Il "cinico,, Fabbri attacca il Milan di Giovanni Arpino

Il "cinico,, Fabbri attacca il Milan Il "cinico,, Fabbri attacca il Milan 11 "trainer" bolognese rinuncia al bel gioco: vuole solo il risultato Una domenica di furibondi assedi attorno a quadrilateri altrettanto feroci nella loro determinazione. 1 pronostici non valgono mai molto, alla vigilia di incontri importanti, ma forse questa « tredicesima » porterà vari risultati nulli. A meno che non esplodano le milanesi, a meno che non inventino una grande impennata le due squadre di Torino, a meno che tra Napoli e Cagliari, oltie ai soliti e funesti mortaretti, non esplodano altri fuochi. Quasi tutte le squadre della zona alta della classifica sono impegnate in scontri diretti. Quasi tutte punteranno come prima cosa a non perdere. Tranne Rocco, che potrebbe aumentare il suo vantaggio, se i bolognesi di Fabbri gli consentono di giocare al di là di ogni possibile barricata. Sarà una domenica dura: come certe riprese centrali di un grande match pugilistico, quando gli avversari ormai si conoscono, si sono scambiati nidi colpi, e riprendono fiato, e si adattano a una fase sorniona di scherma in attesa di ricaricare il diretto d'incontro. L'Inter non vorrà perdere a Foggia (c&'npo durissimo, dove Corso, su terreno asciutto, potrebbe anche smarrire il dominio dimostrato nelle ultime due tornate), il Cagliari cercherà un punto a Napoli, la Juventus deve onorare il suo recente « risveglio » a Genova, dove però i sampdoriani giocano, fanno giocare, impegnano a fondo. Il Torino ha urgente bisogno di ridar conferma non solo alla critica, che l'ha salutato come una bella squadra, ma alle sue necessità di classifica: e il cliente Helenio non è inai un boccone dolce. Resta il Milan, che può far tutto, ma al suo volume superiore di gioco è certo che Fabbri saprà opporre esatte misure, risvegliando quel centrocampo rossoblu addormentatosi durante l'incontro casalingo col Verona. Non v'è gara, in questa terzultima giornata del girone d'andata, che non costituisca insidia per gli ospiti e per i padroni di casa. L'equilibrio massimo ottenuto dal campionato fa sì che ogni previsione sfumi nella cabala. Persino gare come Lazio-Varese o Verona-Catania racchiudono incognite che solo il gioco e il risultato renderanno decifrabili. Chi rischia di più è l'Inter. Chi deve saper resistere ni massimo è il Cagliari, che promette battaglia per tutto il girone di ritorno, appena Riva uscirà dal bacino di carenaggio. Chi ha occasione di rifarsi è la Juventus, ma Bernardini aveva confidato in due punti nel doppio confronto con Inter e Juve, e la sua Samp vorrà rifarsi della sconfitta subita da parte dei nerazzurri e « rientrare » in media. Bulgarelli arretrato e il capocannoniere Savoldi cosa faranno a San Siro? Per anni il Bologna, schierandosi a Milano, ha preso gol avendo pretesa di fare « bel gioco ». Oggi Fabbri ha inquadrato la squadra secondo schemi severi, persino cinici, c Rivera, coi suoi assistenti cardiotonici Benetti e Biasiolo, avrà gran daffare per vincere. Se il Bologna si scompone e osa troppo, come a volte è nelle sue ambizioni di mezza-provinciale, può incappare nella solita « goleada » dei Combin e dei Prati. Se sa organizzarsi a centrocampo, può portar via un punto ai rossoneri, favorendo tutto il gruppo di testa, e per prima l'Inter, che ha « misurato » il suo passo di recupero sui rivali milanesi. Domenica ambigua, affascinante per gli schemi di gioco che potrà mettere in campo al di là dei risultati, questa giornata dirà molto sulle leve di orgoglio che le squadre possiedono, sulla tenuta atletica che gli squilibri climatici tra Nord e Sud minacciano più che negli anni passati. Questo nostro calcio certo non è più un « nato ieri ». Ha acquisito esperienza, persino una gamma di sofismi tecnico-tattici che dalle lavagne e dai conciliaboli defili spogliatoi scendono sui terreni a dimostrazione della sua maturità agonistica e della sua fondamentale onestà di gioco popolare, di spettacolo globale. Nuvoloni minacciosi s'add»nsano nel suo cielo, e l'inchiesta sull'industria del football, condotta per La Stampa da Ma¬ | rio Salvatorelli, sottolinea proprio le sfasature strutturali, indaga nell'accidentato panorama che rende problematico il cammino futuro dello sport più seguito, patrimonio non di un ristretto clan, ma di decine di milioni d'appassionati. Per ora, il gioco riesce ancora a dettare le sue ragioni, resiste, si impone, i colori dei vari club smuovono interessi e sentimenti immensi. Da Foggia a Genova, da Milano a Napoli, la domenica « che sa di calcio » è ancora la nostra brava e pulita domenica. Con un occhio attento al gioco, con l'altro occhio puntato sulle interne febbri del grande organismo calcistico, seguitiamo a parlare di football, come si deve e come merita. Parlarne nelle dovute maniere, è già difenderlo. Giovanni Arpino