Anti-droga in Francia
Anti-droga in Francia ANALISI Anti-droga in Francia (La nuova legge, durissima coi trafficanti, mira a! recupero dei tossicomani) L'altro giorno un ragazzo è morto a Parigi per una dose eccessiva di morfina. E' la prima vittima della droga del '71. La Gazzetta Ufficiale era appena uscita con il testo della nuova legge anti-stupefacenti, che prevede sanzioni non soltanto contro i trafficanti (com'era sinora), ma anche contro i tossicomani, e concede maggiori poteri alla polizia ed alla magistratura nella lotta ai contrabbandieri. La legge s'ispira tuttavia al princi■ pio che « è meglio guarire che punire » ed offre agli intossicati ampie possibilità di recupero. Quel ragazzo morto in solitudine a Parigi (l'iniezione gli era stata fatta da un compagno, che poi l'aveva abbandonato nell'alloggio in cui abitavano), avrebbe potute curarsi gratuitamente in un dispensario specializzato senza neppure denunciare il suo nome, se non lo avesse voluto; e soltanto in caso di rifiuto alle cure sarebbe stato condannato al carcere. Essere dediti alla droga in Francia non costituiva di per sè, fino ad oggi, un reato perseguibile dalla legge; i tossicomani venivano però egualmente condannati per detenzione di stupefacenti. Ora si può finire in prigione per una sigaretta all'hashish o un'iniezione di morfina, ma il giudice ha la facoltà di sospendere la pena se il drogato accetta il ricovero in clinica per farsi disintossicare. Nei casi più gravi e noti il magistrato può, a suo insindacabile giudizio, costringere il tossicomane a sottoporsi ad un trattamento medico che lo liberi dal vizio. I«filosofi della droga» protestano contro quest'« attentato alla libertà personale » ed accusano lo Stato di tollerare due vizi — secondo loro — altrettanto nocivi, quali l'alcool e il fumo: vi sono in Francia un milione e mezzo di alcoolizzati e 700 mila malati di bronchite cronica, dicono, e si muore di cancro al polmone non meno che di stupefacenti; ma poiché vino e tabacco rendono all'erario somme favolose, lo Stato non interviene. E' un argomento polemico già usato negli Stati Uniti dai « profeti » del Lsd. Tuttavia è privo di reale consistenza: non si può tollerare un male perché altri mali esistono, chiudere un occhio davanti al furto perché molti rubano. Relativamente mite e comprensiva verso chi usa drogarsi, la legge è inflessibile con i trafficanti, che rischiano pene da 10 a 20 anni e multe fino a 500 mila franchi (circa 60 milioni di lire). E' prevista inoltre per i contrabbandieri la sospensione dai diritti civili per 5-10 anni, il ritiro del passaporto e della patente per tre anni. Intossicati e trafficanti potranno essere trattenuti dalla polizia, in stato di fermo, quattro giorni anziché 48 ore (corno per gli altri reati comuni), prima d'essere denunciati alla ma-, gistratura. Tanta severità sembrerebbe ingiustificata: secondo i calcoli più pessimistici, i tossicomani in Francia non sarebbero più di 30 mila, mentre erano centomila nel 1918. Ma la diminuzione è soltanto apparente. La maggior parte dei drogati sfugge alle statistiche. Il vizio si starebbe anzi diffondendo per la scoperta d'uno stupefacente più blando — la marijuana — che costituisce il trampolino di lanciò verso l'uso delle droghe classiche (i derivati dall'oppio), assai più devastatrici. Chiunque può coltivare la marijuana nel proprio giardino, e persino sul balcone in un vaso di fiori. In Francia, secondo la polizia, quesVhobby importato dagli Stati Uniti è comune soprattutto fra gli studenti (qualche caso è stato segnalato anche da noi in Italia); e potrebbe avere conseguenze disastrose per l'avvenire del paese. Alfonso Di Nola
Persone citate: Alfonso Di Nola
Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi, Stati Uniti
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