Vuole eleggere il suo vescovo

Vuole eleggere il suo vescovo x vri vuii.u uiuv^si 11114 uicia Vuole eleggere il suo vescovo Sono molti i preti favorevoli a introdurre il principio della eleggibilità E' in corso un referendum tra i fedeli (Dal nostro inviato speciale) Tortona, 22 dicembre. Dopo un lungo silenzio il Vaticano ha parlato, ma a Tortona continuano ad essere perplessi. Hanno letto su La Stampa di ieri che il vescovo sarà nominato, la diocesi sarà mantenuta. « Io non sono uno di quelli che ritengono utile e possibile ora eleggere il vescovo, dice don Piero Maini, rettore del seminario e assistente dell'Azione cattolica, ma certo che un vescovo inviatoci così, dopo tante proteste, non lo sento tanto vicino a noi. Quanto alla riduzione territoriale della diocesi sarei anche disposto ad accettarla, purché ci diano le debite giustificazioni dal punto di vista pastorale e purché II provvedimento sia uguale per tutti. Non vedo, per esempio, un restringimento della diocesi di Tortona e il mantenimento in vita di altre, tipo Como, che è ultra-estesa ». QueUo che nella dichiarazione dell'alta personalità vaticana, turba i preti di Tortona, è l'affermazione: «Sarebbe necessario che il vicario capitolare trovasse, invece, piena collaborazione in ogni ambiente della diocesi». «Non ci sentiamo proprio di meritare questo rilievo, dice don Giovanni Agnes, direttore del settimanale diocesano Il popolo dertonino, e anche la prima mozione indicata nella scheda del referendum è una conferma di questa collaborazione ». Ma quali poteri possono avere questi collaboratoli di un vescovo che, nella sua qualità di vicario capitolare non ne ha nessuno? I problemi da risolvere, anche solo per la distribuzione del clero, sono molti. Nella diocesi di Tortona ci sono 311 parrocchie, ma soltanto 200 hanno un parroco. I sacerdoti sono circa trecento ma mentre la zona del Duomo, con 6 mila abitanti, ha due soli preti, ci sono paesini, nelle valli Serivia, Staffora, Curone, con 100 abitanti e un parroco. Bisogna rivedere questa distribuzione, ma nessuno ha l'autorità di farlo. Sull'accusa di non collaborazione anche mons. Angeleri, il settantasettenne vicario capitolare è chiaro: « I sacerdoti mi hanno dato sempre la loro collaborazione. E' innegabile che oggi c'è un inasprimento nell'animo di molti fedeli, ma i motivi sono ben noti». Mons. Angeleri ritiene che la diocesi debba essere salvata nella sua integrità territoriale: « Potremmo cedere qualche frangia estrema, qualche parrocchia verso Pavia o verso Genova, dice, ma se ci portassero via l'Oltrepò per noi sarebbe la fine ». Per discutere questi problemi aveva indetto la riunione del 12 dicembre sfociata nelle tre mozioni già da noi illustrate. Si è parlato di ribellione. «Bisogna far tutto il possibile senza cadere nell'illecito e nella rivoluzione », disse don Mario Varni, parroco di Canevino, un piccolo paese in provincia di Pavia, e propose «per richiamare decisamente l'attenzione di Roma sulla nostra situazione » le dimissioni del vicario e il blocco completo del lavoro della curia. «Dopo di che — aggiunse — Roma dovrà pure farsi viva e non con tinuare ad ignorare una situazione inammissibile che si protrae da più di un anno. Vediamo di uscire una volta tanto dai nostri schemi di sicurezza e comodità, non continuiamo ad aver paura del rischio, mascherando tutto con i termini prudenza, sottomissione, diplomazia ». Ma soprattutto si parlò, in quella riunione di preti e laici, del problema della Chiesa locale, che dovrebbe avere una sua autonomia amministrativa e pastorale. E anche dell'elezione di un vescovo « Quando ce lo saremo dato, il Vaticano penserà a consacrarlo ». Del resto, dicono sostenitori di questa tesi, Sant'Ambrogio fu eletto dal popolo e in alcune parrocchie tortonesi, tra cui Molino de' Tosti in provincia di Alessan dria, e Salogni nell'alta Valle Curone, sono i capifamiglia che eleggono il parroco o per lo meno segnalano una terna di nomi tra i quali il vescovo è invitato a scegliere. Su questi argomenti è in corso la votazione tra i membri dei Consigli pastorale e presbiterale. Lo spoglio delle schede sarà fatto la mattina del 31 dicembre. Tortona è da tempo una diocesi inquieta. Mons. Melchiorri morì nel marzo 1963 e nell'aprile fu nominato suo successore mons. Francesco Rossi, che prese possesso della diocesi il 23 giugno. Trovò una situazione difficile. Subito il rettore del seminario, don Masino, si sposò con una suora e ora fa il pastore protestante a Genova. Altri preti chiesero la riduzione allo stato laicale e, nell'agosto '69, lo stesso mons. Rossi celebrò per due di loro il matrimonio nella sua cappella privata. I quattro anni di attività così contrastata mi¬ nslondmrtaqnstLssnlitAtlnspspVetsgliarla«mdqntccstBmGni narono la sua salute e fu costretto a dimettersi. « Da allora, si dice, aspettiamo il nuovo vescovo e ora apprendiamo che era già stato nominato e che si ammalò. Speriamo che non accada altrettanto a quello che. secondo quanto ha detto l'alta personalità vaticana, dovrebbe essere nominato tra non molto ».

Persone citate: Angeleri, Curone, Francesco Rossi, Giovanni Agnes, Mario Varni, Masino, Melchiorri, Piero Maini

Luoghi citati: Canevino, Como, Genova, Pavia, Roma