La vedova dell'ucciso in ospedale non ha riconosciuto i 4 "killers,,

La vedova dell'ucciso in ospedale non ha riconosciuto i 4 "killers,, L'albergatore assassinato dalla mafia a Palermo La vedova dell'ucciso in ospedale non ha riconosciuto i 4 "killers,, Il drammatico confronto «all'americana» si è svolto nel carcere dell'Ucciardone dove i presunti assassini sono rinchiusi - Emigrato per paura in Germania il fratello della vittima {Dal nostro corrispondente) Palermo, 11 febbraio. Si torna a parlare a Palermo dell'atroce delitto compiuto all'Ospedale civile alla mezzanotte del 27 ottobre scorso, quando quattro killers della mafia assassinarono l'albergatore Candido Ciuni, di 44 anni, originario di Ravanusa, piccolo centro agricolo della provincia di Agrigento. L'uomo fu ucciso a rivoltellate e raffiche di mitra dai banditi che irruppero nel reparto chirurgia dell'ospedale travestiti da medici e con le bocche coperte dalle bende di garza usate in sala operatoria. La vedova del Ciuni, Antonina Orlando, non ha riconosciuto nessuno dei quattro presunti responsabili. La donna è stata accompagnata nel carcere dell'Ucciardone dove i quattro sono rinchiusi, accusati del delitto, e dove si è svolto un drammatico confronto « all'americana ». I quattro sono Pasquale e Raffaele Bove, padre e figlio (il primo sarebbe il mandante del crimine), Gioacchino Marrone e Pietro Ciotta. Neanche una suora, madre Maria Vittorini, è riuscita a identificarli. La religiosa ha dichiarato di avere veduto due uomini in atteggiamento sospetto aggirarsi fra le corsie del reparto chirurgia tre ore prima l'ora del delitto. La suora, che stava assistendo alcuni ricoverati, ha detto che i due, cercato invano il Ciuni, s'informarono e appresero che egli si trovava nella cameretta a pensione dove verso mezzanotte bussarono i killers travestiti da medici. Il Ciuni, si ricorderà, era stato ricoverato in ospedale e sottoposto a tu. disperato intervento chirurgico per un attentato subito otto giorni prima d'essere ucciso. Due persone l'avevano atteso nell'atrio buio del suo albergo, l'hotel « Sicilia », in via Maqueda a Palermo, e armati di coltello l'avevano aggredito, ferendolo gravemente. L'albergatore era sopravvissuto per miracolo, un po' per la sua robusta tempra fisica, un po' per l'abilità dei medici che lo curarono. La mano della mafia però lo raggiunse di nuovo e stavolta senza fallire. Si è appreso, intanto, che il fratello del Ciuni, Mario, si è trasferito in Germania dopo avere venduto l'albergo che aveva a Palermo, l'hotel « Massimo », una pensione di terza categoria dove solevano alloggiare parecchi agrigenti¬ nlqccnsPC4 ni. Lo stesso avveniva nell'albergo del fratello, anche questo piuttosto modesto, ma che tuttavia faceva affari perché aveva una clientela più numerosa. Il pubblico ministero ora si è appellato contro la sentenza emessa del pretore di Palermo con la quale Mario Ciuni era stato condannato a 4 mesi (pena sospesa) per porto e detenzione abusiva d'arma da fuoco. Anche il difensore si è appellato. Il Ciuni, dopo l'uccisione del fratello, sconvolto dalla paura di seguire la stessa sorte, si fece arrestare dopo avere chiesto un colloquio al questore di Palermo. Quando si presentò nell'ufficio dell'alto funzionario, il Ciuni teneva alla cintola una rivoltella e dichiarò di non avere il porto d'armi. Fu /quindi arrestato e trasferito all'Ucciardo- ne. Tuttavia, dopo il processo celebrato « per direttissima » in pretura, venne scarcerato. Tornato libero, il Ciuni si chiuse nel suo albergo, terrorizzato di essere raggiunto anch'egli dalla mafia. a. r.