I detenuti non si presenteranno ai processi se non si avrà prima la riforma dei codici

I detenuti non si presenteranno ai processi se non si avrà prima la riforma dei codici lllimillllllllllll llllll MIT 111111M1111M 1MI [ 111M ( M1M M111111 ] M1M M M111111M11111111111111111 ! 1111 [ M11 [ I i 1111111 II I i 111111111111111111111 r 1111111111 [ 1111MI r 11111111La commissione interna delle Nuove annuncia I detenuti non si presenteranno ai processi se non si avrà prima la riforma dei codici II singolare documento inviato alla magistratura e ai giornali: « Non ammettiamo che si applichi ancora la legge di un regime liberticida » - Ma la maggioranza dei carcerati sconfessa la commissione interna - La tesi poteva valere per i reati politici non per quelli comuni C'c fermento alle « Nuove » e si temono agitazioni. Ma i motivi sono diversi da quelli che hanno causato la rivolta dt-1 Hi grmialo scorso. Allora 150 detenuti del sesto braccio si erano rifiutati di entrare in cella dopo l'e aria n. chie- j dendo un miglioramento del tenore di vita, la sollecita riforma I dei codici e una commissione in- ! terna. Gli altri carcerati in segno | di solidarietà si erano messi a rumoreggiare, poi avevano sventrato i pagliericci e sfasciato i letti e le suppellettili delle celle. La calma e a tornata in seguito all'intervento dei magistrati, del direttore del carcere e all'ingres- !I| ; j | j I ! | ! so nelle « Nuove » di un migliato I tra carabinieri e poliziotti. C'è stato poi l'invio di un ispet| tore ministeriale che ha fatto alcune concessioni, tra cui l'istitu; zione di una commissione interj na. Questa è stata eletta alcuni giorni fa e ne fanno parte dodici | detenuti in rappresentanza dei sei bracci. 1) loro operato non ha soddisfatto i 790 carcerati, per questo c'è tensione. All'inizio della settimana i membri della commissione si sono riuniti (erano assenti le guardie carcerarie) e hanno inviato un documento all'autorità giudiziaria e ai giornali In esso si afferma che tutti i detenuti delle « Nuove » non si presenteranno ai processi sin quando non sarà attuata la riforma del codice Rocco. « Not vogliamo essere giudicati ed eventualmente condannati — si dice — secondo le leggi di un paese democratico e civile e r.on in base ad un codice fascista che rispecchia costumi cancellati da oltre 25 anni ». Dopo un invito a tutti i carcerati italiani per- che seguano questo esempio il ! documento conclude: « Chiediamo a magistrati, avvocati e eli! tadint democratici di impedire I che si continui ad applicare una i legge voluta da Mussolini in di' lesa del suo regime liberticida il. La minaccia di disertare le aule t giudiziarie è stata giudicata con j favore dalle Acli, dai Giuristi de! mocratici, dall'Unione Culturale ! e da! Club Turati, 1 quali hanno I aflermato in un manifesto che le i richieste dei detenuti « stabilisco¬ no un collegamento con la bat niiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiillii i i i a r e e » i t e e n I taglia generale contro il fascismo ii. Ma i 790 carcerati delle « Nuove ii affermano che non condividono la decisione della comI missione interna perché la giudiI cano un'iniziativa drastica che | non risolve i loro problemi. « Anzi — aggiungono — finisce con \ il danneggiarci perché se non ci presentiamo al processo siamo di| chiarati contumaci ». E' necessario fare alcune osservazioni sul documento. La ri! forma organica dei codici ed in j particolare di quello di procedura penale è necessaria; gli or1 gani legislativi, attraverso le com| missioni, la stanno elaborando da tempo e l'« iter » è vicino alI la conclusione. Ma è inesatto affermare che il codice Rocco è stato applicato sempre integralmente. Riforme parziali ce ne sono state ed hanno inciso in modo e i rilevante sul suo spirito. Si pena j si all'allargamento dei poteri o della difesa durante l'istruttoria - J e di recente anche durante gli atti di polizia giudiziaria. Sono l e a il. e n e o e ¬ ii stati cambiamenti di sostanza e non di forma. Sostenere poi che il codice Rocco si presenta esclusivamente come difesa di un regime ((liberticida», è eccessivo. Questa tesi è valida certo per i delitti politici, non per i reati comuni, come rapine, furti, sfruttamento della prostituzione. E' indubbio però che la struttura autoritaria I di un regime come quello fascista poteva influire complessivai mente sul suo ordinamento (ac; cade oggi sotto altri aspetti anI che nell'Unione Sovietica). Ma in Italia il governo fascista è scomparso da tempo e la democrazia ! ! ha saputo modificare i suoi rego- I j lamenti. ! Incitare infine a non applicare i la legge — come conclude il doI cumento presentato dalla com] missione interna delle « Nuove » j I — è il modo peggiore per risol- i I vere 11 problema. Conduce all'in- terferenza nei poteri dello Stato j i e al disordine. Solo il Parla- j , mento o la Corte Costituzionale I i possono decidere quando una leg- j ! ge non dev'essere più applicata. -f j | I

Persone citate: Mussolini

Luoghi citati: Italia, Unione Sovietica