Mezzo "Requiem,, di Dvorak nel concerto all'Auditorium
Mezzo "Requiem,, di Dvorak nel concerto all'Auditorium Mezzo "Requiem,, di Dvorak nel concerto all'Auditorium 1 Gli orchestrali della Rai hanno aderito, allo sciopero indetto dalle Confederazioni per i tragici fatti di Catanzaro, e il Requiem di Dvorak in programma l'altra sera all'Auditorium ne è risultato dimezzato, sospeso alla fine della prima parte. Non pensiamo che molti se ne siano rattristati, tanto l'opera è parsa scolastica, pedante e greve; un po' di atteì sa fiduciosa all'apertura della prima pagina, quando il coro intona Requiem dopo una sommessa introduzione dell'orchestra; un'altra dose di fiducia allo scoccare del Dies trae, con coro, organo e orchestra in scalpitante agitazione; ma, dopo breve tempo, immancabile delusione, tanta è la sproporzione Ira la massa impiegata (che doveva piacere al pubblico del festival di Birmingham, per il quale il lavoro fu scritto nel 1891) e la qualità delle idee tematiche, tanti sono i riem¬ pitivi, le simmetrie e le parti costruite a freddo. Qualcosa della voce del musicista si ritrova nel sensibile uso dei legni e in specie nel cupo timbro del clarinetto basso; nel coro, pochi sviluppi sono tratti da ottimi ma troppo rari spunti di « quasi parlato », ad esempio- in Quid sum miser. Talvolta si pensa con rammarico che Dvorak non abbia potuto darci un piccolo, intimo Requiem, magari per coro da camera e quartetto. Il direttore ungherese Istvan Kertesz ha tenuto bene in pugno la composizione, sostenuto da un sicuro istinto musicale; bene equilibrate le voci del quartetto di solisti, composto da Radmila Bakocevic, Julia Hamari, Robert Ilosfalvy e Peter Meven, tutti egualmente bravi, e ottima la preparazione del coro curata da Ruggero Maghini." g- P-
Persone citate: Dvorak, Julia Hamari, Kertesz, Peter Meven, Robert Ilosfalvy, Ruggero Maghini
Luoghi citati: Birmingham, Catanzaro
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