Le "Promesse" della Spaak e il nuovo impegno di Dorelli

Le "Promesse" della Spaak e il nuovo impegno di Dorelli Il "musical,, di Neil Simon al Teatro Alfieri Le "Promesse" della Spaak e il nuovo impegno di Dorelli I due protagonisti aiutati dalla comicità di Carotenuto e da Adriana Innocenti « Non m'innamoro più » canta la Spaak accompagnandosi con la chitarra, « Non m'innamoro più » le fa eco Dorelli. La canzone è garbata, la sola forse che si salvi delle pasticciate e pretenziose musiche di quel fracassone di Burt Bacharach, il pubblico s'intenerisce: c'è chi vede nella bionda Catherine l'immagine del suo primo amore (o ultimo, secondo i casi), c'è chi pensa ad alta voce che Johnny è proprio un ragazzo simpatico, insomma è il momento come suol dirsi magico di Promesse... promesse..., il « musical » di Neil Simon che Ga'rinei e Giovannini hanno importato da Broadway e tradotto e adattato per il pubblico italiano. Non che di questi momenti lo spettacolo abbondi, ma la storia dell'impiegatuccio che fa carriera prestando ai suoi superiori la chiave del proprio alloggetto da scapolo per le loro sortite amorose ( ricavata dalla sceneggiatura di un film di dieci anni fa, L'appartamento appunto, di Billy Wilder), questa storia, dicevo, è condita con tutti gli ingredienti che piacciono a una platea in cerca di evasioni. Il risvolto patetico lo offre il tentato suicidio dell'avvenente impiegata sedotta e delusa dal suo vice direttore, e si tratta, manco a dirlo, della stessa ragazza di cui è innamorato il nostro eroe. Alla punteggiatura comica provvedono le figurette di un medico che abita uscio a uscio con il protagonista e una tardona che questi raccatta in un bar e si porta a casa nella sera di Natale. Già, perché è Natale anche sul palcoscenico, il primo tempo òi chiude con un party sotto l'albero, il secondo con una festicciola di Capodanno, la cornice non potrebbe essere più propizia alle rappresentazioni torinesi di questo « musical » che hanno preso il via l'altra sera in uri teatro* Alfieri anch'esso graziosamente infiocchettato con addobbi natalizi. Lo spettacolo gira dall'anno scorso per l'Italia, ne parlammo già da Roma, dappertutto ha ottenuto cordialissime accoglienze, cospicui incassi, indulgenti recensioni. Che altro si potrebbe aggiungere se non che è troppo miele e zucchero, che gli manca quella punta di amaro che era tra i pregi del film, che tra balletti, canzoni e scenette non proprio necessarie finisce col tirarla un po' per le lunghe? Ma Simon, che è di casa sui nostri palcoscenici (suoi sono La strana coppia e Piaza Suite visti nella stagione scorsa, suo è L'ultimo degli amanti infuocati che Walter Chiari porterà tra un mese a Torino) trabocca di mestiere. La regia degli ingegneri Garinei e Giovannini è un meccanismo di precisione, le scene in continuo andirivieni di Robin Wagner e le vivaci coreografie di Michael Bennet, che riproducono quelle dell'edizione originale americana, portano un contributo non indifferente al successo di uno spettacolo che se perde un po' i colpi nel primo tempo, nel secondo trova il suo giusto ritmo anche per merito, bisogna riconoscerlo, della robusta comicità di Mario Carotenuto e della scatenata follìa di Adriana Innocenti che volano in soccorso dei loro più inesperti colleghi. Intendiamoci, Johnny Dorelli si conferma un piacevole « entertainer », ammicca non fastidiosamente al pubblico, come cantante si sa quel che vale, è anche un discreto ballerino, come attore è in continuo progres- so. Anche la Spaak si è un poco risvegliata dai suoi tra- sognati sopori, forse già l'an- no prossimo non ci sarà bi sogno di insistere sulla sua bellezza, che del resto parla da sola e non sembra più impacciarla troppo, né di ripetere che fa tenerezza, che ha un accento adorabile, e si potrà lodarla senza altri rigiri cavallereschi di frasi. Ci sono ancora Duilio Del Prete. Cary Grant casereccio dalla voce tonante, un ameno quartetto (Marchetti, Bixio, Dell'Arti. Curcio), Gabriella Gazzolo, le girls e i boys (scusate, i «solisti» e le « soliste » ) del balletto guidato da Fausta Mazzucchelli. Tutti si sforzano di mantenere le promesse del titolo e spesso ci riescono. Alberto Blandi

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino