Sordi pianificatore di Mario Salvatorelli

 Sordi pianificatore Incontro con l'ecuomo d'oro» del nostro cinema Sordi pianificatore L'attore dice di avere programmato il suo successo fin dagli esordi come voce d'Oliver Hardy - Girerà un film a Togliattigrad sull'amore fra un tecnico italiano e una collega sovietica (Dal nostro invi 1 speciale) Roma, 30 gennaio. « Non frequento gli ambienti dove i soldi si considerano gettoni, per questo mi credono avaro », dice Alberto Sordi, mentre tenta di accendersi la sigaretta con uno di quegli accendini da poche lire, che si gettano via quando la carica è finita. I « Mi avevano detto che era I infallibile», commenta delu-\ so. « Infallibile sì, non ine¬ sauribile », interviene il produttore Gianni Hecht, presente alla prima parte del nostro colloquio. Superato il piccolo ostacolo, l'uomo d'oro del cinema italiano prosegue. « Certo, ho molto rispetto per il denaro, perché quel che guadagno è frutto del mio lavoro. Ma è una conseguenza, non lo scopo ». A modo suo, Alberto Sordi è un programmatore. « Per quel che mi riguarda — dice — il successo è arrivato al momento giusto in cui doveva arrivare. Da quando sono nato volevo essere un at- I tore, è stato il programma di tutta la mia vita. Ho imboccato la via del successo doppiando Oliver Hardy, ma ero soltanto una voce. Ho pensato di sfruttarla, prima al teatro, con la rivista "Za Bum", poi alla radio, con i "Compagnucci della parrocchictta" che servirono per far- I mi ""tare dal mondo- del ci I nen}a ». \ Non e un dialogo, è un I monologo. Sordi, il «mostro», come lo chiamano i produttori til suo nome basta film) ormai è lanciato. Con un certo compiacimento riconosce: « Il primo film importante, Lo sceicco bianco, di Fellini, non sfondò. Dovetti ricominciare: la rivista con Wanda Osiris, di nuovo la radio. Ancora Fellini, solo con enorme fatica, con¬ tpcpa i I vinse i produttori a farmi in-1 terpretare una parte ne 11 vitelloni, ma i distributori posero come condizione che il I mio nome non figurasse tra gli interpreti. Poi. il successo, la quotazione, l'indispen- ! sabilità, perché la gente del ! cinema scopre i talenti quando tutto è già scoperto ». Le « confessioni » di Sordi si fanno filosofiche. « Il sue-j cesso si paga anche caro, è i fatto di simpatia e popola- [ rità; se lo si sfrutta, si esaurisce in breve tempo, come è accaduto a molti. Io faccio il mio lavoro e basta, con discrezione e umiltà. Per fare l'attore ho rinunciato a tutto, anche ad avere una famiglia, a sposarmi », e ci guarda con i suoi occhi azzurri, un po' umidi. « Se volessi speculare sulla mia popolarità, se lavorassi solo per lucro — prosegue — accetterei le offerte pazzesche che ricevo per fare della pubblicità. Non lo faccio perché voglio durare, fino a quando mi accorgerò di non avere più niente da dire. Allora mi ritirerò, mi interesserò agli astri che sorgono, ridiventerò pubblico e non sarò più protagonista ». Cita alcuni film: Contestazione generale e II medico della mutua («che, dice, è stato proiettato tre volte in Parlamento e mi hanno detto che è stato molto utile per avviare la riforma della sanità » ). Sordi pensa ai personaggi che deve interpretare, li elabora, li studia dal vero, crea l'ambiente che li circonda. « E mi impegno sempre, perché — afferma con energia — lo spettacolo è di lusso, se la gente spende tutti quei soldi (pensi al padre di famiglia che deve andare al cinema con moglie e due figli), affronta un sacrificio che va rispettato. L'attore deve sentire la sua responsabilità, e non deluderla ». Si parla delle difficoltà che i produttori incontrano per gli alti costi degli attori. « Sono tutte cose che si dicono — risponde Sordi | ì I ì ì ! | I!;|. ma quando si fa il budget di un film, prima di tutto ceil desiderio di realizzare un il « • • • progetto che piace, poi si pensa al guadagno. Io non faccio mai richieste eccessive, piuttosto, se mi rendo conto che il costo del film è alto, uso responsabilizzar- mi, vado a percentuale, un tanto al produttore, un tan- o a me. Spesso, bisogna saper seminare oggi per racogliere domani ». Attualmente, che cosa sta eminando? « Ho tre film in programma, uno in Italia, uno in Australia, il terzo in Russia. Il primo sarà intitoato più o meno Le carceri, uno di quegli argomenti che purtroppo, contrariamente ale mie abitudini, non si può girare dal vero: al massimo un portone, la facciata, e basta. Nel secondo avrò a fìanco Claudia Cardinale: raccon- ili che deve difendere le linee dalle volpi volanti austraiane. Penso che si potrà intitolare proprio La volpe voante. Poi farò un film a Togliattigrad ». L'annuncio ci giunge nuovo e chiediamo particolari. « L'idea mi è venuta — dice Sor- di — al momento della firma dell'accordo tra la Fiat e l'Urss. Sono andato a Mo- ; sca l'anno scorso per il Festival del cinema e ho scritto un soggetto che poi ho elaborato con Zavattini e con l regista Kalatozov. E' una storia d'amore tra un tecni- ;S co italiano e un tecnico so- |2 vietico, naturalmente una ra-lj gazza. Il film si sviluppa in ;jj un viaggio di collaudo di una ■ automobile lungo tutte le jE strade dell'Unione Sovietica.'S Ho già ottenuto le neces- \Z sarie autorizzazioni. Lo sa 5 che in Russia stanno seri-jg vendo un libro su di me? Non | ■ sono comunista, gliel'ho det to subito, ma mi amano per che vedono che nei miei film c'è imparzialità, carica umana. E tutta la simpatia va a chi sta male ». E Sordi, già immedesimato nel suo nuovo personaggio conclude: « Se chi sta bene desse un poco, solo un pochetto agli altri, tutto sarebbe risolto ». Mario Salvatorelli l iS

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