La vedova: «Eppure chi puntava il mitra mi sembrava il Cardillo»

La vedova: «Eppure chi puntava il mitra mi sembrava il Cardillo» La vedova: «Eppure chi puntava il mitra mi sembrava il Cardillo» Maddalena Baudino, informata dello sconcertante sviluppo delle indagini, ha commentato: «Vorrei che questa tragedia fosse finita. Non chiedo vendetta, ma giustizia» - Com'è stato finora ricostruito il delitto L'orefì.ce Giuseppe Baudino è stalo assassinato mercoledì 14 ottobre. Ecco come è stato ricostruito il delitto dai testimoni che hanno assistito all'assalto alla gioielleria di corso Giovanni Agnelli 90. Ore 15,30. L'orefice è nel negozio, seduto al desco accanto al bancone. Ripara un orologio. La moglie è nella retrobottega. Ore 15,40. Una «Giulia» si ferma davanti all'ingresso della gioiellerìa. Scendono tre banditi. Hanno il capo coperto da calze di nailon. Sono armati. La signora Baudino sente una voce secca: « Mani in alto! ». Dallo spiraglio della porta che dà nel locale vede un giovane: ha un mitra in pugno e lo tiene puntato contro suo marito. La donna fa due passi indietro, per non essere vista. Poi corre in cortile. Grida: « Venite: uccidono mio marito! ». Ma dal negozio si sente il primo sparo, seguito da altri tre colpì. Un attimo di silenzio, poi ancora due detonazioni. Giuseppe Baudino è stato freddato perché si era scagliato contro i banditi ed aveva strappato la maschera ad uno di loro. Il suo corpo è stato trovato vicino alla porta del locale, a qualche metro dal desco dove lavorava. Ore 15,45. I tre banditi terrorizzati sono in fuga. Abbandonano il mitra. Salgono sulla « Giulia ». Scappano a pazza velocità per via Buenos Aires. Svoltano'a destra in via Lunusei. Davanti al numero :i ci sono due « Fulvia coupé ». Al volante un quarto complice che li aspetta. Un solo bandito resta sulla « Giulia » e riparte. Gli altri salgono sulle « Lancia ». Ore 16,45. Gli agenti di una radiomobile trovano in via Buenos Aires, vicino a piazza Pitagora, la « Giulia » dei rapinatori. Sui sedili ci sono due calze di nailon e due pistole. La squadra Mobile ha la targa delle « Fulvia » usate dalla banda. Giovedì il meccanico Paolo Solinas ammet¬ te di aver consegnato una somma eli denaro in cambio di una delle auto, a Giorgio Panizzari. 21 anni. Si scopre che l'altra macchina è di Giuseppe Cardillo, 25 anni. I due la mattina dopo si costituiscono. Il Cardillo entra nel corti¬ le della Questura al volante della propria « Fulvia » e dice al dott. Montesano: « Sono innocente ». // Panizzari va dal sostituto procuratore della Repubblica dott. Marzachì e dice la stessa cosa. Presentano alibi che si rivelano inconsistenti. La domenica se¬ guente, in un attico di piazza Villari, viene catturato Sebastiano Di Luciano detto « il pistolero ». di 25 anni. Sulla « Giulia » è stata rilevata parte di una sua impronta digitale. Nei giorni seguenti le indagini si allargano. Amiche e complici, altre sedici persone vengono denunciate o arrestate. Nel drammatico confronto all'americana che si svolge in Questura, alcuni testimoni riconoscono i tre banditi che continuano et proclamarsi innocenti. Il colpo di scena, è avvenuto sabato notte a Cagliari, quando le indagini sull'assassìnio dell'orefice sembravano ormai concluse coti una triplice denuncia per omicidio a scopo di rapina emessa dal giudice nei confronti di Panizzari, Cardillo e Di Luciano. Raggiunta ieri sera al telefono, la signora Maddalena, vedova di Giuseppe Baudino, ha detto: « Vorrei che questa tragedia fosse finita. Io voglio solo che i colpevoli siano puniti, non chiedo vendetta, ma giustizia. Non posso però dimenticare quel giorno e, come ho già affermato, l'ito- I mo che puntava il mitra con- j tro mio marito, mi è seni- , brato Giuseppe Cardillo ». Maddalena Baudino con la Figlia nel negozio: « Non potrò mai dimenticare quel giorno »

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