Si inasprisce la vertenza dei marittimi A Genova navi ferme (anche la Raffaello) di Filiberto Dani

Si inasprisce la vertenza dei marittimi A Genova navi ferme (anche la Raffaello) Scioperi per il contratto, previdenza, sviluppo della flotta Si inasprisce la vertenza dei marittimi A Genova navi ferme (anche la Raffaello) Gli equipaggi chiedono la continuità del lavoro, riposi più lunghi tra un viaggio e l'altro - Replicano gli armatori: «Bisogna ridurre al massimo i tempi "morti" di esercizio, le cui passività raggiungono anche decine di milioni al giorno» - 11 riassetto della flotta preoccupa i sindacalisti per le conseguenze sull'occupazióne (Dal nostro corrispondente) Genova, 7 gennaio. /; conflitto fra i marittimi e l'armamento statale e privato continua ad essere inasprito dagli scioperi. Slamane, a Genova, le navi bloccale erano cinque: la Raffaello, la Stromboli, e tre traghetti, il Carducc', il Curalis, e il Canguro rosso. Sulla Raffaello, ammiraglia della flotta mercantile italiana, l'equipaggio e sceso in sciopero alle 9,30 per 24 ore; sidle altre quattro navi, invece, l'agitazione, anche questa di 24 ore, si è conclusa stasera. Alla Spezia, e stata bloccata la motocistema « Capo Mare »; a Savona,, la carboniera «Drin». Sempre slamane un migliaio di marittimi in sciopero (fra cui quelli imbarcati sulla Galileo Galilei, Giuseppe Verdi e Ugolino Vivaldi che si sono astenuti dal lavoro per 3 ore) sono sfilati in corteo per le vie del centro cittadino, inalberando striscioni e cartelli e manifestando poi in piazza De Ferrari, davanti alla sede dell'« Italia », una delle quattro società di navigazione del gruppo Fiumare. I molivi dell'agitazione sono noti: rinnovo del contratto nazionale di lavoro per i dipendenti della Fiumare, soluzione dei problemi previdenziali falla quale sono interessati anche i marittimi dell'armamento privalo) e sviluppo della flotta. Un contratto che garantisca la « continuità di lavoro » e il riposo, sembra essere alla base della controversia. I marittimi non sono operai o impiegati fissi; essi sono iscritti in tutti i porti d'Italia su speciali registri che regolano i turni di avvicendamento a bordo. Un marinaio o un cameriere possono navigare sei mesi sulla nave di. un armatore, per poi restare a terra — scaduto il periodo d'imbarco — in attesa di essere chiamati sulla nave di un altro. Il marittimo, quindi, non sceglie la nave, ma s'imbarca in seguito alla chiamata, che può tardare anche un anno, a seconda delle richieste. C'è poi il problema del riposo. « Il marittimo, dicono i sindacalisti, non può essere un cavallo in continuo movimento. Una volta, con soste nei porti di parecchi giorni fra un viaggio e l'altro, egli aveva la possibilità di trattenersi in famiglia ogni due o tre settimane, in media; oggi, con le soste ridotte a poche ore, il " salto a casa " non è più possibile e i turni d'imbarco si traducono in lunghi esilii che durano mesi e mesi ». Replicano gli armatori: « Prima o poi troveremo una soluzione, ma è opportuno tener presente la necessità, sempre più pressante, di impiegare economicamente le navi riducendo al massimo i tempi " morti " di esercizio, e cioè le sost,e improduttive, le cui passività raggiungono in certi casi il valore di decine di milioni al giorno ». .. Altro problema è quello dell'adeguamento delle pensioni già concesso dall'Inps (pensioni pari al 74 per cento della retribuzione anziché all'attuale 65 per cento). I sindacalisti ricordano che da « oltre dieci mesi è stato elaborato un progetto di decreto legge, che doveva essere portato all'approvazione del Consiglio dei ministri nello scorso mese di novembre ». a o , e i , , o o s é I a e l o o i Al momento conclusivo della procedura, aggiungono, « gli unici legislativi dei competenti ministeri, pur avendo partecipato alla stesura del progetto di decreto, hanno rilevato la improponibilità del progetto stesso in quanto il suo contenuto costituiva materia per la quale s'impone la procedura parlamentare del disegno di legge ». Terzo problema sul tappeto, lo sviluppo della flotta. Le organizzazioni sindacali concordano sulla necessità di ristrutturare la flotta a partecipazione statale, ma sono preoccupate delle conseguenze sull'occupazione. Si discute su due progetti: il primo predisposto dal comitato tecnico consultivo 'dell tri, il secondo dal ministero della Marina Mercantile; essi saranno poi confrontati e unificati dal Cipe. Attualmente le quattro compagnie del gruppo Fiumare (Italia, Lloyd Triestino, Adriatica e Tirreniai impiegano 10.3(17 unità tra ufficiali, sottufficiali e marinai. Il piano e i o e . Iri prevede una diminuzione j di 327H posti di lavoro, mentre il progetto del ?ninistero della Marina Mercantile limita la contrazione del personale a 2287 unità. Secondo il primo piano la consistenza futura della flotta dovrebbe essere di 71 navi per 761.578 tonnellate: le navi da rudiure sarebbero 41, quelle di nuora eostruzione I 22 per 280.000 tonnellate. Molte delle nuove unità sa- | rebbero portucluutte da 27 mila tonnellate o altre navi merci a tecnologia avunzutu come le « portacontainers ». Il progetto del ministero prevede: una consistenza della flotta di SO navi per 779.818 tonnellate, la costruzione di 25 unità per oltre 265.000 tonnellate. Il ministero della Marina Mercantile è sostanzialmente contrario al tipo portachiutte, non ritenendo le « ottimali » e mira a puntare su « portucontainbrs » o su altra navi', di tipo tradizionale, ma a tecnologia avanzata. Filiberto Dani Genova. Il corteo dei marittimi in sciopero a piazza de' Ferrari, davanti alla sede di una società di navigazione (Tel. Ansai

Persone citate: Galileo Galilei, Giuseppe Verdi, Lloyd Triestino, Ugolino Vivaldi

Luoghi citati: Genova, Italia, Savona