Nel vicolo dove è nato il cantante di Adriaco Luise

Nel vicolo dove è nato il cantante Fino a pochi anni fa era analfabeta e povero Nel vicolo dove è nato il cantante Massimo Ranieri non torna più nel quartiere di Napoli, dove ha vissuto l'infanzia - « Ci ha tolto dalla miseria in cui eravamo - dice la madre - ma in fondo lo abbiamo perduto : oggi appartiene al pubblico » (Dal nostro corrispondente) Napoli. 7 gennaio. Massimo Ranieri, il ragazzo dai modi semplici che ha soppiantato Morandì e Villa nelle simpatie del pubblico, è un ex scugnizzo napoletano, fino a pochi anni fa analfabeta e poverissimo. Si chiama Gianni Calane, ha vent'anni, come il titolo della canzone che gli ha portato fortuna. Quartogenito di otto figli, ha mosso i primi passi nel mondo della musica leggera tra i posteggiatori dei ristoranti di Santa Lucia, adattandosi a tutti i mestieri per « tirare a campare ». Agli occhi di molti e autentici scugnizzi che ancora affollano le strade di Napoli costituisce, suo malgrado, un mito seducente. In città, tanti lo ricordano quando correva per via Toledo e sotto i portici dell.a galleria Vm- | berlo I e sì affannava col suo vociane a vendere ì giornali: oppure, ragazzo di bar, saliva le scale degli uffici por- I tando coffe e bibite agli impiegati. « E' vero — dice la madre Giuseppina Amabile, di 48 anni, una donna tipicamente j napoletana — ha avuto fortuna, non ci fa mancare niente. Ci ha tolto dalla miseria in cui vivevamo, ma in fondo lo abbiamo perduto. Oggi appartiene al pubblico. Anche j ieri sera, al Teatro delle Vittorie, dopo il primo abbracciò, la folla dei giornalisti e ; dei fotografi ci ha divisi. Io j e mio marito siamo tornali stamane a casa senza averlo più rivisto. Però non è mutato mio figlio, i suoi pen- j sieri sono tutti per noi ». « Massimo Ranieri è un ra- I gazzo con la testa a posto », commenta oggi la gente in \ via Egiziaca, a Pizzofalcone, l'angusta e antica strada che | domina dall'alto il borgo marinaro a Santa Lucia. Qui il cantante è nato e ha vissuto gli anni miseri e tristi della sua infanzia; quando il padre Umberto, di 53 anni, operaio agli altiforni dell'Italsider di Bagnoli, riusiva a stento a sfamare la sua numerosa prole. Lucia Torricelli, la portiera dello stabile dove un tempo, al primo piano, in un appartamentino di tre stanze abitava, la famiglia del cantante (ora si è trasferita da un anno in via Petrarca, la zona residenziale di Posillipo) non nasconde la sua contentezza. « E' come se avesse vinto un figlio mio ». Annu SatrÒvena, titolare di una sartoria dove per molti anni ha luvorato come sartina la sorella dì Ranieri, Nunzia di L'I anno, dice: « Non ci ha dimenticati. Anche se non è più tornato, ha sempre qualche pensierino per i suoi vecchi amici. Cerio adesso non è più il ragazzo che ricordiamo. Allora si chiamava Gianni e si tratteneva ore e ore a parlare dei I suoi progetti ». Via Egiziaca, a Pizzofulco Icca j ne, conserva lo stesso volto di quando Massimo Ranieri ragazzo si aggirava per i suoi vicoli cantando a squarciugo la O sole mio. Non manca nemmeno un rappresentante della famiglia Calane nel quartiere. Ce Pasquale, il fra- Iella sedicenne del cantante, che quando può scappa da Posillipo per dare quattro calci al pallone con i vecchi amici. Anche lui vuole diventare celebre, ma nel mondo del football. Gioca fra gli allievi del Napoli, Chiappella la ha provato e sembra abbia visto in lui la stoffa del campione. Adriaco Luise

Persone citate: Cerio, Chiappella, Gianni Calane, Lucia Torricelli, Massimo Ranieri

Luoghi citati: Napoli, Posillipo