Precettati 84 medici

Precettati 84 medici Viste le condizioni di pericolo e di necessità Precettati 84 medici L'eccezionale provvedimento del prefetto per l'astensione da ogni attività assistenziale nelle cliniche - L'ordine riguarda dodici istituti universitari (con le unità coronariche e il rene artificiale) e due Centri chirurgici - Tra i precettati parecchi medici che «non esistono»: i non strutturati - Probabile un'ordinanza supplementare perché i «comandati» sono pochi L'astensione ad oltranza da ogni forma di assistenza, proclamata dal personale medico delle cliniche universitarie, incomincerà domani. Ma nessun malato resterà senza cure: il prefetto dottor Salerno, valendosi dei poteri eccezionali che la legge gli conferisce, ha precettato 84 medici di 12 istituti e di due Centri chirurgici dove non esiste personale ospedaliero. Accanto ai precettati saranno presenti i direttori a cui la legge fa carico della responsabilità dei ricoverati. In totale gli infermi ospiti delle cliniche avranno a disposizione 96 sanitari. Così, con un provvedimento che non pare abbia precedenti, il prefetto di Torino ha garantito la salute pubblica. Appena la notizia è stata diffusa decine di telefonate a La Stampa hanno segnalato consenso e soddisfazione dei malati e dei loro congiunti: « Sapevamo che non saremmo stati abbandonati; i medici stessi dell'Università ce lo avevano detto. Ma attendevamo con impazienza quest'ordine che ci solleva dall'angoscia ». Analogo stato d'animo è stato espresso da parecchi assistenti universitari consci della grave responsabilità assunta con la decisione dello « sciopero globale ». L'ordinanza del prefetto Salerno si richiama alla realtà della situazione. Il medico provinciale, il commissario e il direttore sanitario del San Giovanni hanno prospettato « l'assoluta necessità che venga assicurato il funzionamento delle cliniche, al fine di garantire che le condizioni di salute dei ricoverati non abbiano ad aggravarsi e per i casi di particolare necessità di interventi indifferibili e urgenti ». Il rettore ha scritto: « La presenza del personale sanitario si rende assolutamente indispensabile al funzionamento degli istituti universitari ai quali è devoluta anche l'assistenza ospedaliera, come da convenzione stipulata tra l'Università ed il San Giovanni nel 1050 ». Ci sono inoltre reparti, rileva l'ordinanza, ii dove sono ricoverati malati che necessitano di cure e assistenza improrogabili » e che non si possono trasportare altrove. « Attesa l'attualità del pericolo occorre provvedere d'urgenza a tutelare, con la necessaria salvaguardia della sanità dei cittadini, la sicurezza e l'ordine pubblico, gravemente minacciati e turbati, anche in conseguenza del vivissimo allarme propagatosi tra i ricoverati, i loro congiunti e la popolazione e dei propositi di violenta reazione già preannunctati, come riferisce il rapporto del questore ». Esistono quindi tutte le condizioni e le premesse per ritenere « l'urgenza e la pubblica necessità di adottare misure idonee alle suesposte condizioni anormali e di pericolo ». Mezzo indispensabile un provvedimento «che ingiunga al numero necessario dì sanitari di continuare a praticare l'assistenza medico-sanitaria indifferibile ». Dice il precetto: ii Ritenuta la urgenza e la grave necessità pubblica, a norma dell'art. 2 del Testo Unico leggi di Pubblica sicurezza, il prefetto ordina: Il personale sanitario delle cliniche e istituti indicalo nell'unito elenco è tenuto ad effettuare, e quindi ad assicurare — secondo ì termini della convenzione Universìtà-S Giovanni — l'assistenza medico-sanitaria per tutto il periodo di astensione della categoria dall'attività assistenziale ». Clinica medica. Per il rene artificiale (Centro di emodialisi): Vercellone, Piccoli, Linari, Ragni, Alloatti, Segoloni, Giachino, Stratta, Mangiarotti, Dogliani. Per l'unità coronarica: Brusca, Rosettani. Mangani, Trincherò, Davinl, Mangiardi, Di Leo, Politi, Lavezzaro. Commodo, Indemburgo. Per 1 160 letti di corsia e pensionanti: Minetto e De La Pierre. Totale 23, di cui 15 non strutturati. Patologia medica. Per l'unità coronarica e la divisione di cardiologia (5 letti più 25): Campus, Kuppelli, Uslenghi; per 70 letti di corsia: De Martinis, Chiesa, Bianco Totale 6, dì cui 3 non strutturati. Clinica chirurgica, 200 letti: Olivero, Anselmetti, Galli, Vezzosi, Pegoraro, Delle Piane, Ballario. Centro di cardiochirurgia: Ma lara, Catania, Possati, Bricco. Anestesiologia e rianimazione, 3U letti: Trompeo, Pattono, Bava, Piazza, Fagiano, Delfino, Musto; Franco, Martini. Centro toraco-polmonare 116 letti: Masentl, Trotti, Maggi, Boario Patologia chirurgica, 60 letti: I Massaioli, Gaetini, Rolfo, Gaspar- | ri, Pomi, Umidon. Istituto di anatomia chirurgica. 1 43 letti: Ferrara e Dei Poli. Clinica odontoiatrica, 25 letti e ambulatori di specialità: Re, Chantel, Marini. Cllnica neurologica, 137 letti: Schiller, Baggio, Brignolio, Postir, Mombelli, Liboni, Fasano, Urcioli, Baggiore. Clinica psichiatrica, 29 letti: Ravizza e Fagiani. Istituto radiologico universitario, 60 letti, servizi di medicina nucleare, radioterapia: Sannazzari, Picottl, Cornino, Fava. Istituto di semeiotica medica, 40 letti: Gaidano, Molino, Boccuzzi. Istituto di chirurgia plastica, .'il: lem: Fontana, Pascuzzi. Non è per ora prevista la precettazione di medici nelle cliniche: ostetrica, patologia ostetrica, oculistica, pediatrica e nelle altre dove esistono, accanto agli universitari, ì medici ospedalieri che non sono in agitazione. Basteranno i precettati? E' molto dubbio. Nelle cliniche, malgrado io sfollamento dei giorni scorsi, risultano occupati il 50-60 per cento dei letti. 11 medico provinciale ha dato disposizione a tutti gli ospedali di tenersi pronti per 1 ricoveri che vi verranno da fittati. Ma a cominciare dalle Molinette, la recettività è molto limitata. « 1 casi d'urgen¬ zaGiesmcaradinodeurdirebitodenesoreil naniprzididiEdodimcizinu17trbizaii za — dice il commissario del San Giovanni — qualora non possano essere accolti nell'ospedale o per mancanza di posto o per mancanza dello specifico servizio, saranno inviati neile cliniche ». Non si vede come gli 84 medici tenuti alla presenza potranno far fronte oltre alle esigenze dei ricoverati anche alle nuove urgenze. « Nell'unità coronarica di patologia medica — dice il responsabile prof. Campus — abbiamo i cinque letti con monitoraggio continuo già occupati, e dei 25 letti della cardiologia ce ne sono soltanto 5 vuoti. In 3 soli medici dovremmo provvedere a tutto. Ne è indispensabile il doppio solo per l'unità coronarica n. Difficile la situazione per Clinica medica, dove non è stato precettato nessuno per 11 servizio di ematologia e due soli medici dovranno badare a 160 letti di cui oltre la metà occupati. E' presumibile che oggi stesso o domani il direttore di questo e di altri istituti si rivolgano al medico provinciale perché solleciti dalla Prefettura una precettazione supplementare. La scelta dei precettati è avvenuta, sulla base di un elenco di 170 nomi fornito dai clinici, dietro suggerimento dei responsabili del San Giovanni. L'ordinanza si richiama alla convenzione Università-ospedali. Dicono gli esponenti del Comitato di agitazione: «La presenza dei non strutturati nell'elenco unito all'ordinanza è una riprova della loro indispensabilità. I "non strutturati" sono privi di qualsiasi rapporto d'impiego e con l'Università e con l'ospedale, non sono pagati, "non esistono". Ma al momento dell'emergenza si scopre che non se ne può fare a meno. E dove? Proprio nei servizi di alta specializzazione, come il "rene" e le unità coronariche. I fatti parlano senza bisogno di commenti ». Dicono anche: « A quelli di noi che sono in ruolo l'Untversità riconosce solo doveri di ricerca e di didattica; la realtà e la precettazione dimostrano che queste due nostre funzioni sono inscindibilmente legate all'assistenza. Per questo ci battiamo: perché ci dicano una buona volta chi siamo e quali sono l nostri compiti. E di conseguenza perché, una volta chiarita la situazione, il lavoro dell'assistenza ci venga riconosciuto e pagato al giusto, cioè come ai colleghi ospedalieri ». Su questo punto la polemica tra universitari e ospedalieri è vivace. Ne abbiamo ampiamente parlato nel giorni scorsi. La Cimo (prof. Cravero) e l'Anaao (prof. Lavarino e Carta) sostengono che con le loro richieste i colleghi delie cliniche provocherebbero una grave inflazione di spese in un momento economicamente difficile per lo Stato. Il S. Giovanni ha calcolato che per pagare tutto il personale delle cllniche ci vorrebbe un miliardo l'anno. Gli universitari (tra gli altri i professori De Martinis e Pescetti) ribattono: « Non vogliamo una lira più di voi. L'ente ospedaliero, che dimostra di non poter fare a meno delle nostre prestazioni, versi all'amministrazione universitaria la somma corrispondente al costo globale dei medici necessari per l'assistenza, secondo l'organico tipo previsto dalla legge. Tale somma servirà a un'integrazione, per i medici che si occupano di assistenza, non superiore a quella necessa¬ ria per equiparare la differenza di trattamento economico del medici ospedalieri di pari funzioni e anzianità. Il resto servirà a compensare tutti gli altri universitari che lavorano nelle cllniche; non strutturati compresi ». E se non si dovesse giungere a un'equa soluzione, perché non ricorrere all'istituzione di un policlinico? Magari ospitato nel grattacielo del Centro traumatologico? Sarebbe un modo per uscire da un'altra impasse: la proposta ospedaliera di riconoscere « gradualmente » i diversi centri specializzati delle cliniche universitarie. Che invece sono una realtà concreta a cui il San Giovanni deve il riconoscimento di Ente ospedaliero regionale.

Luoghi citati: Catania, Salerno, Torino