Squadra da scudetto lo ha detto il "derby,, di Giovanni Arpino

Squadra da scudetto lo ha detto il "derby,, Squadra da scudetto lo ha detto il "derby,, Milan Inter 3 0 INTER: Vieri 7 (Bordon dal 66', 7); Burgnich 6, Pacchetti 5; Fabbian 5, Glubertoni 5, Cella 5 (Bellugi dal 81' s.v.), Reif 4; Frustalupi 5, Mazzola 6, Bertini 6, Corso 6. MILAN: Cudiclni 7; Anquilletti 5, Trapattoni 6; Rosato 7, Schnellinger 6, Blasiolo 7; Combin 8, Villa 8, Benetti 6, Rivera 6, Prati 6. N. 12 Vecchi, n. 13 Rognoni. Arbitro: Gonella, 5. Spettatori: 80.000 circa, di cui 61.477 paganti; incasso 159 milioni 461.200 lire (nuovo record per il derby). Reti: Biasiolo (M.) al 51'. Villa (M.) al 69' e Rivera (M.) al 78'. Milano. I tre gol che hanno travolto l'Inter, autori Biasiolo, Villa e Rivera (Tel. Olympia) nostro servizio Milano, lunedi mattina. Dopo essersi arresa al Cagliari di Riva, l'Inter è crollata anche di fronte al Milan di Rivera, Villa, Biasiolo. La caduta è fragorosa, i cocci moltissimi. Probabilmente nasceranno furie da parte dei tifosi, « regolamenti » e contestazioni interni, se non addirittura colpi di mano al vertice della società. San Siro, culla primigenia del football, ha decretato pollice verso ai nerazzurri, ormai disintegrati fino a suscitare commozione. Un punteggio severo ma più che legittimo (i rossoneri hanno creato almeno sei-sette palloni-gol, e il risultato avrebbe potuto essere addirittura tennistico, quindi umiliante) relega l'Inter al ruolo di comprimaria in' questa annata calcistica. I suoi reparti non costituiscono più un organismo, fabbricano una larva di gioco fino al limite dell'area avversaria, mantengono un centrocampo labirintico e ossessivo a trame di passaggini e trabocchetti senza sbocco, la difesa non gode di prote- zione, l'assenza di una punta come Boninsegna fa sì che neppure una palla-gol venga creata a danno altrui. Sono difetti più volte indicati e sottolineati, ma l'Inter non ne guarisce: anzi vi si incancrena sempre di più proprio perché non riesce a elaborare altri schemi. Le antiche debolezze si sono aggravate fino all'atarassia, la squadra regge su pochi campioni non più in « età agonistica » e su troppi giocatori mediocri, confusionari, rozzi fino alla paesanerìa come Giubertoni o lenti e ingarbugliati come un Frustalupi. Mazzola, se ha un pallone, non sa a chi appoggiarsi, se e in avanti si trova solo tra quattro avversari (e Rosato non gli ha concesso un centimetro di spazio, a San Siro). Un'Inter che ha ancora certi polmoni, ma è del tutto priva di unghie e di idee, e dovrà difendersi a spron battuto come una provinciale, se non trova nell'immediato futuro rimedi tattici alle sue debolezze. Le « quadrate legioni » di Rocco godono tutt'altra salute: gli innesti di Biasiolo e Benetti hanno rinvigorito il centro campo e dnto sostanza all'attacco: a Villa, un attaccante incisivo, coraggioso e ricco di fiuto per il gol, nessuno leverà più il posto tra gli avanti rossoneri. Riocra ha giocato al settanta per cento delle sue possibilità, ma questo è un Milan con schemi, temi, volume di gioco che si sostengono anche senza il tocco prezioso del numero dieci rossonero. Nel primo tempo, Rivera è spesso stato « saltato » per la spinta velocissima impressa da tutti alla partita, nel secondo si è rimesso in sella e ha approfittato dell'Inter scoordinata e disperata all'attacco per pennellare astuti e decisivi passaggi in contropiede, i Burgnich ha bloccato Prati, ma chi si è rivisto? Nientemeno che Combin, il quale ha fatto soffrire moltissimo Facchetti. ha impostato azioni lucide e precise, ha dato il via al primo gol. insomma si è SAN SIRO ESALTA SOLTANTO IL MILAN comportato in novanta minuti come un prezioso « suggeritore » dalla zona d'ala. Dietro, il Milan ha un «bunker» che poggia su Trapattoni e Schnellinger, su Rosato e Anquilletti (il più sfuocato di tutti). Tra il «bunker» e l'attacco viaggiano Biasiolo e Benetti. Il primo è una vera « voce nuova » dei nostri centrocampi. Corre, si smarca, rientra e sì inserisce con gran voglia e senso della manovra. Insomma. Rocco può fregarsi le mani: ha saputo rinnovare la squadra, l'ha dotata di schemi precisi, persino in grado di condurre un gioco arrembante nei momenti più alti della partita. E' un avvertimento per tutti: seguitando su questo ritmo, il Milan si propone come il candidato più serio allo scudetto. Nelle sue linee spettacolari (e con la gran cornice attorno: un bambino perduto come a Long Island, volti celebri, due editori famosi lesti a scavalcare le transenne con la spinta di un Dionisì a caccia di record) il derby è risultato veloce, accanito, con alta tensione agonistica almeno finché l'Inter non si è trovata sotto di due reti. Ha avuto anche attimi di ribalderia atletica (con un Bertini che ha via via abbattuto tutti i i rossoneri incontrati per stra| da), e l'arbitro Gonella, per lasciar fluire il gioco, forse ha perdonato troppi falli, e per rimediare ha dovuto poi distribuire ammonizioni a Rivera, Bertini. Facchetti, Corso. Sintesi dei gol: al 5' del secondo tempo, su un cross da destra, c'è Combin che penetra in area, tiene palla, dribbla strettissimo, evita cariche, porge a Biasiolo irrompente che fa secco Vieri da tre passi. Al 10' Rivera lanciato da Combin spreca a lato da cinque metri il raddoppio. Al 16' è lo stesso Combin che si libera perfettamente in area e fallisce un bel sinistro teso. Al 21' Vieri, uscendo su Benetti, rotola tra ì fotografi, si ammacca e viene sostituito da Bordon. Al 24', secondo gol: da Benetti a Prati, a Rivera che al volo batte a rete. Bordon riesce a respingere corto, sciabolata bruciante di Villa, il tutto in un'azione velocissima di contropiede che abbatte definitivamente l'Inter già dissestatasi per recuperare in avanti. Al 28' Prati vede deviato un suo pallone di testa da Bordon sul palo (anche questo passaggio gli era venuto da Combini. Ormai il Milan si diverte a « toreare » e giocare con facilità incredibile, al 44' Rivera coglie benissimo un passaggio dì Benetti e fa 30. Giovanni Arpino

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