Processo in Belgio agli amanti diabolici di Vittorio Zucconi

Processo in Belgio agli amanti diabolici Imputati un italiano e una belga Processo in Belgio agli amanti diabolici Sono accusati di aver ucciso il marito della donna, un altro italiano - Il cadavere venne bruciato su un'auto per simulare il suicidio L'uomo è detenuto in Italia per un furto nostro servizio Bruxelles, lunedì mattina^ Si apre oggi a Mons il processo per il « delitto dei Paesi neri», come lo hanno definito i giornali belgi, la « più atroce coproduzione italo-belga degli ultimi anni ». Gli imputati sono una vedova belga di 37 anni, Marcelle Vanopdenbosch, e un italiano, Domenico Cannone che non comparirà in tribunale perché detenuto in Italia per furto di motoretta. I due sono accusati di avere ucciso a colpi di doppietta il marito della Vanopdenbosch, un altro italiano, Vittorio Stefani e di averne bruciato il cadavere nella sua macchina per simulare un suicidio. L'attesa per il processo è enorme e da parecchi giorni i quotidiani belgi dedicano intere pagine di rivelazioni, interviste e nuove testimonianze. La curiosità del pubblico è stimolata dal mistero che ancora circonda la vicenda. I due « amanti diabolici » si rilanciano da un paese all'altro la responsabilità del delitto. La donna riconosce di essere state complice del Cannone, perché la ricattava minacciandola di uccidere i due figli, ma nega di avere collaborato alla morte del marito. L'italiano risponde accusandola di avere architettato il delitto e la successiva messinscena e afferma che proprio lei sparò il colpo di grazia contro il marito ancora vivo. Il corpo carbonizzato di Vittorio Stefani, nato ad Arco nel 1925. ex minatore e proprietario di un piccolo negozio, venne trovato nella sua automobile bruciata in un parco vicino a Roselies, nella zona carbonìfera del Belgio, nei « Paesi neri ». L'autopsia rivelò che la vittima era giunta già cadavere nel bosco: nonostante le fiamme il corpo mostrava ancora segni delle ferite alla schiena prodotte da una carabina. L'ipotesi del suicidio cadde immediatamente e i sospetti si accentrarono sulla moglie e sul suo amante, Domenico Cannone. Dopo mesi di interrogatori, la donna crollò e raccontò che il suo amico era entrato in casa minacciando lei e i bambini con il fucile dello Stefani. Aveva poi costretto il marito della sua amante a mettersi faccia al muro, uccidendolo con tre colpi alla schiena. Dall'Italia, Domenico Cannone ribatté che la donna lo aveva fatto entrare in casa, aveva legato il marito e lui gli aveva sparato ella schiena. Ma lo Stefani era ancora vivo e la Vanopdenbosch aveva afferrato l'arma finendolo con due colpi al petto. L'autopsia, però, ha provato che i proiettili entrarono nella schiena, e l'opinione pubblica belga sembra propensa a dare più credito alla vedova. Domenico Cannone è at tualmente detenuto a Pescara in attesa di processo. Oggi a Mons la polizia ha predisposto un imponente servizio d'ordine Vittorio Zucconi

Persone citate: Domenico Cannone, Vittorio Stefani

Luoghi citati: Arco, Belgio, Bruxelles, Italia, Mons, Pescara