Anche il neonato nella sala operatoria di Angelo Viziano

Anche il neonato nella sala operatoria I più recenti indirizzi per la terapia dell'età infantile Anche il neonato nella sala operatoria \ La « British Association of | Paediatric Surgeons » ha de- I ciso di tenere il XVIII Con- | gresso internazionale di chi- | rurgia pediatrica a Genova I nel prossimo maggio. L'avve-nimento è importante per la I messa a punto di diversi prò- ' blemi di uno dei rami più j giovani e più delicati della ; chinirgia. Delicato non sol; tanto relativamente a diffi; colta normalmente intrinse; che. nell'adulto stesso, agli j organi che debbono essere I aggrediti e riparati dal bisturi; non solamente in rapporì to alle particolari tecniche ed al fine strumentario da impiegarsi nel trattamento di esseri piccini e sovente tanto piccini: ma soprattutto delicata tale specializzazione per il fatto che interviene su apparati ed organi che non hanno ancora acquisita una certa stabilizzazione, quindi tuttora nel corso di una evoluzione che non deve essere turbata: mentre, infine le resistenze generali dell'organismo del piccolo pazipntp sono ancora problematiche e debbono essere valutate, senza ombra di dubbi, preventivamente nonché controllate e sostenute efficacemente nel I corso stesso dell'intervento operatorio ed assistite succes ! sivamente. j V'ha di più. Sovente i pic j coli soggetti che reclamano 1 l'opera di forbici e bisturi si I trovano in condizioni gene ! rali al di sotto di quelle già j delicate ma tuttavia norma- li degli altri bimbi della medesima età. Ci riferiamo in modo speciale ai nati « prematuri » — meglio detti « immaturi » — non di rado i più bisognosi di interventi d'urgenza. I prematuri Mettiamo un nato immaturo con « atresia » dell'esofago. Che significa atresia? Lo dice anche un dizionario comune: « Occlusione di un orifizio o di un canale naturale ». Nel caso nostro ci troviamo di fronte ad un neonato che inutilmente . popperebbe, in quanto quel canale che dalla bocca conduce il cibo allo stomaco gli è congenitamente chiuso (per imperforazione) lungo un certo tratto; sicché il latte, per vietato transito, ristagnerebbe a monte o più verisimilmente sarebbe rigurgitato, col rischio che in tale frangente qualche sua por- ziuncola imbocchi la via dei bronchi suscitando complicazioni broncopolmonari, a parte, s'intende, il dramma della inanizione. Di lì la necessità dell'intervento operatorio per canalizzare la parte occlusa dell'esofago. Orbene sino a qualche anno fa un caso simile avrebbe avuto ben più scarse probabilità d'oggi di sopravvivere all'intervento. Significa che la chirurgia pediatrica, anche nel campo neonatale, è in alacre progresso. Ma non si pensi solo al miglioramento delle tecniche, bensì ed oltretutto alla preparazione preoperatoria. Anche in questo caso di atresia esofagea neonatale, che abbiamo scelto come esempio al limite per l'urgenza dell'intervento, che prima era immediato, le piccolissime creature possono essere assistite per alcuni giorni nel reparto di rianimazione. Un analogo discorso, sia per i nati a termine che per gli immaturi, può farsi in relazione all'ernia congenita del diaframma. In questo malan no si ha una risalita di parte dello stomaco nel torace, a causa di un anormale aliar gamento del foro (o anello) mediante il quale l'esofago, per continuarsi nello stomaco, attraversa quel muscolo elastico largo e piatto — il diaframma — che separa il torace dall'addome. E di altri difetti congeniti ancora si potrebbe parlare. Le anestesie Indubbiamente l'evoluzione della chirurgia neonatale e del lattante molto deve all'istituzione dei relativi reparti o « unità » per la rianimazione e le cure intensive. In un editoriale della rivista del l'Istituto pediatrico Gaslini, il prof. F. Soave, che sarà il coordinatore del congresso, afferma appunto che tale organizzazione rappresenta una delle pietre miliari del recen te progresso; per cui, con la perfetta conoscenza della fi siopatologia del neonato e con l'ausilio dello strumentario elettronico (monitoraggio), è oggi consentito di assistere e di guarire definitivamente un grande numero di neonati e di « lattantini ». Alla riuscita degli interven ti gioca, d'altronde, parte emi nente il perlezionamento dei l'anestesia. L'opportuna seda¬ zione preanestesica permette il trasporto del bimbo in sala operatoria in stato di sonnolenza; consente l'induzione dell'anestesia senza che si svegli ed assicura una riserva di analgesia nell'immediato periodo postoperatorio. Oltrettutto al piccolo paziente si evita un trauma psichico. Durante l'anestesia viene attuato, mediante il monitoraggio elettronico, il continuo controllo di alcuni dati (toni cardiaci, temperatura, pressione, ecc.). Quanto il pubblico ancor meno sa è, infine, la vivissi ma attenzione che durante gli interventi l'equipe chirurgica pone al controllo delle variazioni dei liquidi organismici del piccolo paziente ed alla loro delicata correzione. In quanto al sangue, salvo le situazioni — non rare — che richiedono trasfusioni massive, è più utile la somministrazione, a seconda dei casi, di uno o più componenti di esso, ora un componente cellulare (globuli rossi, piastrine, globuli bianchi), ora un componente fluido (albumina, globuline e fattori della coagulazione). Angelo Viziano

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