Diecimila sud-vietnamiti entrati nel Laos Primi scontri, abbattuti sei elicotteri Usa di Ennio Caretto

Diecimila sud-vietnamiti entrati nel Laos Primi scontri, abbattuti sei elicotteri Usa Cominciata l'offensiva contro i "santuari,, comunisti Diecimila sud-vietnamiti entrati nel Laos Primi scontri, abbattuti sei elicotteri Usa Altri 10 mila si preparano a varcare il confine, protetti da 9 mila soldati americani - Washington dichiara : 1) l'offensiva (appoggiata dall'aviazione Usa) sarà limitata «nel tempo e nello spazio»; 2) «i nostri uomini non parteciperanno alle operazioni di terra» - Appello di Nixon per una conferenza sull'Indocina (Dal nostro corrispondente) New York. 8 febbraio. L'offensiva contro i « santuari » vietcong e la pista di Ho Chi Minh nel Laos, annunciata la settimana scorsa, è incominciata all'alba di stamane. Essa è stata accompagnata da un appetto americano per una conferenza internazionale per la pace in Indocina. Washington inoltre presenterà un rapporto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo le ultime notizie, truppe sudvietnamite, si calcola circa 10 mila uomini, si sono addentrate in territorio laotiano per 16 chilometri, stabilendo una base sulla carrozzabile 9. Il loro obiettivo iinmediàto è il villaggio di Sepone, 30 chilometri circa a occidente, un centro di smistamento di armi e viveri per i guerriglieri comunisti in tutta l'Indocina. L'aviazione e l'artiglieria Usa appoggiano con intensi bombardamenti e cannoneggiamenti l'avanzata degli alleati, ma nessun soldato americano partecipa all'operazione di terra. Gli scontri tra sudvietnamiti e vietcong sembrano fino ad ora sporadici. Sei elicotteri statunitensi sono stati tuttavia abbattuti, gli equipaggi sono riusciti a mettersi in salvo. Nella provincia di Quan-Gri. nel Vietnam del Sud, altri 10 mila uomini del governo di Saigon si preparano a varcare il confine. I 9 mila soldati americani accampati intorno alla base di Khe Sahn lì proteggeranno alle spalle. La notizia dell'inizio dell'offensiva è stata data dal presidente del Sud Vietnam, Thieu. « Ho ordinato alle nostre forze armate — ha detto in un messaggio alla nazione — di attaccare le basi comuniste nordvietnamite in territorio laotiano... e di distruggere la loro rete di rifornimenti e infiltrazione ». Thieu ha aggiunto che l'offensiva sarà « limitata nel tempo e nello spazio », e che « nell'assoluto rispetto della indipendenza, della neutralità e della sovranità laotiane », le forze sudvietnamite si ritireranno appena possibile. Il capo del governo laotiano, il principe Souvanna Phouma, ha deprecato l'intervento di Saigon, sottolineando però che « la responsabilità della crisi è del Nord Vietnam, il quale ha violato le leggi internazionali e l'accordo di Ginevra del '62, e continua a violare l'integrità territoriale del Laos ». Souvanna Phouma ha invitato « tutte le truppe straniere ad andarsene immediatamente » nello spìrito della Carta del l'Onu. La posizione americana è stata precisata in un docu mento del Dipartimento di Stato. « La nostra decisione di appoggiare l'offensiva » esso afferma « si basa sui seguenti punti. 1) Nessuna nostra forza di terra entrerà nel Laos. 2) L'offensiva sarà limitata per quanto riguarda sia la sua durata sia la sua area. 3) Contribuirà alla sicurezza degli americani nel Sud Vietnam. 4) Agevolerà il processo di vietnamizzazione e di ritiro delle nostre truppe. 5) L'operazione risponde a necessità di autodifesa pienamente compatibili col diritto internazionale. 6) Essa non estenderà il conflitto, l'area coinvolta è stata teatro di battaglie dal '65. 7) Gli Stati Uniti hanno sempre cercato e continueranno a cercare una soluzione negoziata del conflitto indocinese. 8) Una conferenza per l'Indocina, come proposto dal presidente Nixon, sarebbe utile a tale scopo ». Nove mesi dopo l'invasione del Cambogia, un terzo Paese viene così trascinato nella crisi. E' veramente l'ultima operazione militare prima del riassestamento, si chiede con ansia Newsweek, o è il principio di un'altra escalation? Le prospettive non sono molto buone. In territorio cambogiano infuriano i combattimenti tra soldati sudvietnamiti, spintisi verso il Nord, e guerriglieri comunisti impegnati a tener aperta la pista di Ho Chi Minh e a riattivare « santuari » già abbandonati. Nel Laos, altri guerriglieri hanno attaccato le forze governative presso la Piana delle Giare. L'offensiva è inoltre destinata a incontrare la strenua resistenza del Vietcong. Complessivamente, i comunisti dovrebbero avere 35 mila uomini nella zona del Laos dove l'azione è in corso. La valle di A Shau, il centro strategico più importante per Hanoi, è ben difesa, forse an¬ che da rampe missilistiche. Con i bombardamenti (l'obiettivo spesso è stato di 100 camion al giorno) l'aviazione Usa non è riuscita a bloccare la pista di Ho Chi Minh. E' possibile, si chiedono i giornali di New York, che vi riescano le truppe del Sud Vietnam? Questi interrogativi (e altri più gravi: come si comporteranno la Cina e l'Urss?) non hanno turbato Washington, che pare avere fiducia nel successo della operazione. Commentandola ai giornalisti, il portavoce della Casa Bianca Ronald Ziegler ha dichiarato oggi che il « via » fu dato il mese passato. «Nessuno in seguito ha avuto esitazioni » ha aggiunto. « L'offensiva è incominciata non appena i preparativi sono stati completati ». La decisione sarebbe stata presa concordemente da Thieu e Nixon. La notizia dell'offensiva ha provocato reazioni negative nel Congresso e nell'opinione pubblica. Il senatore demo¬ cratico Muskie, probabile rivale di Nixon alle elezioni presidenziali del '72, aveva già manifestato ieri la sua opposizione. Il capo gruppo democratico al Senato. Mansfield, ha oggi sostenuto che « nonostante le buone intenzioni di Nixon, gli Stati Uniti potrebbero essere coinvolti in una guerra indocinese ». Dimostrazioni di protesta si sono svolte all'Università di Sanford, in California, e a Washington. Negativo è stato anche il commento del segretario delle Nazioni Unite Thant: «Questo è un altro deplorevole episodio delle barbare guerre in Indocina » ha detto in un breve comunicato. « Il problema del Laos deve essere risolto dai laotiani, da soli... Questo potrebbe essere il colpo finale all'accordo di Ginevra del '62 ». Thant ha concluso le sue dichiarazioni con un attacco ai vietcong per la loro penetrazione in territorio straniero. , Ennio Caretto iiiiiniiriijirMiiii iiiiiiiiirrii riiiiiiiriiii