Ergastolo per il pensionato che strozzò il bimbo di 7 anni nella cantina di casa

Ergastolo per il pensionato che strozzò il bimbo di 7 anni nella cantina di casa Il delitto del giugno '69 alle Basse di Stura, epilogo in corte d'Assise Ergastolo per il pensionato che strozzò il bimbo di 7 anni nella cantina di casa Alla lettura della sentenza l'imputato è diventato terreo - Si sarebbe accasciato svenuto se i carabinieri non l'avessero sorretto - La Corte l'ha ritenuto colpevole di omicidio aggravato e di atti di libidine - Amnistia per l'occultamento, di cadavere - Ricorso in appello Morto l'operaio di Alpignano: l'aggressore è siato identificato La corte d'assise ili Torino ha condannato all'ergastolo 11 pensionato Alfredo Bosco, ili 63 anni, per aver strangolato e gettato ancora vivo nella fossa di una caldaia lo scolaro Tonino Castcllucclo, di 7 anni, dopo aver tentato di compiere atti immorali sul ragazzo. La sentenza è stata pronunciata ieri sera, alle Ili, dopo chea 3 ore di camera di consiglio. Bosco non ci sente bene, ma la parola ti ergastolo ii l'ha udita subito. Gli è scesa sul capo come una mazzata. Il suo volto è diventato terreo. Sarebbe certo crollato se i carabinieri della scorta non lo avessero prontamente sorretto. E' stato riconosciuto colpevole di omicidio aggravato e di atti di libidine violenta, mentre gli è stata concessa l'amnistia per l'occultamento di cadavere nella tragica cantina di via Patetta 18. Dovrà anche pagare i danni ai genitori del bimbo, con una « provvisionale» di 3 milioni. Gli atti del processo saranno anche rinviati al p.m. per la calunnia contro la polizia: l'imputato, infatti, dichiarò ripetutamente d'aver confessato dopo avere ricevuto, durante gli interrogatori, una « botta in testa ». Vani gli sforzi e gli argomenti del difensore, avv. Giorgio Deigrosso, che aveva parlato per circa due ore e mezzo. Ha esordito: ii Bosco non convince come autore di questo terribile delitto. Non aveva vizi, amava i bambini, da buon nonno guai era. Nel pomeriggio del 25 giugno 1969. quando seppe che era scomparso Tonino, corse dalla nuora per avvertirla di stare attenta al bambino. Non può essere cinico fino a questo punto ». Il penalista ha poi sottolineato che nessuna voce circolò prima o dopo 11 delitto su « perversioni sessuali » dell'accusato. La polizia, secondo l'avv. Deigrosso, sarebbe partita da due idee preconcette: la cantina era chiusa a chiave e quindi l'omicida doveva essere un inquilino; quattro fogli trovati sul cadavere di Tonino corrispondevano ad un giornale incompleto trovato nella cantina del Bosco. « Ma la cantina non era sempre chiusa. E per quanto riguarda t fogli di giornale, potevano benissimo essere stati gettati dal Bosco in precedenza in quella specie di immondezzaio ». Il difensore ha proseguito dicendo che. sul fatto e specialmente sull'ora in cui avvenne, nessuno degli accusatori è d'accordo con l'altro. « Ma la polizia, fin dall'inizio, è convinta che il responsabile è il Bosco. Lo ferma alle 4 del mattino e lo porta in ininterrottamente, per 24 ore e Bosco nega. Nega fino alle 2,30 del 26 giugno ». E' tuttavia significativo, secondo l'avv. Delgrosso, che anche nel confessare Bosco dica cose non vere, ma che coincidono con la prima ricostruzione fatta dalla polizia. « Dice che ha ucciso il bambino alle 9.30, quando sappiamo che alle 10,45 Tonino era ancora vtvo; parla di una corda presa da un rubinetto, e nella seconda confessione addirittura da un lavandino, mentre è certo che in quella cantina c'è soltanto la saracinesca a volano d'un tubo del riscaldamento. Bosco, che lui fatto l'idraulico tutta la vita, non può lare certi sbagli. E non è nemmeno possibile che i pantaloncini di Tonino si siano abbassati mentre l'assassino lo trascinava verso la buca della caldaia. Quei pantaloncini portano la firma dell'assassino, ma non è quella di Alfredo Bosco » p.m. dott. Ferrara avevaII chiesto 22 anni e 4 mesi, ma la Corte ha rifìuU.to al Bosco anche le attenuanti generiche. I giudici popolari non hanno evidentemente superato le tre successive e particolareggiate confessioni che il pensionato rese, nei due giorni successivi al delitto, prima alla polizia e poi al magistrato. Oggi stesso Alfredo Bosco ricorrerà In appello. * * E' morto ieri alle Molinette l'operaio della Philips aggredito sabato notte a pochi passi da casaSaverio Folgore, 41, di Grotteria di Reggio Calabria. Abitava con la moglie Carmela Brunacc, 38 anni, in via Valdellatorre 149 dAlpignano e i Ire figli Giorgio14 anni, Assunta di 11 e Giuseppe, di 9. Per quadrare il magro bilancio la donna lavora ad ore presso qualche famiglia. Sabato Giorgio chiede il permesso di andare al cinema. La madre teme che faccia tardi, ma il padre interviene: « Lo accompagno io ». Quando escono sono le 21. Al cinema entrano separati: l'uomo prende posto in platea, il ragazzo in galleria. A mezzanotte lo spettacolo è finitoGiorgio scende per rincasare con il padre, ma non lo trova, perciò s'incammina da solo. All'una Tuo ino viene accompagnato da un automobilista all'ospedale di Rivoli: ha la testa fracassata. I carabinieri aprono le indagini. Subito si pensa ad una rapina, ma non si esclude l'ipotesi di una lite. Si è scoperto poi che il Fol gore era entrato'in'Un bar dove' aveva litigato con alcune persone che conosceva di vista. La lite si si età placata presto. L'uomo'era uscito dal locale con uno dei rivali e qui l'alterco era esploso di nuovo. Il suo antagonista lo i aveva colpito con uno schiaffo, il i Folgore cadendo aveva battuto il capo contro il marciapiede e l'aggressore era fuggito. Questa la ricostruzione dell'episodio in base alle testimonianze raccolte dai carabinieri fra gli avventori del bar e dall'esercente stesso. Altre indicazioni sono stale fornite dalle persone che hanno soccorso l'uomo. Identificato ieri in serata, il feritore verrà interrogato oggi. Alfredo Bosco viene sorretto dai carabinieri alla lettura della sentenza: ergastolo

Persone citate: Alfredo Bosco, Carmela Brunacc, Delgrosso, Ferrara, Giorgio Deigrosso

Luoghi citati: Alpignano, Grotteria, Reggio Calabria, Tonino, Torino