La sinistra del pli minaccia di "ritirarsi sull'Aventino,, di Fausto De Luca

La sinistra del pli minaccia di "ritirarsi sull'Aventino,, I liberali rischiano una frattura irrimediabile La sinistra del pli minaccia di "ritirarsi sull'Aventino,, L'opposizione, che eonta il 40 0o dei delegati al congresso, ha presentato un «cartello » - Chiede che Malagodi lasci la segreteria e accetti la presidenza e vogliono il 35 0Zo nel Consiglio nazionale - Rifiutano il fronte laico e preferiscono un movimento, con i socialisti, per opporsi al pei in uno scontro dialettico - Si tenta un ultimo compromesso tNostro servizio particolare) Roma, 12 gennaio. Malagodi è impegnato stanotte nell'estremo tentativo di impedire una frattura che potrebbe portare gravi danni al partito liberale. Le opposizioni del XII Congresso, che coalizzate raggiungono circa il 40 per cento dei delegati, minacciano di non partecipare all'elezione del Consiglio nazionale se non saranno apportate adeguate modifiche ad uno statuto definito « autoritario e soffocatore ». Non sarebbe l'uscita dal partito — tutti l'hanno esclusa — ma un « passaggio sull'Aventino », come quello dei partiti democratici che nel 1926 abbandonarono la Camera dominata da Mussolini. Dal piccolo « Aventino liberale » dovrebbe nascere una « direzione ombra », contrapposta a quella di Malagodi, e la richiesta d'un Congresso straordinario entro quattro mesi. Ma la frattura potrebbe anche approfondirsi fino ad un distacco irrimediabile. E' quello che tutti temono, la preoccupazione che ha spinto Malagodi a proporre un nuovo contatto, subito accolto dalle minoranze. Le opposizioni hanno oggi illustrato il loro programma: in una conferenza-stampa, per la parte riguardante la struttura del partito; nell'aula, per la linea politica. L'incontro delle opposizioni è stato facilitato dalla confluenza della « destra » dell'on. Giuseppe Alpino nella mag- gioranza malagodiana. Ai giornalisti si è presentato sta- mane un « cartello delle sini- stre » così formato: « Presen- za liberale» (Bonea, De Catal- do), «Rinnovamento liberale» fZanone), «Italia liberale» (Monaco), il gruppo personale del sen. Enzo Veronesi. Hanno proposto, come ultima base di accordo, un sistema elettorale che riconosca alla corrente maggiorità- ria il 65"o del Consiglio na- zionale, mentre le minoranze si dividerebbero l'altro 35" o.Ma soprattutto hanno posto l'esigenza che Malagodi accet-ti di essere eletto alla presi-denza del partito: « Non po-trebbe disdegnare — ha dettoVeronesi — una carica chefu di Croce, Einaudi e Gaeta no Martino». Se ciò ovvenis- j se. ma sembra la cosa meno j probabile, la successione do vrebbe essere « trattata » fra maggioranza e minoranze, Candidato delle opposizioni è il sen. Veronesi, che alme no in via provvisoria rappresenta il punto d'incontro delle diverse politiche rinnovataci. In aula, interrompendo questo pomeriggio la lunga sfilata degli oratori della maggioranza (fra gli altri Bi guardi. D'Andrea. Cantalupo), I le sinistre hanno illustrato 1 la linea che. contrappongono . a Malagodi. Non è sostanziai j mente diversa l'analisi della situazione: ci sono profondi cambiamenti sociali fsoprat I tutto la nuova forza e pro¬ senza dei sindacati), il Cen tro Sinistra è in dissoluzio- ne, c'è la concreta prospettiva di un incontro « conciliare » dc-pci. Viene contestata la strategia proposta da Malagodi. Le sinistre lo accusano di indicare al pli una operazione di puro schieramento, ristretta ai vertici dei partiti, cioè l'inserimento del pli nel Centro Sinistra (con o senza i socialisti) per impedire la « repubblica conciliare ». Si tratta, a loro giudizio, di una operazione di retroguardia, che non arresterebbe né la crisi dedcgretaMl'dCMubusi del partito liberale né quella \ cdella coalizione governativa ' Pdi Centro Sinistra. cfi partito liberale, dicono \ lle opposizioni, deve tenere i ! conto dell'insufficienza mani- festata dal Centro Sinistra j verso la società italiana in i trasformazione. De Cataldo, i parlando per « Presenza lì| berale ». ha proposto la partecipazione dei liberali a tutte « le battaglie di libertà » e con tutte le forze disponibili. Giudicando « ormai reazionario » il psu, « Presenza liberale » scaria il cartello dei partiti laici, preferisce parlare di un movimento laico, che comprenda i socialisti e si proponga, verso i comunisti, non il mantenimen-1 ito del «sipario di ferro», ma 1 uno scontro dialettico. 1 Per la corrente di « Rinno j va mento ». formatasi in ori-\ gine fra Torino. Milano e 1 Venezia, come incontro di \ « malagodiani critici », ha par- j ; iato Riccoboni. « Rinnova-[ . mento » conduce lo stesso at-1 ; tacco contro la politica di j I vertice. « sterilmente parla| mentaristica », attribuita a ' Malagodi. Manifesta l'ansia di allontanare dal pli Veti- i l | cnella ™ fa \u™ ™nZlnT,,p : - ye [r,.., . bpmlJL ;!"u "UL ! - ; iesi libertarie e radicali di ul «Presenza liberale». Propo e e o ne in sostanza un neo-capi- | talismo illuminato, che si li- beri dei pesi parassitari (le \ rendite di ogni tipo) e con- | duca una politica di difesa ed affermazione dei diritti civili a tutti i livelli. Il congresso ha ascoltato gli oratori di sinistra con serenità, salvo quando gli attacchi sì sono concentrati su Malagodi o hanno colpito l'arroccamento dei malagodiani intorno al leader. De Cataldo ha rimproverato a Malagodi di « chiudersi in una superiorità che è superbia, in un isolamento che è un ghetto ». Riccoboni Ita suscitato proteste dicendo che i liberali non possono agire come . « se.Tvi di un caP0 » Perché « il pli non è una chiesa con un sovrano infal- libile ». Fausto De Luca n limimi immillili I\| I | Roma. Il segretario del pli, on. Giovanni Malagodi (Publifolo)

Luoghi citati: Bonea, Italia, Milano, Monaco, Roma, Torino, Venezia