La riforma delle spie di Carlo Cavicchioli

La riforma delle spie ANALISI La riforma delle spie (Parigi affida i servizi segreti ai civili, sottraendoli ai militari) Parigi. 4 febbraio. Più o meno in segreto, la Francia sta rinnovando radicalmente i suoi servizi di spionaggio. Il mutamento si presta a qualche considerazione: in senso ristretto e locale, vi si può vedere un segno del clima diverso che spira all'Eliseo dacché Georges Pompidou è succeduto al generale De Gaulle. In senso lato esso riflette la evoluzione e l'ampliamento che il concetto stesso di spionaggio ha subito, non solo in Francia, negli ultimi decenni. Dopo il clamoroso scandalo parigino del rapimento — con la complicità malaccorta e grossolana dei servizi segreti — e dell'assassinio del leader marocchino Mehdi Ben Barka, nel 1965, il generale De Gaulle aveva passato lo Sdece (« Servizio di documentazione estera e contro spionaggio »: in parole semplici spionaggio) nelle mani dei militari, sotto l'autorità del ministro della Difesa, togliendolo al controllo della Presidenza del Consiglio. I funzionari civili vennero via via estromessi. Era un po' come sottrarre un'inchiesta alla responsabilità del commissario Maigret per affidarla alla più burocratica gendarmeria. Le conseguenze furono preoccupanti: « Giunto all'Eliseo — ha scritto il Figaro — Pompidou non tardò a meravigliarsi dell'insufficienza dell'organizzazione e a convincersi della necessità urgente di sburocratizzare e demilitarizzare almeno una parte delle sue reclute ». Il presidente ha cosi iniziato un processo inverso a quello adottato dal suo predecessore. E per prima cosa ha sostituito il generale Guibaud, capo dello Sdece, con un civile, il conte Alexandre de Marenches. Non si tratta solo di capovolgere la politica successiva al 1965 rimettendo i dossiers nelle mani dell'anziano Maigret: ma di modernizzare l'intero sistema, sbarazzandolo dalla filosofia sorpassata della vecchia guardia, militare o no. I servizi segreti francesi (allo Sdece si affianca completamente la Dst, ovvero « Direzione della sorveglianza territoriale » incaricata del controspionaggio in patria) in verità erano rimasti fermi a concetti assai vetusti, attirandosi critiche sarcastiche: l'ultima la scorsa settimana con una pesante conclone televisiva del capo del controspionaggio, Jean Roche, il quale con una serie di gaffes accusò pure il ministero degli Esteri di essere al servizio del nemico. Le due organizzazioni di sicurezza, come ha rilevato il Nouvel Observateur, hanno una radicata mentalità manichea: e tendono a vedere tutti i buoni da una parte (all'Ovest) e tutti i cattivi o nemici dall'altra (all'Est). «Lo Sdece — afferma la rivista — ha accumulato a dir poco vent'anni di ritardo: continuando immancabilmente ad assegnare ai suoi agenti il compito di localizzare la quinta divisione blindata bulgara o le mosse dello stato maggiore della seconda armata aerea romena ». « Nell'era attuale e in particolare dalla fine dell'ultima guerra — leggiamo ancora sul Figaro — le atti vita dei servizi segreti si so no allargate ai settori poli tici. economici, industriali e scientìfici ». In tal senso anche i Paesi alleati sono un terreno di caccia, perché commercialmente sono degli avversari o « concorrenti i). « Per esempio, si può star certi che l'aereo civile supersonico sovietico Tupolev 144 non sarà mai un ri-, vale per il Concorde. Siccome nessuna compagnia occidentale lo comprerà, il vero rivale, se nascerà, vedrà la luce a Seattle, negli Stati Uniti » (Nouvel Observateur). I militari e i funzionari tradizionali dello Sdece cresciuti nella guerra fredda non hanno la mentii lità abbastanza elastica per atterrare simili sottigliezze e metterle a frutto: per que sto Pompidou, incurante delle manovre della quinta divisione blindata bulgara, ha avviato la riforma. Carlo Cavicchioli

Persone citate: Alexandre De Marenches, De Gaulle, Georges Pompidou, Jean Roche, Mehdi Ben Barka, Nouvel, Nouvel Observateur, Pompidou

Luoghi citati: Francia, Parigi, Seattle, Stati Uniti