Le obiezioni del Senato allo statuto piemontese

Le obiezioni del Senato allo statuto piemontese L'ordinamento regionale in commissione Le obiezioni del Senato allo statuto piemontese E' considerato uno dei più equilibrati, ma si fanno molte osservazioni proprio agii articoli che fissano gli obbiettivi fondamentali della Regione j [ 1 j (Nostro servizio particolare) Roma, 12 gennaio. Gli statuti trasmessi finora dal governa al Senato per l'approvazione del Parlamento sono nove: quelli I della Lombardia, del Piemonte, del Lazio, della Ligu- 1 ria, del Veneto, dell'Emilia j e Romagna, della Toscana, deUa Basilicata e dell'Um- I bria. A giorni saranno consegnati quelli della Puglia e i della Campania, già presen- : lati al l,resìdente del Con ! siglio. Ne mancano, perciò, so]o quattro per completare il quadro delle quindici ve | gjm,i a statuto ordinario. Sugli statuti della Lombar \ dia, del Piemonte e del Lazio | è già cominciata la discussio- ne, in sede referente, da parte della commissione Interni di Palazzo Madama. E' qui che sono state formulate molte osservazioni, le quali rischiano di creare complessi e delicati problemi anche se da ogni parte si vuole evitare una sia pure iniziale « conflittualità » tra Regioni e Parlamento. Per lo statuto lombardo il relatore della maggioranza è il sen. Antonio Mazzarolli, per quello piemontese il sen. Mauro Pennacchio, per quello del Lazio il sen. Alberto Del Nero, tutti democristiani. I tre statuti sono considerati fra i più equilibrati, meritevoli in linea di massima di essere accolti, ma su ognuno i relatori hanno espresso numerose perplessità. Per quanto riguarda lo statuto del Piemonte, il sen. Pennacchio ha formulato rilievi su almeno dieci degli 82 articoli che lo compongono. Egli ha osservato che alprimo articolo, dove si dice che il Piemonte è regione autonoma nell'unità politica della Repubblica italiana «seconi do i principi della Costituzione e le norme dello statuto », manca un riferimento alle leggi dello Stato mentre lenorme statutarie vengono con-siderate, a torto, fonte prima-ria delle competenze. Gli articoli che hanno su-scitato le obiezioni più fortisono quelli che fissano gliobiettivi fondamentali della ì Regione e che in parte rifiet I tono materie non previste \ dall'articolo 117 della Costi- tuzione. Esulano infatti dalla sfera delle attribuzioni regio I nali competenze riguardanti l'adeguamento delle strutture | e dei contenuti della scuola : le misure per assicurare la I « funzione sociale » della prò i prietà. le riforme necessarie ti ver determinare giusti rap «or/i sociali e rivili condicio ni di vita nelle amnnane » l'ordinamento delle attivilacommerciali e la rioreanizza zinne de) sistema di distribuzione, ali interventi contro lefonti di inouinamento. l'attuazione dei piani di difesa dedi riassuolo, di bonifiche, sptto territoriale. In contrasto con la Costit"7inne e. per il sen. Pennac"hin. anche l'art. 7 dpllo stanno che tratta della tutela delle comunità locali « portatrici di un originale patrimonio linguistico ». poiché la tutela delle minoranze linguistiche è riservata esclusivamente alle leggi dello Stato. Contrario inoltre al nostro ordinamento giuridico è ritenuto l'obbligo da parte di uffici, enti e aziende dipendenti dalle Regioni di fornire dati e informazioni alle commissioni di inchiesta « senza vincolo di segreto d'ufficio » che è garantito invece dalla legge. Viola il criterio della distinzione dei poteri la possibilità, prevista all'art. 21 dello statuto, che i membri della Giunta facciano parte, in veste di consiglieri, delle commissioni permanenti o speciali. Critiche sono state infine sollevate dal relatore alle norme sui referendum: per quello abrogativo di leggi regionali, sono stati fissati ad esempio limiti più ristretti di quelli indicati dalla Costitu- zione. Le osservazioni formulate 1 ch'egli numerose perplessità 1 ha detto che occorre guar | dare al nuovo ordinamento j con « mentalità aperta e con I visione moderna». Il sen. i Bartolomei (del ha precisato | che il rapporto tra Parlamen-in commissione non devono essere tuttavia considerate necessariamente come le premesse di una conclusione negativa. Il sen. Mazzaroli, relatore dello statuto della Lombardia, pur esprimendo an- i to e Regioni «dev'essere di collaborazione e non di con trapposizìone o, peggio, di scontro ». g. fr.

Persone citate: Alberto Del Nero, Antonio Mazzarolli, Bartolomei, Mauro Pennacchio, Mazzaroli, Pennac, Pennacchio