I moscoviti fanno la fila per il film da Bulgakov di Paolo Garimberti

I moscoviti fanno la fila per il film da Bulgakov "La fuga,, diretto da Alov e Naumov I moscoviti fanno la fila per il film da Bulgakov La pellicola racconta la disfatta dei « bianchi » durante la guerra civile del '20 - Giudizi positivi, l'ortodossia ideologica c rispettala i I Dal nostro corrispondente) Mosca, 2 febbraio. «Beg» (La fuga), tratto da un racconto di Michail Buigakov, sembra avere risvegliato nei russi la tradizionale passione per il cinema, che, secondo le statistiche, si era un po' attenuata negli ultimi anni. I critici dei giornali ne parlano con un entusiasmo senza riserve, e il pubblico sem bra condividere il loro giudizio: da una settimana, l'immensa ed elegante sala del nuovo « Oktjabr », sulla prospettiva Kalinin, registra il « tutto esaurito » in entrambi gli spettacoli della giornata e la ricerca del biglietto ai mercato nero è intensa ed affannosa. Alle nove del mattino, davanti alle quattro casse del locale c'è già la coda: nei cinema sovietici i posti sono tutti numerati e ciò evita la presenza di spettatori in piedi. Un biglietto di platea per tiBeg» costa un rublo e quaranta (copechi (900 lire), circa il doppio della media. Ma la « Mosfilm » deve recuperare le spese enormi soste nule per realizzare questo lavoro: la scorsa estate, quando le riprese stavano per essere ultimate, Sovetskaja Kultura criticò vivacemente «la follia ti dei produttori, che avevano addirittura ingaggiato un « ammaestratore di tarrakani ». scarafaggi rossi, per una scena che prevede appunto una corsa di questi animaletti (la scena è riuscita un piccolo capolavoro ed è forse uno degli spunti più spassosi del film). L'amministratore del locale ha spiegato, poi, che l'alto costo del biglietto è giustificato col fatto che « Beg » e in realtà un film, doppio. L'idea iniziale era di proiettarlo in due riprese, ma ne è stillo rirlo iviivi'ilmenie la t rinv, i qpeie parziaimenie la trama | qfatto uno spettacolo unico, I tche dura circa tre ore e;cventi minuti. j nIn effetti, il film — che ri- o a k o e della commedia in scena da mesi al teatro « Ermolova » — si divide in due parti distinte. La prima, che si colloca storicamente nei primi mesi del 1920, nelle ultime fasi della guerra civile, e la cronaca della disfatta dei « bianchi », in fuga verso la Crimea sotto l'incalzare della cavalleria « rossa ». Sullo sfondo di spettacolari scene di battaglia, cominciano a delinearsi i personaggi-chiave del film, la cui complessa personalità risalta con maggiore nitidezza nella seconda parte, nella miseria dell'esilio di Istanbul: il professore Golubkov, Serafina, la giovane moglie dell'ex ministro Kozhuchin, il cinico generale Chludov (che ha il volto amletico di un attore semisconosciuto, ma bravissimo, del teatro di Omsk), il generale Cernota, avventuriero-galantuomo ( stupendamente impersonato da Michail Uljanov, grande protagonista del film). « Beg » è nel complesso un film assai ben riuscito, tecnicamente perfetto. Nonostante la sua lunghezza, non annoia mai lo spettatore, alternando al ritmo lento del grande romanzo russo spunti tragicomici. Soprattutto nella seconda parte — la vita stentata, ma ricca di umanità dell'angiporto di Istanbul e ancor più il viaggio a Parigi di Golubkov e Cernota alla ricerca dell'ex ministro Kozhuehin — si ritrova la migliore vena satirica di alcuni racconti di Bulgakov. Il film è assolutamente fedele al testo originale. Soltanto nella prima parte, i registi Alcksandr Alov e Vladimir Naumov si sono permessi alcune interpolazioni con scene tratte da «La guardia bianca ». soprattutto immagini di battaglia, che esaltano la bravura dell'operatore Paatachvili. La fotografia è eccellente: una successione di stupendi affreschi (ad esempio, la suggestione del monastero dove la retroguardia :( bianca » cerl'ìi scampo dalla cavalleria « rossa »i, che ricompongono l'immagine di una Russia ormai perduta, quale si può ri1 trovare oggi soltanto in qualche angolo intoccato dal tempo come l'interno del monastero di Zagorsk. E' la Russia che affascina lo straniero Il limite del film è nella problematica che affronta. Secondo Iti stampa sovietica, il tema di « Beg » è « l'individuo e la Patria ». « la tragedia degli uomini che non sanno capire, ed adattursi allo sviluppo storico della loro Lerru »: un tema certamente gradito al regime, come di mostra il tatto che la critica ortodossa loda il filili più per il suo contenuto storico-poi; lieo che per i suoi valori este Mei, che sono invece preminenti i« "Beg" — ha scritto il critico di "Trud" — è un retro esempio di come il cinema possa talvolta arricchire un'opera letteraria»), .Sotto questo aspetto, «Beg» conferma che il cinema sovietico, come tutte le altre manifestazioni artistiche, risente di quel clima di ii irrigidimento idrologica u che incombe sugli artisti da ormai cinque anni e si è ancora più incupito negli ultimi mesi, che precedono il ventiquattresimo Congresso. Ormai 1 registi hanno abbandonato ogni impulso di uscire, seppure incidentalmente, dallo stretto binario di «ciò che è permesso » dal partito. E questa autocensura è lan lo più evidente in «Beg». il no | cui liliale cade malamente in | un facile e convenzionale sen- , qua cne armo :1 questa otu''e-1 qUaiCr,sa di soggettivamente timentalismo patriottico. Il cinema sovietico, purtroppo, non riesce ad esprimere, da nuovo. ^ i Paolo Garimberti j

Persone citate: Bulgakov, Cernota, Kalinin, Mei, Michail Buigakov, Michail Uljanov, Naumov I, Vladimir Naumov

Luoghi citati: Crimea, Istanbul, Mosca, Parigi, Russia