Psicanalisi che cambia di Remo Cantoni

Psicanalisi che cambia Le responsabilità dell'uomo oltre Freud Psicanalisi che cambia Si comincia a dubitare che l'Io sia tenuto in sudditanza dall'inconscio Rollo May: « La psicologia e il dilemma umano », Edizioni Astrolabio, pag. 218, lire 3000. R. May, G. Allport, H. Feifel, A. Maslow, C. Rogers: «Psicologia esistenziale », Edizioni Astrolabio, pag. 100, lire 1600. Cari Rogers: « La terapia centrata-sul-cliente », Ed. Martinelli, Firenze, pagine 357, lire 3500. Cari Rogers, G. M. Kinget: « Psicoterapia e relazioni umane», Ed. Boringhieri, pag. 462, lire 9000. Alcune tendenze recenti della psicoanalisi accentuano e approfondiscono, più di quanto non abbia fatto Freud, il tema dell'Io come controllore degli istinti e sistema parzialmente autonomo di unu personalità capace- di perseguire finalità etiche, intellettuali e sociali. Su di un altro versante della psicologia le opere di non pochi studiosi e psichiatri « esistenziali », come, ad esempio, Rollo May, Cari Rogers, Kurt Goldstein, Gordon Allport, Abraham Maslow, Ludwig Binswanger, Frcderik Buytendijk, sono immerse in una atmosfera filosofica ove confluiscono, accanto ai temi tradizionali della psicoanalisi, motivi che provengono dal pensiero di Kierkegaard e di Nietzsche, di James e di Bergson, della fenomenologia di Husserl e Scheler o dell'esistenzialismo di Heidegger, Jaspers e Sartre. La neo-psicoanalisi (con Heinz Hartmann, Ernst Kris, David Rapaport) si accosta alla psicologia e alla psichiatria esistenziali nel porre in grande rilievo le funzioni creative dell'Io, le responsabilità della persona e delle sue scelte nella costruzione del futuro dell'uomo. Questi nuovi orientamenti intaccano le basi di quel determinismo positivistico ottocentesco da cui Freud aveva preso le mosse quando scorgeva nell'uomo soprattutto un quantum di energia, il risultato biologico e psichico di eventi o traumi avvenuti nel passato della specie e dell'individuo. Si comincia a dubitare del fatto che l'Io sia soprattutto una formazione tardiva e precaria, tenuta in sudditanza dallo strapotere dell'inconscio e delle sue componenti istintive e sessuali. Questa rivincita dell'Io, che ha un vago sapore di riscatto morale e idealistico, si compie tra il malumore dei vecchi psicoanalisti ortodossi e le proteste degli psicologi di indirizzo sperimentale e comportamentistico. Le accuse più frequenti sono quelle di inverificabilità scientifica, di anti-intellettualismo e di romanticismo vitalistico. Nell'atmosfera di questa psicologia « esistenziale » ci portano alcune opere apparse molto recentemente come, ad esempio, La psicologia e il dilemma umano di Rollo May (Astrolabio) ,. Psicologia esistenziale di R. May, G. Allport, H. Feifel, A. Maslow e C. Rogers (Astrolabio), La terapia centrata sul cliente di C. Rogers (Martinelli), Psicoterapia e relazioni umane di C. Rogers e G. M. Kinget (Boringhieri). In polemica con gli atteggiamenti solo sperimentali e scientisti della psicologia comportamentistica, che considera l'uomo come un oggetto da laboratorio o un caso specifico di comportamento animale, gli psicologi umanisti o esistenziali cercano di studiare la persona umana nella sua insostituibile individualità. Essi valorizzano nell'uomo la capacità di affermare se stesso, di realizzare le proprie possibilità, di trasformare, in un processo di crescita, il proprio stile di vita, di costruire il proprio futuro, di restar disponibile per una esperienza sempre più ricca e aperta, nuova e lluida. Nella pratica della psichiatria esistenziale, il terapeuta deve accogliere e comprendere, con umana partecipazione, la visione che il paziente ha di se stesso, non già imporgli dall'esterno valori e significali quasi che il terapeuta fosse un'autorità prestigiosa da imitare o un salvatore dotato di poteri carismatici. L'interesse del medico non si orienta verso la malattia in astratto, ma si concentra invece sul suo « cliente », su quell'essere singolo e concreto che esiste e diviene. In questo senso Rogers, che ha in America largo seguito con la sua « teoria del Sé ». propugna un incontro diretto e personale tra medico e « cliente » e raccomanda una terapia client-centered, ossia non autoritaria e direttiva ma «centrata-sul-cliente». In questa schiera di psicologi umanisti Rollo May è fors« lo spirito più aperto alle sollecitazioni che provengono dalla flpessgss fenomenologia e dall'esistenzialismo. Non diversamente da Allport, da Rogers, da Maslow, egli pone al centro dell'interesse terapeutico e psicologico l'Io, il soggetto con le sue difficili scelte, le sue ansie, le sue laboriose iniziative, i suoi disagi, i suoi pericolanti valori, le sue angosce, il suo divenire insomma. La psicologia impersonale e sperimentale, con i suoi metodi logico-positivistici, resta fedele alla tradizione dell'empirismo di Locke e di fiume e vede nell'uomo l'animale che risponde a determinati stimoli con un comportamento prevedibile e determinato, una entità biologica con impulsi e repliche verificabili e misurabili. La psicologia fenomenologica ed esistenziale, che segue una tradizione di tipo leibniziuno, considera la persona come un tutto coerente rivolto verso una meta. Più che come insieme o luogo di atti l'uomo è veduto qui come la « sorgente » degli atti stessi, la fonte viva dell'intenzionalità intellettuale e morale, l'ente che può perseguire una immagine ideale di se stesso. Il possesso di finalità a lungo raggio, il non vivere chiuso nel presente e nel piacere, schiavo degli stimoli o sotto la spinta di determinati impulsi che risalgono alla prima infanzia o che provengono comunque da un passato greve e fatale come un destino, ecco ciò che soprattutto distingue l'uomo dall'animale, l'adulto esperto dal fanciullo immaturo, la personalità evoluta e sana da quella bloccata e patologica. Mentre la maggior parte delle terapie si preoccupano di togliere al « paziente » ogni senso di colpa e di angoscia, Roll May, sulla scia di Kierkegaard e di una tradizione esistenziale che da Pascal giunge fino al « coraggio di esistere » teorizzato da Tillich, riconosce il valore formativo di situazioni critiche come l'angoscia, la colpa, la noia, il conflitto, il tragico e tutte quelle esperienze aspre e dolorose che l'uomo psichicamente responsabile deve sapere fronteggiare. Vi è qui una reazione salutare contro alcuni luoghi comuni dell'etica fàcilistica che con frequenza sempre maggiore viene difesa nella pedagogia, nella psicologia e nella sociologia dei nostri giorni. Il metodo di riportare sempre l'uomo nella sfera sottostante dell'animale e dell'oggetto si trasforma spesso nel presupposto zoologico e ideologico che l'uomo sia una entità soltanto fattuale, del tutto priva di originalità e responsabilità, una specie di robot destinato alla manipolazione. Quest'uomo-cosa, che obbedisce allo schema stimolo-risposta, è, per definizione metafisica, un animale innocente destinato al piacere e alla gratificazione di tutti i suoi impulsi. L'ostacolo, il dolore, la colpa, la noia, l'angoscia, la mor¬ te, non sarebbero quindi situazioni inevitabili da fronteggiare virilmente, ma solo torture che infligge una società sadica e repressiva. L'etica del signorino soddisfatto e viziato in ogni sua tendenza o pretesa, immunizzato da ogni rischio, è, a mio avviso, una ideologia irrealistica e corruttrice, come tutte'le etiche facilistiche. Il mestiere di vivere non ha certo bisogno di traumi inutili ma richiede coraggio c responsabilità. Alcune prove, alcuni ostacoli saranno sempre ardui e duri da affrontare. Per questo motivo una terapia psichica e pedagogica che critica l'opportunismo e la disinvoltura del « sempre più facile ». può evitare dannose illusioni e amatissimi disincanti. Remo Cantoni

Luoghi citati: America, Firenze