Risparmio dove vai di Renato Cantoni

Risparmio dove vai SOTTO LA SPINTA DELL'INFLAZIONE Risparmio dove vai La lotta contro l'inflazione, iniziatasi negli Stati Uniti alla fine del 1968 secondo le teorie della « Scuola dì Chicago » capeggiata dall'economista Milton Friedman, aveva influenzato decisamente le scelte dei risparmiatori di tutto il mondo. Ristretta la quantità di nuova moneta immessa sul mercato, la ricerca di capitali era divenuta sempre più affannosa e i tassi di interesse avevano raggiunto livelli senza prece¬ denti. Nel giugno 1969, per esempio, i depositi in eurodollari a 30 e 90 giorni erano rimunerati oltre il 12 per cento e questo aveva provocato un vero terremoto negli investimenti. Anziché acquistare azioni o beni immobili, i risparmiatori depositavano il loro denaro presso le banche, oppure sottoscrivevano certificati di deposito a breve scadenza, dato che l'interesse ottenuto era sensibilmente supe¬ riore al tasso di svalutazione della moneta. Nel 1969 e nei primi sei mesi del 1970 non vi erano quindi problemi di investimento e le difficoltà del sistema produttivo e i crolli delle quotazioni delle azioni e delle obbligazioni avevano trovato un sia pur parziale compenso in una maggiore stabilità monetaria. Fatta eccezione per le ricorrenti corse speculative verso le valute considerate « rivalu¬ tabìli » come il marco e, in misura minore, il fiorino olandese e il franco svizzero, erano passati totalmente di moda i più classici beni-rifugio come i metalli e le pietre preziose, le opere d'arte, l'antiquariato, la filatelia, la numismatica, il settore immobiliare ecc. A partire dal luglio 1970, ma soprattutto in queste prime settimane di gennaio 1971, la situazione è mutata radicalmente. Le autorità americane hanno allentato i freni del credito, facendo calare di molto la remunerazione del denaro. Per averne un'idea basta considerare che per i depositi in eurodollari non è possibile ottenere oggi nemmeno il 6"u e per i franchi svizzeri il 5 per cento. Molti risparmiatori trovano insufficienti questi interessi e cercano altre forme di impiego. Così le banche e gli uffici specializzati sono occupatissimi a consigliare e indirizzare i loro clienti. Vediamo quali sono oggi le propensioni dei consulenti e degli investitori. I crolli di Borsa degli ultimi due anni in tutti i Paesi del mondo hanno lasciato tracce brucianti e i risparmiatori sono tuttora restii a comperare azioni o « parti » di investment trusts. Solo negli Stati Uniti si e notato un certo risveglio ma, per ora, le maggiori iniziative sono rivolte ai titoli di vecchia e comprovata solidità, mentre i valori « nuovi » sono a livelli paragonabili solo a quelli del 1929. La caduta dei tassi di interesse ha favorito invece il mercato delle obbligazioni. A partire dall'ottobre, la richiesta di questi titoli è aumentata progressivamente e nei giorni scorsi sui mercati internazionali la ricerca di buoni valori di questo tipo è diventata molto insistente. Di conseguenza le quotazioni delle obbligazioni a più alto reddito sono cresciute sensibilmente, fino a sfiorare in certi casi il UO'o come la Continental OH 9,50':» e le Esso S.75% e 9"'o. Ciò corrisponde a un rendimento reale di poco superiore al 7"'o. Non tutti gli investitori, però, amano le obbligazioni; la spinta inflazionistica è sempre assai forte e il continuo deprezzamento del valore d'acquisto della moneta fa ritornare di piena attualità i classici beni-rifugio. Il primo esempio è dato dalle quotazioni dell'oro sul mercato libero. Il successo dello sdoppiamento del mercato di questo metallo era stato potentemente aiutato dalle misure antinflazionistiche adottate dai Paesi industriali verso la fine del 1968 e il ministro delle Finanze sudafricano Diederidi aveva visto allontanarsi le speranze di un miglioramento delle entrate valutarie del suo Paese. Nel corso di questa settimana, però, sul mercato di Londra, l'oro è salito di una buona frazione passando dai 37,5 ai 38 dollari per oncia. Potrebbe anche essere l'avvisaglia di una rinnovata corrente di acquisti di questo metallo per tesaurizzazione. La diminuzione dei tassi di interesse ha reso disponibili, infatti, ingentissimi capitali che potrebbero spostarsi velocemente verso un benerifugio o un altro. E' anche per questo motivo che qualche risparmiatore torna a informarsi delle quotazioni delle pietre preziose, o dei francobolli, delle monete antiche, delle opere d'arte. Circola troppo denaro nel mondo ed è diffìcile trovare quella formula magica che unisca a un buon reddito una efficace difesa dalla svalutazione. La forma più classica per arrivare a questo risultato sarebbe l'acquisto di immobili, ma anche qui i dubbi non mancano. In Italia i timori di carattere politico, sociale e fiscale sono tali da annullare i vantaggi di un bene reale come una casa o un appartamento: la crisi di alcuni grandi investment trusts immobiliari come la Gramco, ha portato poi gravi pregiudizi alla diffusione di «parti» di investment trusts di questo tipo. Un certo risveglio si è notato nel settore delle assicurazioni sulla vita. Giù di moda, almeno per il momento, i fondi comuni, questa forma classica di previdenza sta ritornando d'attualità, soprattutto quando è accompagnata da speciali accorgimenti, come l'ancoraggio al costo della vita. Renato Cantoni Londra. Operatori al quadro quotazioni della Borsa (Foto Giaccotto)

Persone citate: Milton Friedman

Luoghi citati: Chicago, Italia, Londra, Stati Uniti