"Chi fuma 15 sigarette ogai giorno rischia di morire prima dei 65 anni" di Carlo Cavicchioli
"Chi fuma 15 sigarette ogai giorno rischia di morire prima dei 65 anni" Allarmante rapporto d'uno dei massimi Istituti medici britannici "Chi fuma 15 sigarette ogai giorno rischia di morire prima dei 65 anni" Trentamila decessi l'anno in Gran Bretagna per il fumo - Gli autorevoli clinici chiedono al governo di vietare la pubblicità alle sigarette, proibire la vendita nei distributori, fare stampare sui pacchetti (come in Usa) un monito sui pericoli del cancro - Grande impressione a Londra (Nostro servizio particolarel Londra, 5 gennaio. Il vizio della sigaretta « uccide gli inglesi in proporzioni epidemiche »: non meno di 30 mila persone, in età compresa tra i 35 e i 64 anni, muoiono ogni anno nel Regno Unito a causa del fumo. Cosi afferma il rapporto pubblicato oggi dal Royal College of Physicians e considerato come il più autorevole e approfondito studio sui pericoli del tabacco che sia stato finora intrapreso. La relazione, lunga 150 pagine, ritiene che l'abitudine dei sigari e della pipa sia lievemente meno rischiosa di quella delle sigarette e raccomanda che il commercio di queste ultime sia drasticamente scoraggialo e possibilmente abolito. « Comprare un pacchetto di sigarette è come comprare un biglietto per la lotteria della morte »: un fumatore ha due probabilità su cinque di andarsene da questo mondo prima di avere compiuto i sessantacinque anni. Il Royal College of Physicians, presieduto da Lord Ro- e e - senheim, è uno dei più importanti istituti medici del paese. Il documento è stato compilato sulla base di minuziose ricerche sui decessi registrati in Gran Bretagna nel 1968, fra i cittadini maschi dai 35 ai 64 anni: in totale i morti sono stati 99.082. Circa un terzo di questi, esattamente 30.786, debbono la loro fine prematura a malattie connesse con il fumo: e in 24 mila casi la relazione è diretta, cioè si è trattato di cancri ai polmoni o di disfunzioni cardiache o circolatorie legate al vizio del tabacco. Il rapporto aggiunge che per le stesse ragioni hanno perso la vita 3500 fumatrici di sigarette. Il rapporto, cui hanno cooperato quindici esperti di medicina del settore, si appella al governo affinché metta fine all'« olocausto ». In particolare chiede: 1) che non si stimoli più tale tossicomania legalizzata vietando tutte le forme di pubblicità delle sigarette; 2) che non si vendano più sigarette ai distributori automatici « alla portata pure dei bambini»; 3) che sia obbligatorio per i fabbricanti stampare su ogni pacchetto, come già si fa in America, un ammonimento ben visibile sui rischi di cancro; 4 ) che si « salvino vite » riducendo le tassazioni sui sigari e sul tabacco da pipa, considerati un po' meno dannosi. « Ogni persona che consumi 15 sigarette al giorno — si legge nel rapporto intitolato " Salute e fumo " — raddoppia le sue chances di morire nel periodo della mezza età: se riesce a smettere, diminuisce via via le probabilità, ma occorrono anni prima che i suoi polmoni siano puliti ». Il 90 per cento dei decessi per cancro ai polmoni è dovuto, fra i maschi, al fumo: nelle donne la proporzione è del 40 per cento. Un quarto dei decessi per disfunzioni alle coronarie è da attribuire alla stessa ragione. Nelle bronchiti letali il tasso è del 75 per cento. « E' così evidente che il consumo delle sigarette provoca il cancro ai polmoni — osserva il documento — che non occorrono più esperimenti per la conferma ». La relazione accusa il governo di avere fatto finora tsiblbgSIIIIIIIIIIIIIINIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII troppo poco per curare la spaventosa piaga sociale: tale inattività, si rileva, è spiegabile in parte con il particolare che dalle tasse sui tabacchi (che in Gran Bretagna non sono monopolio di Stato) l'erario ricava annualmente 1200 milioni di sterline, cioè 1300 miliardi di lire. Ma se si riuscisse ad abolire il vizio del fumo, aggiunge il Royal College of Physicians, forse si risparmierebbe altrove, soprattutto sui conti sanitari, quel che si perderebbe in introiti fiscali. Carlo Cavicchioli
Persone citate: Salute
Luoghi citati: America, Gran Bretagna, Londra, Regno Unito, Usa
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