II Cremlino si fida o no del Cancelliere Brandt ? di Tito Sansa

II Cremlino si fida o no del Cancelliere Brandt ? Doccia scozzese sul governo di Bonn II Cremlino si fida o no del Cancelliere Brandt ? Dopo le accuse attribuite all'ambasciata russa negli Usa (poi smentite), un diplomatico sovietico dichiara che la de tedesca, « dal nostro punto di vista », potrebbe essere meglio dei socialisti (Dal nostro corrispondente) Bonn, 9 febbraio. La doccia scozzese, alla quale Mosca ha sottoposto Bonn, continua. Ieri, nello stesso momento in cui l'ambasciata sovietica della Germania Federale smentiva (per incarico del proprio Governo) le informazioni americane, secondo cui il Cremlino sarebbe deluso della « Ostpolitik » del cancelliere Brandt e non avrebbe più interesse alla ratifica del trattato tedesco-sovietico, il secondo segretario dell'ambasciata dell"Urss a Stoccolma, Alexandr Lopatin, convocava il corrispondente del quotidiano amburghese Die Welt e gli ripeteva quanto aveva detto giorni fa un suo collega a Washington, e cioè che Mosca non ha più fiducia in Willy Brandt. Il diplomatico russo in I Svezia ha addirittura aggiunto che « l'attuale coalizione e a l i di governo socialdemocraticoliberale a Bonn potrebbe essere, dal punto di vista di Mosca, più pericolosa di tutti i governi democristumi che si sono avuti finora, soprattutto a causa del suo atteggiamento di tendenza liberale ». Lopatin, che ha definito « provocatoria » la presenza politica di Bonn a Berlino, ha agitato lo spauracchio delle relazioni economico-commerciali tra Unione Sovietica e Giappone, dicendo tuttavia di avere fiducia in una soluzione del problema di Berlino e confermando che Mosca ha interesse alla ratifica del trattato con la Germania Federale. Qual è la vera situazione? Che cosa c'è di vero e di falso nelle dichiarazioni uffi ciali, e ufficiose, dei diplo matici sovietici? La risposta a questo interrogativo si legge nei giornali: è la guerra dei nervi. Il direttore della Welt scrive: « Il gioco allo scompiglio diplomatico ha raggiunto il punto culminan te ». L'editorialista del quo tidiano economico Handels blatt commenta: « La guerra dei nervi sta degenerando in guerriglia ». Quello del Koel ner Stadt Anzeiger ritiene che « la tattica del bastone e della carota adottata dai dirigenti del Cremlino denuncia opinioni diverse o addirittura contrastanti tra di essi », e che « il congresso del Pcus a fine marzo sta già gettando le sue ombre ». Questa è anche l'opinione espressa all'agenzia « Dpa » da « circoli governativi di Bonn », non meglio precisati. Questi « circoli governativi » ritengono che la bordata di interviste e di smentite « denuncia l'insicurezza sovietica sul modo di procedere » e la « poca chiarezza dei governanti sovietici sugli obiettivi politici da raggiungere ». « Evidentemente — è detto in un'informazione dell'agenzia tedesca a Mosca — è stata sottovalutata la fermezza del Governo federale e delle potenze occidentali sul prò blema di Berlino e sul fatto che il regolamento di esso è condizione per la ratifica del trattato di Mosca ». Messi in difficoltà (« con le spalle al muro » scrive un giornale) dalla offensiva propagandistica dei diplomatici sovietici, gli ambienti governativi di Bonn sono passati alla controffensiva con la medesima tattica, affermando che la confusione non è in Occidente, e che ti tentativi dtnvrvmBs, r e . di disturbo, da qualsiasi parte provengano, non muteranno l'atteggiamento del Governo federale e non influiranno sullo sviluppo degli avvenimenti ». Confusione, semmai, c'è a Mosca, si dice a Bonn. Come se fosse un assioma. Tito Sansa

Persone citate: Alexandr Lopatin, Brandt, Lopatin, Willy Brandt