Leningrado e la Polonia Polemiche tra psi e pci

Leningrado e la Polonia Polemiche tra psi e pci Socialisti e relazioni internazionali Leningrado e la Polonia Polemiche tra psi e pci VAvanti! scrive: «Bisogna portare avanti la critica più severa a un gruppo dominante che continua la tradizione staliniana» - La replica de l'Unità (Nostro servizio particolare) Roma, 30 dicembre. Una serrata polemica tra i comunisti e i socialisti a proposito dei fatti di Polonia e della sentenza di Leningrado ha riproposto e precisato le linee di fondo che distinguono i due partiti nella concezione del socialismo e delle relazioni internazionali. I socialisti hanno chiesto ai comunisti di non limitarsi alla critica della condotta del partito in Polonia e alle riserve sul modo come è stato svolto il processo di Leningrado: bisogna andare oltre, « portando avanti la critica più severa ad un gruppo dominante che continua, senza più ombra di motivazione storica, la tradizione stali- niana, che è riuscito ad accumulare in questi ultimi anni non errori, ma crimini, che si chiamano invasione della Cecoslovacchia, repressioni a catena all'interno, processo di Leningrado, che è il responsabile indiretto dei fatti di Polonia, che si rende per tale vìa complice di fatto con tutti gli oscurantismi e le persecuzioni che si registrano oggi nel mondo ». L'Avanti! risponde anche all'Unità, che aveva adombrato la tesi dell'aiuto al nemico di classe derivante da una indiscriminata campagna antisovietica. « Noi sappiamo bene, dice il giornale del psi, che l'antisovietismo e l'anticomunismo costituiscono una delle componenti fondamentali dell'ideologia fascista ». Ma « chiamare alla resa dei conti, di fronte al movimento comunista internazionale, un gruppo dominante come quello sovietico, esercitare contro di esso la critica democratica e socialista, battersi contro di esso con le armi ideali e politiche che al comunisti italiani è consentito usare, non significa fare il gioco del nemico di classe, significa, al contrario, lottare per l'unità operaia e socialista in Italia, per la libertà e per la pace nel mondo ». Il giornale del pei risponde, con molte precisazioni, ma soprattutto con la tesi che la critica alla sentenza di Leningrado, e alla politica comunista in Polonia, « deve accompagnarsi ad una eguale rigorosa distinzione dalla campagna dei reazionari, dei conservatori, dei socialdemocratici ». Su Rinascita il sen. Bufalini scrive che i comunisti « non faranno mai » ciò che da varie parti gli si chiede: « Rompere con le grandi forze internazionali che lottano per l'emancipazione di tutti i popoli ». Ieri, su questo punto, Berlinguer aveva scritto che il pei « oggi non ha polemiche con nessuno » all'interno del movimento comunista internazionale. f j j ERVsGAfMcFMzMdGCdlcCnIVABnElpM

Persone citate: Berlinguer, Bufalini