I polacchi di Parigi

I polacchi di Parigi LA RIVISTA "KULTURA I polacchi di Parigi Nel marzo 1968, dopo la ri- volta cicali studenti dell'Uni- versità di Varsavia, Gomulka pronunciò un discorso in cui accusava il gruppo di Knl/nra di aver fomentato i torbidi antisocialisti. Si ricorderà che a quel discorso segui una brutale repressione diretta contro le università e gl'intellettuali polacchi, repressione che colpi principalmente i « sionisti », cioè professori, studenti e intellettuali di origine ebraica. Private della possibilità di studiare e di lavorare, più di ventimila persone furono costrette all'esilio. Tutte vittime delle macchinazioni di Kultura: E che cos'era Kultura} Un partito politico? Un gruppo terroristico? Un centro sionista? Niente di tutto questo: Kultura è una rivista mensile che si pubblica a Maisons-LarHtte, sobborgo di Parigi. Un'antologia in due volumi degli scritti pubblicati finora nella rivista, edita recentemente in inglese a cura di Lcopold Tyrmand (Kultura Essays e Explorations in Frcedom. The Frec Press-Macmillan Company, New York), dà un'ottima idea della natura e \ qualità del periodico. I due volumi sono indispensabili a chiunque voglia informarsi non solo della vita intellettuale e della situazione sociale in Polonia, ma anche del rapporto fra la situazione polacca e quella degli altri satelliti dell'impero sovietico. E' da augurarsi che un editore italiano pubblichi una raccolta analoga. Ma, dunque, che cos'è Rullimi? Sono esattamente quattro persone che lavorano, oltre alla rivista, anche a una casa editrice, denominata « Institut Littéraire ». Questa impresa intellettuale costituisce l'anima dell'ultima « diaspora » polacca: quella che seguì l'abbandono della Polonia nelle mani di Stalin, consumato a Yalta nel febbraio 1945. Ci furono allora, fra i polacchi che combattevano nel corpo d'armata del generale Anders, alcuni intellettuali che si resero conto di ciò che sarebbe avvenuto del loro paese, e decisero di rimanere in esilio. Uno di loro, Jerzy Gicdroyc, cominciò a pubblicare a Roma, nel 1947, una rivista che aveva lo scopo di mantenere viva, in un centro per quanto piccolo potesse essere, la libertà della vita intellettuale polacca, e di condurre al tempo stesso un'analisi esatta degli avvenimenti e delle situazioni. Ma, nell'intenzione di Gicdroyc, non doveva trattarsi solo della Polonia, bensì di tutta l'Europa orientale, e in particolare della Russia sovietica. Dopo i primi numeri, Kultura si trasferì a MaisonsLatlittc, in una casa acquistata grazie a sottoscrizione. Da allora, essa è uscita regolarmente tutti i mesi. I primi numeri poterono essere stampati con l'aiuto ili prestiti, che furono integralmente rimborsati in seguito. Oggi Kultura è sostenuta unicamente dagli abbonamenti e dalle vendite. Se ne stampano seimila copie, ili cui quattromilacinquecento vanno agli abbonati, esuli polacchi in lutto il mondo. Il lavoro di redazione, di spedizione c d'amministrazione è fatto interamente dalle persone che costituiscono il nucleo fisso della rivista. Oltre a queste, uno dei più devoti e attivi collaboratori è10 scrittore Gustavo Herling, stabilito da molti anni in Italia c autore di libri dei qual11 più noto da noi e all'estero è Un mondo a parte (edito in italiano prima da Laterza e poi da Rizzoli), che rimane, umanamente e letteralmente, uno dei più belli che siano .stati scritti sui campi di lavoro forzato siberiani. Arrestato e deportato nell'Urss, dopo la spartizione della Polonia fra Hitler e Stalin nel 1940, Herling subì infatti due anni dLager nell'estremo Nord. Liberalo in seguito all'accordo Sikorski-Maiski, che dava ai polacchi prigionieri nell'Urss la possibilità di costituire un proprio esercito, Herling fece la campagna d'Italia nel corpo d'armata del generale AndersA Cassino, che fu conquistata d'assalto dai soldati di Anders, Herling si guadagnò ld iù alta onorificenza militare olacca. Intorno al nucleo raccolto a Gicdroyc, il quale dirige opera di Kultura restando ell'ombra, quasi innominato, trovarono presto i migliori omi della letteratura e del ensiero politico polacco: fra molti altri, Witold Gombrowicz, Julius Mieroszcwski, Czcslavv Milosz, Slavvomir Mrozck, Alexander Walt, Joef Wittlin. Ma non meno imortanti, anzi essenziali, sono rapporti che Kultura è riucita a stabilire con gli scritori sovietici d'opposizione. E' u Kultura che apparvero per a prima volta in Occidente li scritti di Andrei Siniavskij di Yuli Daniel. D'altra parte l'« Instimi Litéraire », oltre agli autori poacchi, pubblica in traduzione principali scrittori banditi ell'Urss, da Pasternak a Solenicyn, ad Amalrik. Ha stampato inoltre in lingua originae un'antologia ili tutti gli crittori ucraini liquidati da Stalin. Iniziative come queste obbediscono a un principio ondamentale dell'azione di Kultura, e cioè il rifiuto del nazionalismo polacco, tradizionalmente anlirusso. Come ragiona Julius Mieroszcwski in uno dei saggi più interessani dell'antologia di Tyrmand, 'avvenire di una Polonia libera presuppone una stretta alleanza con le forze democratiche russe, per cominciare e per continuare nel futuro, da parte dei governanti polacchi, una politica che persuada russi della necessità di una Polonia indipendente, mediarice fra Est e Ovest. L'attacco .di Gomulka a Kultura nel 1968 indicava di per se quale portata avesse il suo lavoro. Si può aggiungere che, oltre a essere spedita no-minalmente, a cura della redazione, ai principali dignitari del partito e del governo in Polonia, la rivista è lettura obbligatoria per i gerarchi comunisti d'un certo grado in tutta l'Europa orientale. Che, negli anni fra il 1947 e oggi, dominati da superpotenze, supertecniche, supermezzi di comunicazione, e caratterizzati dal disprezzo per i pochi e i disarmati, un piccolo gruppo di intellettuali abbia potuto ottenere risultati tanto considerevoli è di per sé confortante. Ma bisogna aggiungere che questo non sarebbe stato possibile se il piccolo gruppo non avesse adottato una regola di vita e d'azione che si può definire monastica. All'* Institut Littéraire » di Maisons-Laffitte vigespontanea la norma comunitaria: tutti fanno, a turno, i lavori necessari, da quelli domestici a quelli editoriali; e tuttprendono ciò che loro abbisogna in misura eguale. A completare il carattere di moderno convento, c'è, annessa all'edificio principale, situato in un bel giardino, una foresteria, dove vengono ospitati coloro, polacchi o no, che desiderano contribuire in un modo o nell'altro all'attività degruppo. Questa di Kultura è una delle piìi notevoli imprese culturali e politiche contemporanee, oltre che una delle piùbelle pagine nella storia dell« diaspora » polacca, la qualecominciata con Tadeusz Kosciuszko nel 1796, continua ;inNicola Chiaromonte ♦