Riservate ai degenti le camere singole in più gravi ospedale di Piero Cerati

Riservate ai degenti le camere singole in più gravi ospedale Abolite ad Ivrea le "rette differenziate,, Riservate ai degenti le camere singole in più gravi ospedale Le stanze ad un lette d'ora in poi non saranno più messe a disposizione dei «pensionanti» - Il consiglio d'amministrazione, di fronte alla grave crisi di spazio, ha istituito la categoria unica per tutti i ricoverati nel nosocomio (Dal nostra invitilo speciale) Ivrea, 8 gennaio. Per la prima volta un ospedale in Italia ha abolito 10 rette differenziate, istituendo la categoria unica per tutti i ricoverali. Il provvedimento è stato preso dal consiglio di amministrazione del nosocomio di Ivrea. « Nulla di rivoluzionario — dice subito il presidente, senatore Renato Chabod — ho applicato la legge c basta». Ma nell'assemblea avvenuta giorni or sono due consiglieri hanno volato contro la « riforma » ed mio si è astenuto. Perché? « Sul piano umano e sociale — dice l'avvocalo Carlo Alberto Biglia, membro del consiglio amministrativo I — non ho nulla da obbietta-1 re. A mio giudizio, perà, questa riforma non risolve il problema dell'ospedale di Ivrea, che ha pochi letti a disposizione per la popolazione che deve servire. Abolendo i degenti a pagamento, cioè i pensionanti, si e livellalo il servizio verso il basso. Bisogna studiare altre forme, cercare altri interventi per giungere ad offrire ai pazienti, a tutti i pazienti, una camera a due letti, non a quattro o a sei e per di più sovraffollata nei periodi di punta ». Quest'anno l'influenza ha risparmiato il Canavese ed 11 dott. Gallio, direttore sanitario del nosocomio, può tirare un sospiro di sollievo. «L'anno scorso — dice il sanitario — abbiamo allestito letti di fortuna nei corridoi, nelle verande: non sapevamo più come inventare lo spazio ». L'Ospedale Civico di Ivrea deve infatti servire un « hinterland» con 170.000 abitanti ed ha una disponibilità di cinquecento posti. Nel 1970 le giornale di degenza sono state 190 mila, non stupisce quindi che gli ammalati siano finiti persino negli angoli dei ripostigli. Ora è stata costruita una nuova ala ed esiste un progetto per creare una « dépendance » decentrata dall'attuale complesso ospedaliero, ma l'approvazione spetta a Roma e si fa attendere. « La riforma decisa all'ospedale di Ivrea — dice ancora il presidente Chabod — non è stata fatta per affermare un principio o peggio ancoru, come qualcuno vorrebbe insinuare, per un gesto demagogico. E' una necessità imposta dalle attuali insufficienti disponibilità del nostro nosocomio. .Ve ci dessero la possibilità di costruire un centinaio di stanze in più delle previste, saremmo lieti di tornare sulla nostra decisione e offrire ai pensionanti le camere singole. Nell'attuale situazione e impensabile che chi è ammalato gravemente debba rimanere a fianco di altri degenti con grave disagio per tutti, mentre in una camera singola I viene ospitato chi soffre di I laringite, ma ha i mezzi per i pagarsi ima retta da signore. Non si può fare una discriminazione Ira i degenti in base al pagamento. Chi sta peggio, chiunque esso sia, ha diritto a una stanza singola, dove possa essere veglialo con assiduità e maggiore comodità dui parenti oltre che dai medici ». La riforma ò cosa fatta (il verbale della seduta decisiva verrà però approvato il 15 gennaio): costerà all'ospedale una quarantina di milioni all'anno circa. E' la cifra cui l'amministrazione rinuncia istituendo la retta unica. « Ho applicato la legge per rendere esecutivo questo provvedimento e l'applico anche par risparmiare: infatti non pugo i revisori dei conti dal momento che nessuna norma me lo impone — dice mnnccrctozsaUcrnIIIChabod —. Se tutti gli ospe- doli si attenessero ti questadecisione, in Italia ugni unno risparmieremmo dai sei aisette miliardi, una somma che potrebbe tornare utile una somma potrebbe tornare utile per la riforma sanitaria ». Le rette hanno subito all'ospedale di Ivrea un consistente ritocco per far Ironie alle maggiori spese di esercizio (vi sono più medici a disposizione e personale più qualificato) ed alle minori entrate: dalle 10.5115 lire al giorno si è passati alle 14.1511 lire. « Ma siamo ancora Ionia ni — precisa il senatore Chabod — da certe rette pagate in alcuni ospedali della Penisola ». La decisione del Consiglio ili amministrazione dell'ospedale di Ivrea, pur tra velate polemiche, ha codificato una situazione che, dice il dottor Gallio, esisteva già di latto. <f / casi gravi — dice il direttore sanitario — sono sempre stati ricoverati in camere singole. Era un provvedimelilo umiiuv, un rispetto che si doveva e si deve a c/ti soffre. Nell'ala nuova del nosocomio, l'ingegneri: non ha tenuto conto ad esempio delle cu- mere per i pensionanti. Vi sono stanze a due letti, ma sono destinale agli ammalati comuni. Il progetto ha anticipato i tempi dell'attuale riforma ». Il Consiglio dei medici, dal canto suo, ha avallato quanto stabilito dall'amministrazione: su 13 presenti, vi sono stati due voti contrari, due astenuti e nove favorevoli. Una larga maggioranza anche se l'abolizione delle camere a pagamento può aver dan- q« vepscmpnrancolaliundneggiato qualche medico, il IIIMITMIIIIIIIIIllllllllllirir TIHIIMrMIIIIIIIIMHl qualé si è trovato costretto a « dirottare » i suoi pazienti verso le cliniche private. Il problema diventerà forse scottante nel 1975, quando il medico pagato dall'ospedale per un lavoro a « tempo pieno » potrà esercitare la libera professione soltanto nel nosocomio, se le strutture lo consentiranno. « Entro quella data — dice il dottor Gallio — si dovrà giungere ad una soluzione. Il problema sa- sesee farila corecoevmmspnilario e anche un problema I mdi spazi, di aree e in questo \ HllMUIIIiriMIIItlIMMllllllinilIMMIIIIIIIIIIIIllllllllIt senso i:a risolto, tenendo presente le esigenze dei medici e dei pazienti. Così si dovrà fare ad Ivrea. Speriamo dì riuscire ad avere per allora la nuova unità ospedaliera ». « A tempi lunghi — dice il consigliere Biglia — occorrerà ristrutturare meglio le cose, anche se oggi si poteva evitare di sopprimere le camere di quattro letti a pagamento, delle quali poteva disporre chi usufruisce della mutua di seconda categoria», Piero Cerati llItlllllllllllllllllllllllirilMllllMlllllIlllllllllinr

Persone citate: Biglia, Carlo Alberto, Chabod, Gallio, Renato Chabod

Luoghi citati: Italia, Ivrea, Roma