Moravia comico di Lorenzo Mondo

Moravia comico Il nuovo romanzo "Io e lui,, Moravia comico Alberto Moravia: « Io e lui », Ed. Bompiani, pag. 390, lire 3000. Ad onta delle intenzioni variamente espresse dall'autore, nell'ultimo romanzo di Alberto Moravia, lo c lui, gli umori seminali non riescono davvero a sublimarsi in umori comici; e non perché il riso si congeli, o diventi tagliente ed aspro, sotto l'urgenza del tragico. Più semplicemente, ogni volta che batte su quel tasto, la pagina diventa greve, s'affolla di particolari ed episodi ripetitivi, sembra stridere d'inadeguatezza, E allora, dimenticando la vocazione autentica di Moravia, le sue atmosfere monocromc e stagnanti, vien da rimpiangere j agRtcoctlarbmsmaèspml'effusa e colorita comicità dell'antica novella italiana, la sua schietta sensualità. Trascurando Freud, che qui imperversa, mi diverte pensare alla Comedia de l'homo e de soi cinque sentimenti di Gian Giorgio Alliorie: l'apologo, cioè, in cui la parte vilissima del corpo umano rivendica la dignità e l'essenzialità delle proprie funzioni. Ma conviene parlare dell'apologo moraviano che, protetto dal titolo allusivo e intimistico, parrebbe lontanissimo dn certe argomentazioni. Un intellettuale di sinistra, che lavora nel cinema e parla nel romanzo in prima persona, è gratificato e afflitto da un sesso .smisurato: per lui. ogni incontro è pretesto d'avventura; non c'è occhio indiscreto o scenario austero a trattenerlo, possiede infatti un'alta considerazione di se stesso ed è preso da una furia di proselitismo. Ho detto « lui », che il sesso di Rico, il protagonista, giunge ad oggettivarsi come « persona », ad instaurare con quello che definirei l'ospite, un dibattito ostinato e petulante. « Loico » abilissimo, è sempre pronto a giustificare con i sofismi o l'antropologia le scalmane del sangue, che Rico invece tende a contrastare. Vuol liberarsi di quell'essere ingombrante che s'introduce con la voce in falsetto anche nei suoi sogni ad occhi aperti, che gli impedisce di dedicarsi ad un lavoro serio e, al limite, di « obiettare al mondo ». Desidera, in altre parole, sublimarsi. Freud l'ha spiegato: « La pulsione sessuale è detta sublime nella misura in cui essa è deviata verso una nuova meta e tende verso oggetti socialmente valorizzati ». « Io » intende sublimarsi con l'attività artistica, in un lavoro che impegni anche la sua coscienza civile. Sta occupandosi, come sceneggiatore, di un film sulla contestazione giovanile, spera addirittura nella sua prima regia. Per non cedere alla dissipazione, vive solo, diviso dalla moglie, l'istintiva e torpida creatura che ha strappato ad una casa squillo. * * Ma non è soltanto « lui » a insorgere, a divagarlo in deliranti (e francamente fastidiosi) accessi d'erotomania. Anche il mondo « sublimato » gli si rivolta: primo Maurizio, il giovane quasi asessuato che capeggia un gruppuscolo di sinistra, ma è legato per censo ai finanziatori del film. Maurizio gli rimprovera in modo sferzante i suoi residui borghesi, gl'impone una taglia di cinque milioni a favore della rivoluzione, lo costringe ad una penosa autocritica davanti ai compagni. Ma il capitolo si risolve poi in mmceuna sarcastica parabola sulla contestazione, sull'automatismo ottuso in cui possono essere imprigionati il tumulto e. la rabbia: alla riunione, gli interventi vengono scanditi e regolati dalle luci di un semaforo, tutto finisce quando l'apparecchio s'incanta sul giallo che significa « applausi ». Sarà anche il produttore Protti a umiliare Rico; affidandosi a un sicuro istinto commerciale, lo spingerà a modificare il suo soggetto in scn-o più apertamente « gauchiste ». il' ine-vitabile, dunque, che - io» siasconfitto: lo proclamano a ehia-te lettere i titoli dei vari capi-ioli del rommzo (desublimato . ' ...r ,- espropriato, mistiucaio, trusirato. analizzato, ecc.) che risultano le sfaccettature di un'imica storia, tutte le dimostrazioni possibili di uno slesso teorema. Per non perdere la regiaRico tenta di sedurre la mogliefatiscente di Proni (sono pagine di orrore mortuario, dove affiorano, come in tutto lo scorciò sul mondo del cinema, latipica crudeltà di Moravia e lescabre risorse del suo siile)in un impeto di rancore e rivolta vuol incendiare la villadel produttore, ma fallisce in, modo grottesco. I. antieroe torna a casa, dalla moglie Fausta. Ma per laprima volta riesce ad osserva all'Es. il riconoscimento del li¬ re con distacco, con occhi smagati, il conflitto che lo lacera. Riconosce di avere forse un temperamento eccessivo, ma che il sesso diventa tanto più ossessionante quanto più si cerca di sopprimerlo e che. d'altra parte, il totale silenzio dell'Eros conduce all'impotenza e alla morte. « Dunque continuerò ad essere il poveraccio desublimato che spera nella sublimazione c. confortato da questa speranza, non cessa un momento di lottare contro di te, anche se poi, il più delle volte, è costretto a cederti ». * * La lezione freudiana è stata svolta, pedantescamente, con ampiezza di corollari, tuttavia la morale risulta incerta. La resa mite, si colorano di pessimismo, ma sembrano anche promettere una vaga serenità. Non a caso la storia si conclude con il ritorno a Fausta, così umile e sottomessa, incapace di rea- gire, se non con la pietà, ai capricci e alle velleità del marito. E' una reincarnazione, discreta quanto si vuole, del potente personaggio della Romana; certo Fausta è convinta come lei che « coloro che accettano la propria vita che è anzitutto nullità, oscurità e debolezza, sono così spesso gai e spensierati ». Del resto, la sublimazione di cui ci vengono forniti gli esempi nel libro, gli « oggetti socialmente valorizzati » tui tende il protagonista, appaiono in larga misura compromessi e condizionati dal denaro. Non vi sfuggono nemmeno i giovani contestatori, aridi e indifferenziati automi, sensibili solo alla scarica del pulsante, non a chi lo preme. Si gira in tondo, senza veri sbocchi. Sesso e denaro, alienazione privata e alienazione sociale continuano ad essere per Moravia le costanti di un nvondo- irredimibile. Lorenzo Mondo Alberto Moravia e William Morris, nelle caricature di Levine (Copyright New York Revue ot Books and Opera Mundi)

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