Ucciso dai complici il "boss,, che rapinava i contrabbandieri

Ucciso dai complici il "boss,, che rapinava i contrabbandieri Il "giallo dell'autostrada,, presso Salerno Ucciso dai complici il "boss,, che rapinava i contrabbandieri Aveva 30 anni e abitava a Villa San Giovanni - I suoi luogotenenti gli spararono e bruciarono il cadavere - Assaltava i camion carichi di sigarette e marijuana - Quattro membri della banda arrestati a e e , (Nostro sei-vizio particolare) Salerno, 18 dicembre. Polizia e carabinieri hanno risolto il « giallo dell'autostrada »: è stato identificato l'uomo ucciso due mesi fa e trovato carbonizzato nei pressi dell'abitato di Casalbuono, in provincia di Salerno. Le indagini hanno permesso di accertare che il cadavere è quello di Domenico Gemelli, 30 anni, di Villa San Giovanni (Reggio Calabria), soprannominato « il re di Santana ». Il Gemelli era «capo bastone », un « grado » importante .della malavita dell'Aspromonte: cinque puntini neri, incisi con una punta di acciaio incandescente, tra l'indice e il pollice della mano destra, indicano l'appartenenza alla « cosca » e il grado. Il cadavere fu trovato la mattina del 28 ottobre scorso da alcune persone che informarono subito i carabinieri. Una delle prime ipotesi degli investigatori (con i quali collaboravano l'Interpol e la Criminalppl) fu che potesse trattarsi del corpo del giornalista Mauro De Mauro. Scartata questa ipotesi, i sottufficiali della « Mobile » di Salerno, al comando del dott. Mariconda, e quelli del nucleo investigativo dei carabinieri, al comando del ten. col. Mariconda ( omonimo del funzionario di polizia) cominciarono a seguire un'altra traccia, rivelatasi poi quella giusta, dopo l'esame di un pezzettino di carta che faceva parte di un contratto per l'acquisto di un'auto, avvenuto a Pagani, in provincia di Salerno. Dalle indagini risultò che il contratto era stato sottoscritto da Domenico Gemelli. Seguendo la traccia, polizia e carabinieri identificarono in Calabria la moglie del Gemelli e, successivamente, l'amante dell'uomo. Si accertò, in particolare, che quando era recluso nel carcere giudiziario di Soveria. Mannelli (Catanzaro), il Gemelli aveva ricevuto, più volte, in cella l'amante. Raggiunta la certezza dell'identificazione, anche . sulla base del riconoscimento ufficiale avvenuto attraverso una catenina d'oro annerita dal fumo e una scarpa, gli investigatori hanno poi chiarito tutti gli aspetti misteriosi della vicenda della quale fu vittima il Gemelli. Quest'ultimo, secondo gli investigatori, era il capo di una banda di presunti rapinatori, composta da Pasquale Russo, di 24 anni, detto « Lino », di Taurianova (Reggio Calabria); Pietro Orsini, di 29, detto «Salvatore», di Somma Vesuviana (Napoli); Mario De Quarto, di 30, da Palermo; Antonio Zerbo, di 32, pure da Palermo; Benedetto Bonnaddio, di 19, da Lamezia Terme (Catanzaro); Alberto Orsini, di 24, dà Volla (Napoli). La banda, capeggiata dal Gemelli, secondo gli elementi in possesso degli investigatori, avrebbe compiuto numerose rapine contro contrabbandieri che da Napoli portavano sui camion carichi di sigarette estere al Sud e viceversa; le rapine, per ovvi motivi, non furono mai denunciate. Negli ultimi tempi sarebbero sorte liti tra il Gemelli, il Russo e l'Orsini, ritenuti suoi luogotenenti, i quali mal sopportavano il carattere del loro capo. Nella notte tra il 27 ed il 28 ottobre, mentre i tre (il Gemelli, il Russo e l'Orsini) erano in attesa di compiere una ennesima rapina, sarebbe scoppiata una lite: estratte le pistole, il Russo e l'Orsini avrebbero ucciso il loro capo, ne avrebbero trasportato poi la salma nei pressi di Casalbuono e l'avrebbero bruciata dopo averla cosparsa di benzina, secondo l'usanza del csccvtesRratmdpcSlpn codice della malavita calabrese, per « cancellare ogni traccia del "capo bastone", anche da morto ». I tre dovevano assaltare un camion che trasportava al Nord sigarette e marijuana. La banda, dopo l'assassinio si sarebbe sciolta: Pasquale Russo e Pietro Orsini sono rimasti nel Salernitano, gli altri quattro si sono trasferiti in provincia di Milano. Dopo avere inviato un primo dettagliato rapporto giudiziario sui fatti al sostituto procuratore della Repubblica di Sala Consilina, dottor Santelia, alcune notti fa polizia e carabinieri hanno arrestato a Canegrate in provincia di Milano, quattro dei presunti membri della banda del Gemelli. Pasquale Russo e Pietro Orsini, sfuggiti alla cattura perché nel paese del Salernitano dove si erano rifugiati erano noti solo i loro soprannomi, sono ricercati da agenti e carabinieri che, sulla base delYidentikit, sono anche riusciti a rintracciarne le foto segnaletiche, inviate a tutti i comandi dell'arma dei carabinieri e a tutte le questure. a. 1.