"Siamo usati da un inferno d'odio e di terrore" di Tito Sansa

"Siamo usati da un inferno d'odio e di terrore" "Siamo usati da un inferno d'odio e di terrore" (Dal nostro corrispondente) Bonn, 18 dicembre. La sollevazione popolare nelle città costiere della Polonia che si affacciano sul Mar Baltico, estesasi ieri a Stolp e a Stettino, è stata soffocata da unità della milizia e dell'esercito affluite con decine di carri armati e con centinaia di automezzi blindati. Nelle due città, i cui abitanti hanno seguito l'esempio di lineili di Danzica, Gdynia e Sopot, scesi in piazza lunedì e martedì, gli scontri fra dimostranti e forze dell'ordine sono stati particolarmente duri. Mancano notizie dirette (ogni comunicazione con Stettino e Stolp è interrotta, la regione è circondata da centinaia di mezzi corazzati), ma informazioni pervenute in Germania attraverso testimoni oculari, via Stoccolma e Copenaghen, e brani di comunicazioni radio raccolti da amatori e da stazioni di ascolto hanno permesso di ricostruire gli avvenimenti. Oggi, dopo una notte di coprifuoco (dalle 18 di ieri sera alle 6 di stamane), durante la quale i mezzi cingolati hanno percorso ininterrottamente le vie deserte, Stettino e Stolp sono tornate alla calma. Circolano gli autobus, hanno riaperto, i negozi, le fabbriche e le scuole (soltanto in mattinata), il traffico è ritornato normale. Ovunque — riferiscono giornalisti svedesi e danesi che dicono di essere usciti da un « inferno » — si vedono i segni della battaglia di ieri. A Stettino la lotta è cominciata — stando alle scarse informazioni — nel pomeriggio, quando migliaia di operai, studenti e donne sono sfilati nel centro per protestare contro gli aumenti dei prezzi dei generi di prima necessità e per chiedere aumenti dei salari e libertà di opinione. Secondo i giornalisti scandinavi, i dimostranti erano organizzati, diversi portavano elmetti, catene di bicicletta, sbarre dì ferro, alcuni avevano bottiglie molotov. Bloccati dai carri armati, sono saliti sui mezzi militari- per discutere con i soldati. Invitati a sgomberare il terreno, avrebbero risposto con il lancio di sassi. Milizia ed esercito sono intervenuti con manganelli e con bombe lacrimogene, mentre i carri armati si mettevano in movimento per disperdere la folla. Gli operai e gli studenti sono corsi ad appiccare il fuoco alla sede del partito comunista, alla centrale dei sindacati e a decine di case, mentre altri davano l'assalto ai negozi e li saccheggiavano. Nella confusione, -nel fumo, si sono udiii colpi di arma da fuoco, mentre nel centro della città era un fuggi fuggi generale. Un telecronista svedese dice di avere visto una donna e una bambina, che teneva per mano, travolte e schiacciate dai cingoli di un carro armato. A sera, nonostante il coprifuoco, ancora migliaia di persone si aggiravano nel centro della città, sopra la quale incombeva una oscura nube di fumo. Stolp — riferisce un collega danese,— è stata trasformata in pochi minuti da una pacifica cittadina di 55 mila abitanti in un « calderone di odio e di terrore». I dimostranti hanno sfondato le vetrine, hanno appiccato il fuoco, hanno eretto barricate. La polizia ha risposto con bombe lacrimogene e contrattacchi ripetuti « contro chiunque si trovasse sui suo cammino ». Dappertutto carri armati, vetri in frantumi, sangue, fuoco, fumo, automobili rovesciate, tram bloccati, gente che piangeva o malediceva. Da stamane Stolp tace. Telefoni e telex sono interrotti. « L'ordine è tornato nella città », ha detto radio Varsavia. Anche a Danzica, dove lunedì sono scoppiati i primi disordini, si diceva ieri che la situazione si era « normalizzata ». Un giornalista danese ha invece riferito che la città « è attanagliata nella morsa dei carri armati ». Così Gdynia, distante una ventina di chilometri, dove ancora l'altro ieri s'era radunata gente intorno ad carri armati che presidiano ogni crocicchio importante gridando « Gestapo » ai soldati. Sulla situazione odierna nella zona di Danzica, dove per primi sono insorti lunedì gli operai dei cantieri navali, manca qualsiasi informazione sicura. Secondo notizie non confermate, vi sarebbero stati nuovi scioperi, nonostante la promessa fatta ieri sera alla televisione dal primo ministro Cyrankiewicz di « discutere la situazione economica dopo il ritorno alla normalità ». Noti- zie si hanno soltanto da Stettino, la cui stazione radio (captata in Germania) ha lanciato nelle ultime 24 ore diversi accorati appelli alla popolazione. « Abitanti di Stettino — ha detto l'emittente — la nostra città è stata colpita da una grande sciagura. Dietro le spalle dei lavoratori e di persone oneste, ma mal guidate, alcuni elementi che seminano odio e disordine, tra cui autentici banditi, hanno dato alle fiamme edifici pubblici e hanno saccheggiato negozi c proprietà private. Il peggio è che essi mettono in pericolo ta vita degli abitanti pacifici, dei giovani e dei bambini. Cittadini di Stettino, con il vostro comportamento civile aiuterete coloro che vi difendono. Non lasciatevi sviare dai nemici della Patria. Tornate ai vostri posti di lavoro. Le autorità ristabiliranno la pace e l'ordine ». La radio ha anche dato un bilancio approssimativo dei danni arrecati dai dimostranti a Danzica, Gdynia e Sopot. Circa 80 milioni di zloty, equivalenti (calcolato il potere d'acquisto della moneta polacca) a circa 4 miliardi di lire. La televisione polacca, con una libertà di informazione insolita in un paese comunista, ha mostrato molte fotografie di saccheggi e scene di violenza (incendi di tram e autobus). Cyrankiewicz, che per primo ha parlato di più morti di quanti si sospettassero (« Kilkanascie osob » ha detto, citando una cifra che in polacco significa « tra le dieci e le venti » persone) è sembrato addolorato, ha parlato di «tragici scontri», durante i quali i tutori dell'ordine « sono stati costretti a fare uso delle armi». Ha promesso di discutere con i lavoratori i loro problemi economici, «ma in un'atmosfera di vita normale », ha invitato al ritorno alla calma, affermando « che all'ordine del giorno sono problemi di base per lo Stato e per l'esistenza della Nazione, per ciascuno di voi ». Giornalisti polacchi a Bonn, | che da cinque giorni non rie¬ scono a parlare per telefono con le proprie redazioni (gli unici collegamenti sono via telex) dicono stasera che « la situazione si sta normalizzando, l'atmosfera natalizia, ohe per noi polacchi è assai importante, sta prendendo il sopravvento ». Aggiungono anche che « qualcosa dovrà venire fatto » dal governo nei prossimi mesi per mettere fine al malcontento popolare. Tito Sansa Stettino. Durante i tumulti i dimostranti hanno incendiato il palazzo dove ha sede un comando di polizia (Ap) Stettino. Carri armati dell'esercito fotografati nella città sconvolta dai disordini (Telefoto Associated Press)

Persone citate: Stolp