Israele tratterà la riapertura del Canale ma non è disposta a ritirare le sue truppe di Franco Martini

Israele tratterà la riapertura del Canale ma non è disposta a ritirare le sue truppe La risposta di Golda Meir alle offerte dell'Egitto Israele tratterà la riapertura del Canale ma non è disposta a ritirare le sue truppe Due condizioni per il negoziato: 1) «rapporti normali» tra i due Paesi (in pratica, Tel Aviv chiede il riconoscimento diplomatico) ; 2) garanzie che le navi israeliane potranno passare per Suez (Dal nostro corrispondente) Gerusalemme, 9 febbraio. Il primo ministro israeliano, signora Golda Meir, ha tenuto oggi al « Knesset » ( Parlamento ) l'atteso discorso, nel quale si è occupata delle ultime proposte del presidente egiziano Anwar El Sadat. In sostanza, la signora Meir ha respinto il suggerimento del presidente della Rau mirante ad un ritiro parziale delle truppe israeliane dalla riva orientale del Canale, come preludio alla riapertura di Suez alla navigazione; ma si è offerta di trattare separatamente perché la via d'acqua sia restituita alla sua funzione. Secondo la signora Meir, l'iniziativa di El Sadat mira unicamente ad attribuire al- l'Egitto un vantaggio strate gico senza consentire alcun reale progresso verso la pace; d'altra parte, un contributo di Israele alla riapertura del Canale (contributo che Israele è pronto a fornire) è indipendente dal ritiro delle forze israeliane, ritiro sollecitato dallo statista arabo. La proposta di El Sadat — ha continuato la signora Meir — lascia più cose inespresse di quante ne esprima e non fornisce alcuna garanzia del fatto che essa condurrà alla firma d'un trattato di pace e alla fine della guerra nel Medio Oriente. Golda Meir ha risposto atono, come d'altronde era previsto. Per riaprire il Canale, occorre innanzi tutto che le navi battenti bandiera israe- liana possano servirsene; poi, che l'Egitto acconsenta a sta- bilire con Tel Aviv rapporti normali, che implicano il riconoscimento e quindi una vera pace. Golda Meir ha anche ricordato che subito dopo la guera del giugno 1967, Israele aveva offerto all'Egitto di iaprire Suez alla navigazione, nel quadro di un regolamento di pace. Ma, anche in mancanza d'un regolamento globale, ha detto, Israele era ed è sempre disposto a prendere in considerazione un accordo particolare, che permetta la ripresa della navigazione nel Canale, ma non potrà ritirare le sue truppe finché l'Egitto non acconsen¬ a a fare la pace e a riconoscere ad Israele il suo diritto ad una esistenza normale. Lo scopo che la signora Meir persegue con il suo discorso di oggi è ovvio. Ha risposto alle offerte egiziane jor^ un'altra proposta e aspet ta ora che il presidente Sadat si pronunci a sua volta. Come osserva un giornale sraeliano, Israele e l'Egitto hanno iniziato ora con discorsi pubblici un dialogo del tutto diverso da quello più discreto che l'ambasciatore Jarring si augurava di condurre. Secondo informazioni giunte dal Cairo, Sadat risponderebbe domani o dopodomani alla signora Meir. Franco Martini