II memoriale fu rubato all'ex autista del duce

II memoriale fu rubato all'ex autista del duce I rapporti tra Mussolini e l'ex regina II memoriale fu rubato all'ex autista del duce La Procura della Repubblica di Ivrea ha chiesto il rinvio a giudizio di un giornalista e del direttore del settimanale che pubblicò il diario (Dal nostro corrispondente; Ivrea, 5 febbraio. Il memoriale presentato in esclusiva da un settimanale milanese a firma di Ercole Boratto, l'ottantunenne ex autista del duce, nel quale erano contenute affermazioni scandalistiche sui rapporti tra Mussolini e l'ex regina Maria José, sarebbe autentico, ma sarebbe stato sottratto con un inganno al suo autore e pubblicato contro la sua volontà. 1 Questa la conclusione cui è pervenuto in questi giorni il procuratore della Repubblica di Ivrea dott. Ubaldo Fazio, che, trasmettendo gli atti della vicenda giudiziaria legata alla pubblicazione del diario al giudice istruttore per l'indagine formale, ha chiesto il rinvio a giudizio del giornalista Luigi Romersa per furto e quello dello stesso Romersa e di Antonio Terzi, direttore del rotocalco, incriminati di rivelazione mediante pubblicazione di documenti segreti. Il magistrato ha inoltre proposto di sottoporre il Boratto a perizia psichiatrica. All'esito di questo esame sarebbero poi legate altre eventuali accuse ai due giornalisti. La vicenda, quanto mai controversa, prese il via dopo la pubblicazione della prima delle cinque puntate del memoriale (quello in cui s'accennava ai rapporti tra Mussolini e Maria José). L'ex regina, tramite i suoi legali, querelò il Boratto e il settimanale chiedendo un risarcimento di danni morali di mezzo miliardo da evolversi a istituti di beneficenza. L'ex autista (che vive ora a Piverone, nei pressi di Ivrea, con una modesta pensione) provvide a smentire l'autenticità del documento, telegrafando immediatamente a Maria José. Il memoriale tuttavia continuò a essere pubblicato e allora il Boratto, con la tutela dell'avv. Campanile, presentò a sua volta querela nei confronti del Romersa e del Terzi, sostenendo di essere stato raggirato da loro. Secondo il racconto del Boratto, il 3 novembre scorso il Romersa, che egli aveva conosciuto nel passato, lo avvicinò a Piverone per intervistarlo sulla sua trascorsa attività automobilistica (il collaboratore di Mussolini in gioventù prese parte, vincendole, a diverse gare). In cambio delle sue memorie il giornalista gli lasciò un assegno di mezzo milione di lire (che egli però non incassò mai), facendogli firmare una ricevuta con la quale autorizzava la pubblicazione del memoriale. L'ex autista sostenne che in quell'occasione gli vennero sottratti i quaderni sui quali egli aveva raccolto le proprie impressioni sugli anni vissuti accanto al duce. « Io non ho mai consegnato quei documenti, che tra l'altro sono stati alterati e manomessi proprio là dove si parla dei rapporti tra Mussolini e la regina » dichiarò davanti al magistrato l'ex autista. Per risalire alla verità il procuratore ordinò il sequestro dei manoscritti in possesso del settimanale, dai quali tuttavia risulterebbe che, almeno su questo punto, il rotocalco ha ragione. In definitiva il p.m. nelle sue conclusioni ha dimostrato di credere all'esposizione dei fatti presentata dal Boratto, tolto che per l'accusa di falso per la quale l'anziano canavesano sarebbe smentito dai suoi stessi documenti. Quali saranno le conclusioni di questa vicenda è difficile dire. Le dichiarazioni delle due parti sono in netta contrapposizione e quasi certamente l'istruttoria formale si trascinerà per diverso tempo. r. a. breve scadenza della fabbrica se non si fosse trovato un acquirente, ha avuto un inatteso ripensamento, e, dopo un incontro con gli amministratori comunali e un altro con i rappresentanti sindacali, ha convenuto di concedere 24 ore effettive di lavoro.

Luoghi citati: Ivrea, Piverone