Violenze e proteste anti-spagnole a Bonn, a Londra e a Washington
Violenze e proteste anti-spagnole a Bonn, a Londra e a Washington Dopo le condanne a morte dei separatisti baschi Violenze e proteste anti-spagnole a Bonn, a Londra e a Washington GERMANIA: le rappresentanze di Madrid assalite dai dimostranti in parecchie città - INGHILTERRA: il governo invia un « grave » messaggio alle autorità spagnole - STATI UNITI : duri commenti dei giornali (Dal nostro corrispondente) Bonn, 29 dicembre. (t.s.) La sentenza di Burgos indigna i tedeschi, che avevano reagito tiepidamente alle condanne a morte pronunciate dalla corte di Leningrado. A Francoforte, a Berlino e ad Amburgo centinaia di dimostranti hanno protestato dinanzi a rappresentanze diplomatiche e commerciali spagnole, lanciando bottiglie incendiarie e rompendo finestre, i quotidiani, che nei giorni scorsi avevano taciuto sulla sentenza sovietica, oggi deprecano le condanne a morte spagnole. Per questo atteggiamento differenziato, vi sono diverse spiegazioni: il latente antisemitismo dei tedeschi, che non li induce a compassione per degli ebrei; il trattato con Mosca, che apre vasti orizzonti alle speranze di espansione dell'economia tedesca nell'Est europeo; la mancanza di interessi immediati della Germania in Spagna, congiunta a un certo desiderio di distanziarsi da tutto ciò che sa di fascismo. « Sentenza brutale », « Ingiuste condanne a morte », « Terrorismo », «Sentenze terrorìstiche in Spagna », sono alcuni titoli di editoriali di quotidiani tedeschi di oggi. I giornali scrivono che « il tribunale militare di Burgos ha superato i peggiori timori », che « ci si è beffati di ogni giurisprudenza elementare », che « le irregolarità dì questo processo riempiranno interi volumi ». Il Koelner Stadt Anzeiger esprime il timore che « a nulla serviranno le preghiere e le proteste rivolte al generale Franco », mentre quasi tutti i giornali si augurano che il capo di Stato, spagnolo conceda la grazia, nell'interesse della riconciliazione degli animi in Spagna e del mantenimento della sicurezza in Europa. Londra, 29 dicembre. (r.p.) Il governo inglese ha espresso oggi alle autorità di Madrid la sua preoccupazione per la condanna a morte di sei irredentisti baschi. L'incaricato d'affari spagnolo a Londra, Manuel G. Acebo, è stato invitato a recarsi al « Foreign Office », ove gli è stato consegnato un « grave » messaggio per il suo governo. Un portavoce del ministero per gli Esteri britannico ha poi dichiarato: « Il governo di Sua Maestà ha appreso con profonda preoccupazione le sentenze di morte » contro i sei baschi ed « è fiducioso che, nel rivedere queste sentenze, il Capo di Stato spagnolo terrà conto in pieno delle considerazioni di carattere umanitario ». Il governo inglese ha fatto sapere al diplomatico spagnolo di capire che si tratta di una questione interna della Spagna, ma ha aggiunto che le sentenze di Burgos sono motivo di profonda preoccupazione in Gran Bretagna. Il deputato Denis Healey, ex mi¬ nistro per la Difesa nel governo laborista, ha dichiarato, nel corso di una intervista radiofonica, che un unanime appello da parte dell'Occidente per un atto di clemenza « avrebbe un peso reale sul generale Franco ». Davanti all'ambasciata spagnola di Londra è continuata, oggi, la veglia da parte di i 2 alcune decine di persone. La polizia inglese sorveglia l'ambasciata della Spagna a Londra, in seguito ad alcune minacce anonime, secondo le quali i baschi vorrebbero rapire sei diplomatici spagnoli e le loro famiglie. Un portavoce della « Età », l'organizzazione anti-franchista spagnola, ha dichiarato stasera, a Londra, che i nazionalisti baschi compiranno rappresaglie, se i sei condannati di Burgos saranno giustiziati. Jon Etxebarria, l'anti-franchista che era arrivato a Londra di nascosto due mesi fa, ha detto: « Qualcuno ci rimetterà la vita. Forse un poliziotto, o un militare. Franco è pazzo. Conosco personalmente tutti i sei condannati a morte, mi eremo vicini come dei parenti. Sono solo colpevoli di avere combattuto per la libertà ». New York, 29 dicembre. (m. ci.) Il governo americano non ha confermato le voci secondo le quali starebbe intercedendo presso Madrid nella speranza di indurre il generalissimo Franco alla clemenza. Una delle pochissime informazioni è giunta da Pete Cenarrusa, membro del governo regionale dell'Idaho, lo Stato con la più compatta comunità basco-americana, circa 12 mila persone. Cenarrusa, « secretary of State » dell'Idaho, ed egli pure di ceppo basco, ha dichiarato stamane di aver parlato con lo . « State Deparment » a Washington, e di avere ottenuto « calde rassicurazioni ». I funzionari gli avrebbero detto che, se Madrid non commuterà le condanne, l'America « farà qualcosa ». Lo sdegno acceso dalle sentenze di Burgos non è minore di quello acceso dalle sentenze di Leningrado. Il New York Times — che già nei giorni scorsi aveva duramente criticato il regime di Franco ed esortato Washington ad attenuare le manifestazioni di amicizia verso Madrid — riprende oggi l'attacco. Secondo il quotidiano newyorkese, le sentenze contro i 15 nazionalisti baschi sono « incredibilmente dure » e « non faranno che intensificare la crisi del regime, la più grave da molti anni a questa parte ». In queste settimane, i baschi — leggiamo — sono purtroppo diventati « pedine » nella lotta tra gli ufficiali dell'esercito, spalleggiati dai vecchi falangisti, ed il gabinetto di Franco, in cui siedono uomini che sembrano favorire un gesto di clemenza. Garcia Rebull
Persone citate: Denis Healey, Etxebarria, Garcia Rebull, Pete Cenarrusa
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