Schiller indossa la calzamaglia di Giorgio Manacorda

Schiller indossa la calzamaglia Schiller indossa la calzamaglia Friedrich Schiller: « Lettere sull'educazione estetica dell'uomo », Ed. La Nuova Italia, pag. 118, lire 1000. Engels nell'anno 1847 irò- nizzava sul comportamento di coloro che estrapolano gli 1 esplicito autori dal complesso contesto storico-culturale in cui hanno operato per ridurli « a una dimensione », sovrapponendogli come una calzamaglia il pensiero d'un autore di qualche secolo successivo: « Solo al signor Gruen spetta il merito di acer trasformato Goethe in un discepolo di Feuerbach e in un " vero socialista " ». Nell'anno 1970 si deve con-statare che solo al signor An- tonio Sbisà spetta il merito di aver trasformato Schillerin un discepolo di Marcuse e in un « vero contestatore ». Merito di cui il nostro auda-j ce prefazionatore andrà ori goglioso, ma che lascia molto . perplesso chi è convinto del i la specificità storica di ogni ; esperienza culturale. Il disimpegno estetico Sul fatto che Marcuse abbia recepito alcuni spunti I schilleriani non ci sono dub! bi, come non ce ne sono sul , fatto che Marcuse abbia usato i legittimamente i Schiller . per costruire ima propria vij sione critica della società, !che non ha niente che ve| dere, nel suo complesso, con la Weltanschauung schilleriana. Non va dimenticato che nel classicismo I di cui le Lei tere siili educazione esteticasono il manifesto teorico piùnon a caso pubblicato su una rivista come leHoreni si teorizza per la prima volta coerentemente quello che è stato definito il « disimpegno estetico » dell'intellettuale. Poesia e, più ingenerale, cultura sono valor deali eterni e al di là di qualsiasi contaminazione con la ! storia e con la politica. Schiller (e con lui Goethe) rifiuta consapevolmente il momento dell'intervento nella storia per modificare le \ strutture della società. L'ami- cizia tra Goethe e Schiller, come ricorda il Baioni nel suo bel libro dedicato a Goethe e la rivoluzione francese, è in larga parte determinata dal comune rifiuto delle idee politiche dell'89 e dalla comune determinazione di battersi per conservare il particolarismo assolutistico. Queste consapevoli posizioni po- litiche portano con sé l'eliminazione di tutti quegli umori Progressivi che avevano fermentato nello Sturili und Drang della loro giovinezza, P0K#:Cfl e DedaSOeÌa rmlLlLU e peaugugm Schiller e Goethe rifiutano la rottura violenta di un ordine sociale e, per non do- ver fare i conti con la realtà storica, scartano nell'utopia: la politica diventa pedagogia. Nell'attuale ritorno d'interesse per l'utopia è logico che si ritorni, anche proficuamente, a ristudiare Schiller. Deve essere chiaro, però, che non solo lo Schiller delle Lettere non è un rivoluzionario, ma certe sue posizioni, come la distinzione tra poesia e politica, sono all'origine della permanente separazione di letteratura e società. Per concludere, vorremmo notare come il problema, naturalmente, non sia quello di definire se Goethe o Schil ler siano ( o siano stati ) rea zionari o rivoluzionari, ma semplicemente quello di col locarli all'interno di quelle coordinate politiche e cultu l'ali che furono storicamente 'e loro, prima di volergli far dire ciò che non hanno dei t0- 0 hanno detto in un'ottica diversa da quella di Marcuse o di Feuerbach, Giorgio Manacorda

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