Nel cerchio magico del clown

Nel cerchio magico del clown Dopo il film, uno splendido volume di Fellini Nel cerchio magico del clown Federico Fellini: «I clowns», Ed. Cappelli, pagine 406, lire 25.000. , , , ; , , o , i n l n Si sa che iì circo, da lui assomigliato alla vita, è un debole di Federico Fellini, e che il debole di questo debole sono i clowns, ai quali egli ha ora dedicato un magnifico volume, a cura di Remo Renzi, con fotografie a colori di Franco Pinna. E valga il vero: « Costretto a riflettere (si legge nel saggio introduttivo), potrei dire che i clowns — queste figure aberranti, grottesche di ubriaconi, ciabattoni, straccioni — nella loro totale irrazionalità, nella loro violenza, nei capricci abnormi, sono stati un'apparizione della mia infanzia, una profezia, l'anticipazione di una vocazione, "l'annunciazione fatta a Federico" ». Il volume contiene, oltre a questa professione di fede clownesca: la sceneggiatura dello « special » televisivo che applaudimmo all'ultima Mostra di Venezia: scrìtti di Liliana Betti, Oreste Del Buono. Tristun Rcmy, Ornella Volta, Bernardino Zapponi; lettere indirizzate al regista da Annie Fratellini, Pierre Etaix, Groucho Marx, Red Skelton; sette « entrate » di clowns, e infine, curata da Mario Verdone, una ricca antologia sull'argomento: insomma un vero e proprio albero di Natale a più palchi, sfavillante di motivi e di luci. Giacché sui clowns grava, com'è noto, una vasta letteratura decadentistica, talvolta persino un po' uggiosa; ma che qui risulta alleviata dallo stesso piglio ironico e reinventante che già fece di quel telefilm un « documentario di fantasia », ossia irripetibile. Si veda dove Fellini discorre delle due classiche versioni del clown: « il clown bianco » (l'azzimato) e « l'augusto » (lo sciattone). La dicotomia gli si configura come una lotta tra il culto superbo della ragione e la libertà dell'istinto, i due poli opposti della vita: « e in fondo sta il sorriso d'una conciliazione dei contrari: di un tempo, cioè, in cui sia bandita la nostra alienante separatezza ». Che sono in fondo, benché così raffinate — vi cade anche, accomodato al caso, un proverbio di Lao Tse: « Appena ti fabbrichi un pensiero (il clown bianco), ridici sopra (l'augusto) » — le stesse impressioni di pauroso diletto, di allegria patibolare che prova il fanciullo alla vista dei pagliacci d'arena. Ma per quanto l'approccio soggettivo sia l'incanto del libro (come era già del film), non mancano poi parti più riposate da cui il lettore può attingere tutto quello che desidera sapere intorno al mondo dei clowns quale fu ai tempi del suo massimo splendore e quale sopravvive oggi negli struggimenti del tramonto: notizie, biografie, documenti, testimonianze, riflessioni, immagini soprattutto, che davvero ci riconducono nel cerchio magico del clown, inteso come personaggio storico e come universale poetico. Leo Pestelli i

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