Un momento delicato per le fabbriche americane e inglesi Detroit: la prima novità del 1971

Un momento delicato per le fabbriche americane e inglesi Detroit: la prima novità del 1971 Un momento delicato per le fabbriche americane e inglesi Detroit: la prima novità del 1971 Un'altra Chrysler sportiva Negl i Negl i S.U. il 1970 è stato difficile quest'anno andrà molto meglio,, Le angustie della Lotus La produzione (per le sole vetture) si è fermata a fi milioni 600 mila unità, poco più della metà di quella europea. Comprendendo i veicoli industriali, il consuntivo è passato da 10.205.000 a 8 milioni 280.000. Le vendite — sempre per le vetture — hanno raggiunto « solo » 7 milioni e 100 mila unità — una caduta del 15,9 per cento. (Nella cifra sono inclusi gli ultimi modelli di stock del '69). A causa di uno sciopero di 67 giorni, la General Motors, una delle industrie «trainanti « degli Stati Uniti, ha perso 82 miliardi di lire (i suoi profitti per tutto l'anno sono stati decurtati del 64 per cento). Era da! '62, un periodo di recessione, che il bilancio non si chiudeva così in passivo. E tutto ciò mentre le Case automobilistiche europee invadevano allegramente il mercato, aumentando del 10 per cento le loro vendite. Le prime settimane di gennaio non paiono più brillanti. La Ford ha dovuto limitare la produzione in tre stabilimenti, la Chrysler in uno. Il pericolo di scioperi « selvaggi » non è ancora scomparso. I rivenditori hanno scoperto che i loro migliori clienti tendono al risparmio: invece di cambiare la macchina ogni due anni, la fanno rivedere e se la tengono. La congiuntura non facilita la ripresa: tra inflazione e recessione, opulenza e anarchia, nessuno prende iniziative. Eppure l'atmosfera, che fino a novembre era incerta e tesa, sta cambiando. A Detroit si incomincia a scoprire un poco di ottimismo. I presidenti della General Motors, Roche, della Ford, Henry Ford II, della Chrysler, Towsend, e dell'American Motors, Chapin, hanno dichiarato unanimemente che « le prosvettive per il '71 sono ottime ». -.Roche prevede una produzione di 8 milioni 800 mila vetture e una vendita di 9 milioni e mezzo — il primato del '68. Towsend anticipa « una domanda sempre crescente ». Henry Ford II confida in «un adeguato aumento dei profitti ». Towsend, in particolare, conta molto sulla nuova politica economica espansionistica del presidente Nixon. « Essa favorisce gli investimenti. ha dichiarato, e quindi il rinnovamento degli impianti, l'incremento della produttività e il contenimento dei costì. Se si pensa — ha continuato — che nel '70 l'americano medio ha risparmialo il 7 per cento del suo reddito, anche questo un record, si capisce facilmente che quest'anno e pronto a grossi acquisti ». E con uno slancio d'entusiasmo ha concluso: « Col ritorno della fiducia nel consumatore, cesserà Vincertessa, riprenderà una serrata attività, e noi potremo vivere il più bell'anno nella storia della nostra industria. Basta un poco di fortuna ». Naturalmente, ha precisato, questa non è una profezia. d(Dal nostro corrispondentel 'lNew York, 29 gennaio Per l'industria automobili- | sstica americana, il 1970 è sta- nto un anno da dimenticare.! Le statistiche sembrano un 'lungo «Cahier des doléances». ! eubcrtptd5ancss Lo afferma il presidente della General Motors - Rispetto al '69 la produzione è scesa da 10.205.000 unità a 8.2S0.000 - Tuttavia, nel mese di gennaio non si sono avuti sintomi di ripresa - Si confida « nel ritorno della fiducia nei consumatori » Le «sub compaets» Quali sono allora i piani delle società automobilistiche? Motivi di concorrenza impongono il massimo riserbo. Ma alcune direttive emergono lo stesso. Sulle strade americane, circolano oggi quasi 100 milioni di vetture, rispetto a vent'anni fa l'aumento è stato del 100 per cento. Qualche città sta per soffocare. Ma, come ha affermato Henry Ford II, « l'auto mobile come mezzo di trasporto di massa è insostituibile ». Anche nelle attuali con dizioni, c'è margine per un'e spansione del 50 per cento. Occorrerà creare dei sistemi di controllo elettronico sulle strade, diversificare le ore d'inizio e di fine del lavoro studiare l'ubicazione dei ne gozi. Ma non si arriverà al disastro. Chapin ritiene che una soluzione stia nei modelli cosiddetti «sub compaets», cioè all'europea: macchine di mo deste dimensioni, rispetto ai colossi americani. Il loro lancio è avvenuto nel '70, nel '71 dovrebbero « sfondare ». « Un'automobile su cinque venduta quest'anno sarà di tale tipo — sostiene il presidente della American Motors. — Ciò dovrebbe porre anche un limite all'ascesa delle im portazioni, che ha raggiunto vette inconcepibili» (1 milio ne 250 mila vetture l'anno passato). Chapin sta concentrando la sua produzione sui « sub compaets » con lo slogan « battete il traffico e gli ingorghi ». Egli si rivolge a un pubblico soprattutto femminile, quello che finora s'è delle vetture europee o dalla I mdepresa - Si confida « nelasciato sedurre dall'eleganza I h semplicità di quelle giappo- J m nesl- I s Sui Sll0> obiettivi di qua-I lla General Motors è più ; R evasiva. Ma ha accennato a i lun « urto iniziale » formidabile, per rivitalizzare il mercato, e impedire alle concorrenti di strapparle quella parte compromessa dallo sciopero dei 67 giorni. Nel primo I trimestre del '71 la sua produzione crescerà perciò del 50 per cento circa rispetto all'analogo periodo del '70. In nome della ripresa e dell'economia, la General Motors sta facendo una certa resistenza al governo. Di recente MILIONI DI UNITA' 1946 1950 I modificare i paraurti nella j difficoltà. Le altre, a parte gli i imaten, in uno studio sulla divi I mddella «macchina sicura» per ! affermato che toccherebbe al- dil '75 comporterebbe spese j l'Europa produrre macchine, desorbitanti: « Abbiamo biso- le l'America dovrebbe decli- Cgno — ha dichiarato — di carsi agli aeroplani. Ma De- dsviluppare tecnologie meno troit non è d'accordo. « Se cel ritorno della fiducia nei consumatori » ha dichiarato di non potere 11'American Motors versa in maniera richiesta dal mini- ! scossoni dell'anno appena su stero dei Trasporti entro il | perato, hanno basi molto so limite fissato dell'agosto '71. | lido. Il premio Nobel Tinber Roche ha avvertito inoltre l'amministrazione che il varo | sione ottimale del lavoro; ha della «macchina sicura» il '75 comporterebbe sesorbitanti: « Abbiamo bgno — ha dichiarato —sviluppare tecnologie min //e/ì/J/j />iir/tno/ta unaa europeaIl '71, in ogni caso, dovbe vedere l'America risdere alla sfida europea« european challenge ». DCase automobilistiche, costose e più avanzate ». I buona parie dell'industria au- lomobilistica europea — di- | pin //e/ì/J/j />iir/tno/>\\ ce — non fosse protetta dalle ta unaa europea» i alte tasse ai cir'cokrdone sul. Il '71, in ogni caso, dovreb- I le cilindrate superiori, dal be vedere l'America rispon- I costo della benzina, e così dere alla sfida europea, la via, non dormirebbe certo « european challenge ». Delle I sonni tranquilli ». Case automobilistiche, solo | Ennio Caretto 1955 1965 1960 1970 ANNI La Casa britannica, famosa per le sue vetture sportive, ha registrato nel '70 preoccupanti risultati economici - Ricerca di finanziamenti INostro servizio particolare) I lLondra, 29 gennaio. La Lotus continua ad essere ■ s in difficoltà. Da quando, due \ imesi fa, il Group Lotus ha cannunciato un calo di oltre otrecentomiln sterline — 450 s milioni di lire — nei profitti : cdei primi sei mesi finanziari b dell'anno scorso, voci secon- t do cui la Casa di Colin e Chapman starebbe per chiù- dere i battenti, e smettere così anche l'attività sportiva, nsono circolate con insistenza nella City londinese. dLe cause principali dei prò- eblemi della Lotus, stando alla ; dopinione del « patron » Colin j Chapman, sono soprattutto ! tre. La prima affonderebbe le : sue radici nella crisi attuale i dell'intera industria automo- ! bilistica britannica, afflitta da numerose rivendicazioni sala- j riali e dissanguanti scioperi a catena. La seconda sarebbe costituita dalle enormi spese 1 sostenute l'anno scorso peri una vasta campagna pubbli- j citaria. La terza causa, infine, : dovrebbe venir ricercata — i sempre secondo le giustifica-1 zioni di Chapman — nell'economia del paese, convalescente dopo la svalutazione della sterlina e ancora sottoposto ad una dura austerity, restrizioni di credito comprese, Colin Chapman, 42 anni, ex I corridore e ben noto per sonaggio dell'automobilismo mondiale (a vincere il campionato piloti della scorsa stagione è stata, come è noto, la Lotus 72 dell'austriaco Jochen Rindt, tragicamente scomparso a Monza), ha escluso una crisi meramente economica. « La nostra situazione finanziaria — egli ha detto di recente — non è delle più floride, ma è ben lontana dall'essere disperala». La chiusura della Lotus sembra dunque, al momento, improbabili-. Chapman sta cercando in questi giorni di ottenere un prestito di 350.000 sterline, 525 milioni di lire, contro ipoteca sul nuovo sta- bilimento costruito ad He thel, nei pressi dell'altro già esistente, Nella situazione attuale, co munque, il futuro della Lotus non sembra molto prometten- te. La Casa di Hethel ha pro dotto l'anno scorso un totale eli 3500 vetture da turismo e da competizione, contro, 3910 del 1969. Il numero delle Lo tus da turismo immatricola te in Gran Bretagna nei pri mi undici mesi del 1970 è in vece salito, passando a 1631 unità dalle 1291 immatrico late nel medesimo periodo di due anni fa. Ma il leggero au mento nelle immatricolazioni nel Regno Unito ha -portato alla Lotus ben pochi benefìci, j soprattutto perché le espor: tazioni (che costituiscono il i "0" " della produzione ) sono 1 calate Nell'industria automobilisti- ca britannica la Lotus ha con- quistato, negli ultimi anni, una posizione di prestigio. Una dozzina di anni fa essa era del tutto sconosciuta, qua- I si inesistente. La stessa prò- duzione è salita a vista d'occhio passando dalle 1195 unità nel 1964 alle 3048 di tre anni fa. Negli stabilimenti di Hethel lavorano poco più di settecento persone (cinquanta operai sono stati licenziati lo scorso luglio). Al successo ottenuto negli ultimi sei anni è seguita la crisi, fin troppo grave, del 1970. calate Nellca briquistauna pUna dera de si ineduzionchio ptà neanni fHethesettecta opti lo Al ultimcrisi, 1970. Mimmo Zaccheo Detroit. Questo nuovo coupé spChrysler. Battezzato « Diamante lenger (motore 8 V di 6974 emmetri 2,79): la proli lai a carro ortivo e in preparazione presso la divisione Dodge della », la sua meccanica si basa su quella del modello Chale, 450 Cv, eambio meccanico a quattro marce, passo zzeria è eostruita dalla Synthetex Inc. di Dearborn