comprensione auspichiamo un suo | energico intervento per ottenere j ai pili presto la ripresa dell'ut ttvtlà operatoria, al fine di non | aggravare ulteriormente la nostra | situazione ». Il prot. Morino giustifica que sto stalo d'animo e condivide i 1 'imon dei ricoverali e dei lorr j familiari. Ieri, poco prima che p ngesse dalla Prefettura la notizia della precettazione dei sei medici, ci ha dichiarato: — C'è gente che lui fatto WU chilometri per venire a farsi operare a Torino: il nostro impegno deve essere quello di non dimetterli finché non avranno subtto l'intervento e superata la fase postoperatoria. Se dimettessimo quelli che aspettano da settimane o mesi correremmo il rischio, in motti casi, di diminuire le loro possibilità di sopravvivenza. E' indispensabile la precettazione di cinque o sei medici per costiI tuire ('équipe chirurgica e di al ! trettanti per la delicata fase che segue l'intervento. Le persone che con più urgenza I debbono essere operate soffrono di gravi cardiopatie, con pericolo - dì un improvviso arresto del cuo i re Morino afferma: ; - Non (j , hM mala | j fi in pericolo, ce ne sono cinquecento e più che aspettano di en trare nel nostro Centro. In Italia gli istituti di alta chirurgia convenzionati con la mutua sono soltanto tre, e questo spiega la grande affluenza. Inoltre molti degli interventi che si fanno a Torino, non sono usuali, altrove. L'osi suono ussediati dalle richieste. Prima dell'ottobre '68, al Centro Blalock si facevano quattro operazioni in circolazione extracorporea al mese. Da quando ho assunto la direzione della Clinica il ritmo degli interventi di questo tipo, nonostante difficoltà d'ogni genere, è di uno al giorno. Mu non sono ottimista per l'avvenire. La situazione è troppo intricata perché sì possa lavorare in un clima di distensione. * Altri quattro sanitari sono stati precettati ieri dal prefetto: Bosio per la clinica medica (è radiologo; la sua presenza, sollecitata dal prof. Mlnetto. rende possibile l'uso di mezzi più efficaci di diagnosi e de', betatrone); Buongiovanni, Cortesina e Orecchia per la clinica otoiatrica.
Persone citate: Blalock, Buongiovanni, Cortesina, Lo Bue, Morino, Orecchia, Santarelli, Saragat, Tempia
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