Le riforme per il '71 Quali le più urgenti?

Le riforme per il '71 Quali le più urgenti? Le riforme per il '71 Quali le più urgenti? Mariotti, Piccoli, Lauricella, Lama (Cgil), Storti (Cisl), Ravenna, Ravecca e Vanni (UH) rispondono sulla casa, la sanità, la scuola, i tributi, i trasporti ( Nostro servizio particolare) Roma, 1 gennaio. Preparate nel 1970 attraverso organiche consultazioni tra il governa e i sindacati, le riforme, saranno il tema politico dominante del nuovo anno. Ma, tra le diverse riforme in cantiere (casa, sanità, scuola, tributi, trasporti), quali sono le più urgenti? A questa domanda rispondono gl'interlocutori di parte governativa e sindacale, direttamente impegnati nell'elaborazione del programma di riforme: i ministri Mariotti (Sanità), Piccoli (Partecipazioni statali) e Lauricella (Lavori pubblici): i segretari confederali della CgiI, Lama, della Cisl. Storti, e della UH: Ravenna per la corrente del psi, Ravecca per quella del psu e Vanni per la' corrente del pri. «Razionale politica della casa, riforma delle strutture sanitarie, una scuola piti moderna e la riorganizzazione del sistema tributario » sono i gradini decrescenti della scala di priorità indicata da Piccoli al settimanale « Vie Nuove ». Ma per realizzare queste trasformazioni, che investono la vita civile ed economica del paese, secondo il ministro « occorre uscire dai facili schematismi e dalle strategie di una contestastone disgregatrice per trovare, attraverso un corretto confronto parlamentare che mantenga in un equilibrato contesto i rapporti tra maggioranza e opposizione, soluzioni che richiedono una responsabile presa di coscienza delle forze politiche, economiche e sindacali ». Oltre a questa chiarezza politica, un'altra condizione necessaria per attuare le riforme è «una ripresa economica che trovi il suo giusto supporto nel decollo del Mezzogiorno », perché dalla soluzione dei problemi del Sud dipende lo stesso sviluppo del Paese. Nell'interno delle aziende, infine, va instaurato — a giudizio di Piccoli — un « nuovo rapporto », che consenta una più ampia partecipazione dei lavoratori. Per il ministro Lauricella la riforma della casa, dando abitazioni popolari a fitti bassi, è la più pressante e per questo motivo egli ha presentato un «pacchetto di provvedimenti », che fronteggeranno la crisi edilizia e porranno le premesse della riforma urbanistica. Questi sono, a suo parere, gli obiettivi raggiungibili sulla base di realistiche considerazioni. Sul piano delle « priorità astratte » ha elencato una serie di riforme, da quella urbanistica a quella dell'assetto del territorio, che dovrebbero dar preminenza all'interesse pubblico anziché alla speculazione privata. Mariotti, titolare del dicastero della Sanità, giudica urgente « la messa a punto, nel giro di poche settimane, in sede di comitato per la prò-1 grani mozione economica, del-', la riforma sanitaria, che pre- ! vede il servizio sanitario na-I zionale sulla base degli oc- \ cordi raggiunti con i sindavati, senza interferenze da j parte di chicchessia, e la sua \ approvazione nel Consiglio dei ministri, in modo che sia presto consegnata al Parlamento ». « In questa maniera — conclude — si può pensare che la riforma sanitaria possa essere un fatto compiuto nei primi mesi del 1971 ». Ed ecco le risposte dei di- ì rigenti sindacali. Lama (Cgil) indica nell'ordine « servizio j sanitario, casa, nuova politica economica che miri ad annui- ! lare il sottosviluppo del Mez-\ zogiorno». «Per affrontare con) la necessaria efficacia questi nodi — dice —, nel 1971 dovrà proseguire il processo all'unilà sindacale ». perché la divi- j sione costringerebbe ogni or- j ganizzazione ad « abbassare il tiro ». cioè a ridurre le prò- ! prie prospettive in conlini più lisi retti. Anche per Storti (Cisti casa e sanità sono i traguardi più urgenti per migliorare le condizioni dei lavoratori, ma > costituiscono nel contempo : « i prodromi di un'azione più j vasta destinala ud investire l'assetto scolastico, il sistema dei trasporti e. più in generale, i rapporti fra uomo e am biente ». Ma nessuna riforma sarà efficace se non è inquadrata nella strategia di ag-1 datAcidifoziutosl'4zIMmpressione della «vera arretra-1la* del nostro sistema: « hperdurare di massicce quote di disoccupazione e sottoecu- •■ )"'-ione ». | Ravenna (segretario socia- lista della Uil) ravvisa un col- legamento strategico Ira lot-1la per le riforme e società, e |ritiene che i sindacati debba- :no ottenere nel PITI ttrisul- tati concreti», pena la crisi tlclla politica confederale. :Vanni, segretario repubbli-I(ano della Uil, considera urgente la riforma tributaria per pagare il costo delle altre riforme e ritiene che «sembra esistere effettivamente lw disponibilità governativa» ad attuare il piano riformatore. Anche Ravecca. segretario socialdemocratico della Uil, indica come- prioritaria la riforma dei tributi per finanziare le riforme ed operare un trasferimento più completo della ricchezza. 1. f. alla legge Brodolini sulle pensioni, che prevede il loro adeguamento al costo della vita ogni inizio d'anno. L'aumento medio sarà di circa 1500 lire. Le pensioni pagate dall'Inps sono 8 milioni e mezzo. Sempre da oggi, è diminuito il prelievo fiscale sui redditi minori e di medio importo dei lavoratori dipendenti. La quota di reddito esente dall'imposta di ricchezza mobile è infatti salita da 240.000 a 600.000 lire annue. Per i lavoratori autonomi la quota esente 6 fissata in 300.000 lire. (Ag. Italia) Le pensioni dell'Inps sono aumentate del 4,8% Roma. 1 gennaio. Con oggi le pensioni dell'Inps sono aumentate del 4.R per cento. La maggiora- zione e automatica, in base IMIIIIIllMIIIIIMIIIEnUinillllinillllMIllllllllllllllIllllllllMII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIItllMIMIIIIItlllltilH I consigli pastorale e prdiocesi rimasta senza vestraordinaria amministra(Nostro servizio particolare) Tortona. 1 gennaio. Hanno vinto i moderati a Tortona, tra i laici e i religiosi impegnati da oltre un dtimleinno per dare un nuovo as- usetto alla diocesi priva del vescovo dal novembre 196!). I consigli presbiteriale e pastorale, i due organi più rappresentativi della diocesi tortonese (composti in totale da 68 membri tra religiosi e laici), hanno votato su tre mozioni presentate da altrettanti sacerdoti: un vero e proprio referendum che doveva rappresentare un modo j per risolvere la crisi di go, verno che dura da quando si nme « rimCvcapzipFfi IIlllllllllllllllllllllllItllllllllHIIItlinilllllUII presbiteriale hanno approv vescovo • Gli eletti affiantrazione - Bocciata una pdimise, ufficialmente per motivi di salute, il vescovo mons. Francesco Rossi. Si pensava che Tortona volesse muoversi contro Roma; un» delle mozioni poteva suo naie, se avesse ottenuto la maggioranza, come una vera e propria proclamazione di « sciopero ». Invece, nello spirito del Concilio per dare maggiore democrazia alla Chiesa, la maggioranza dei votanti (il 50 per cento circa) ha dato il proprio appoggio alla prima delle mozioni, quella più moderata presentata da mons. Lorenzo I Ferrarazzo direttore dell'Ufficio catechistico. « Tutto il clerQ della diocesi — dice la mozione — previa consultazione preventiva dei laici più impegnati, è invitato ad eleggere cinque suoi rappresentanti che affianchino il vicario capitolare (mons. Carlo Angeleri di 77 anni che sostituisce il vescovo, ma che in realtà non i ha alcun potere dipendendo, per qualsiasi atto che non sia di ordinaria amministrazione, dal Vaticano; n. d. r.) nel governo della diocesi ». « Sarà loro compito — prosegue la mozione — programmare e promuovere l'azione pastorale e ogni altro atto di governo, utile al bene della comunità diocesana; valorizzare in sede di iniziative e di studio, l'apporto dei consìgli presbiteriale e pastorale: consultare tutto il clero ed eventualmente anche i laici, in ordine agli atti di governo che superino la ordinaria amministrazione, attenendosi al parere responsabile espresso dalla maggioranza: sottoporre ogni decisione al vicario capitolare cui compete chiedere a Roma le necessarie facoltà; mettersi a disposizione del clero e dei l fedeli, almeno due giorni la \ settimana, nel centro diocesi e nei principali centri zona ». Come si vede, è un documento che non può essere considerato come contesta| zione, ma come presa di posizione energica contro l'inattività alla quale la diocesi è costretta da oltre un anno dal Vaticano, per la mancata nomina del nuovo vescovo, promesso da mesi, ma mai giunto. I risultati del referendum verranno ora sottoposti a mons. Angeleri: è dato per scontato che il vicario capitolare li approverà e quindi si provvederà alla nomina dei cinque rappresentanti del clero e dei fedeli. Poco più del 20 per cento dei voti è stato I conquistato dalla seconda I mozione, presentata da don Mclagugae llaSidvdvrstpn iuiuiiiimiiililitiiiiiiiiiililiiMiiiillliiii IIIII vato una mozione per rncheranno il vicario capproposta che chiedeva uMassone, assistente della Fuci di Voghera. Invitava tutta la comunità diocesana a «pregare, riflettere e discutere per un determinato periodo »; dagli incontri sarebbe dovuto affiorare lo « stato d'animo e la volontà di tutta la dio- I Mons. Carlo Angeleri ll min unni 11n■ n111111111nhni11m1111!1 isolvere la crisi della itolare per gli atti di no sciopero dei preti cesi », volontà che dovrebbe portare « all'azione piena di carità ma anche di coraggio con la sola preoccupazione di costruire il regno di Dio ». Un dieci per cento dei voti è andato infine alla terza mozione, la più impegnata, presentata da un parroco del Pavese, don Mario Varni di Canevino. Era, come dicevamo, un invito allo sciopero, che non è stato accolto. Anche se questa mozione ha ottenuto soltanto il dieci per cento dei suffragi, essa è pur sempre un'indicazione del fermento che regna nella diocesi per la prolungata attesa dei nuovo vescovo; assieme alla chiara presa di posizione contro l'inattività, espressa dalla mozione di mons. Ferrarazzo, questo stato d'animo dovrebbe consigliare i responsabili a sbloccare al più presto la situazione della diocesi di Tortona, una delle più vecchie (è stata fondata da San Marziano nel secondo secolo) e delle più ampie con H00 mila abitanti e 311 parrocchie nelle province di Alessandria, Pavia e Genova. e r m e r. m. 1u11n11■ 111ni<11111111111111m1111 11in11111miihi