Scarcerato il "play boy,, Carlo Campagna per insufficienza di prove nell'istruttoria

Scarcerato il "play boy,, Carlo Campagna per insufficienza di prove nell'istruttoria Dopo un anno e nove giorni di detenzione per il delitto di Vinovo Scarcerato il "play boy,, Carlo Campagna per insufficienza di prove nell'istruttoria Si era costituito accusandosi di avere ucciso Martine Beaurégard - Il p.m. un mese fa propose l'assoluzione con formula dubitativa - E' uscito ieri sera dalla prigione di Alessandria - Suo padre si uccise per la vergogna - I suoi progetti Dopo un anno e nove giorni di carcere, imputato di omicidio volontario aggravato da motivi abietti, Carlo Campagna, il « playboy » ventottenne che si accusò della morte di Martine Beaurégard, è stato posto In libertà ieri sera, prosciolto in istruttoria per Insufficienza di prove. Un mese fa il pubblico ministero dott. Toninelli aveva chiesto la sua assoluzione con formula dubitativa. Il giudice istruttore dott. Franco ha accolto la proposta. Ieri l'ordine di scarcerazione è stato trasmesso al carcere di Alessandria dove Campagna si trovava dal luglio scorso. E' uscito alle 18,30. Ad attenderlo, nella sera fredda e nebbiosa, c'era 11 difensore avv. Fotl, giornalisti, fotografi. A passo svelto, come un impiegato che esce dall'ufficio, Carlo Campagna ha salutato 11 gruppetto che gli andava incontro, porgendogli la mano. Elegante, vestiva un cappotto grigio su abito marrone, pullover color ghiaccio, camicia bianca, cravatta rossa a quadretti. Disinvolto e sorridente si è diretto alla «1100» della polizia che doveva accompagnarlo in questura per sbrigare le formalità della scarcerazione. Il playboy, accompagnato da due agenti in borghese, è salito al secondo piano ed è entrato nell'ufficio di un funzionario. Impronte digitali, fotografie segnaletiche, verbale di scarcerazione. Mezz'ora. Campa- i gna è uscito alle 19, sempre a passo svelto, con disinvoltura. I flashes non gli danno fastidio, le domande dei giornalisti non lo imbarazzano. In strada l'avvocato Foti lo prende sottobraccio. Campagna lo allontana con un sorriso; ii Avvocato, non mi prenda sottobraccio, sembra Montesano». Poi, improvvisamente, gli domanda: « Come sta mia madre? n. L'avv. roti gli risponde: a Bene, bene a. Campagna abbassa gli occhi, sul volto sembra passargli un velo di commozione. Accanto alla questura c'è un bar, entriamo. — Come passava il tempo in carcere, signor Campagna? Che faceva? — Un po' di tutto: ero l'unico che non parlasse con tre b. In questi ultimi tempi mi occupavo della biblioteca fn. d. r. sapeva leggere e scrivere). Adesso, voglio precisare due cose. Prima: un giudizio inutile, ma doveroso. Ho capito che la magistratura è pulita; non è vero quello che hanno detto Walter Chiari e Luttazzt dei giudici, lo ho potuto constatare che i magistrati te non solo i dott. Toninelli e Franco; sono sempre stati tesi alla ricerca della verità. Seconda: I miei amici del carcere. Tutta povera gente, alla quale mi adeguavo, per non farli sentire diversi da me. — Adesso, Campagna, che intenzioni ha? Dove andrà ad abitare e con chi? — Ho un mucchio di difetti, una vita sbagliata, ma ho sempre avuto voglia di lavorare. Ricomincio a lavorare: dove e con chi. non so ancora. Non so dove andrò, adesso: lo deciderò col mio avvocato. — Sono trascorsi un anno e 9 giorni da quella sera di dicembre in cui lei telefonò al dottor Montesano della squadra mobile e si costituì, dicendo che era il UqsonscnSsnmtpsdsresponsabile'della morte di Mar- ! a. r . . . . - . . eiiiiiiitiiititiitii]iftiitiiitiiiiiiitiiiiiiiii(iiiiiiiiiii tine. Che cosa è cambiato, in lei da quel giorno? — Nulla. Quella sera avevo bevuto molto whisky, lo chieda un po' al dott. Montesano, lui ne sa qualcosa. — Ma perché l'ha fatto? Perché si è costituito e ha raccontato tutta quella storia? — Preferirei non rispondere. A questo proposito ho motte cose da dire. In carcere ho scritto una specie di memoriale, tanti appunti... Chi vuole conoscerli... E non finisce la frase. Si capisce ohe Campagna, su questo punto, ha le idee molto chiare: vendere le sue rivelazioni al miglior offerente. D'altra parte lui non fa mistero della sua situazione finanziaria: non ha più un soldo, e deve pur ricominciare a vivere. — Campagna, è separato da un anno da sua moglie. Chiederà il divorzio? — Non posso rispondere. Voglio però che si suppia che mia moglie mi ha aiutato molto, tn questo periodo. Con lettere e con aiuti finanziari, discretumente. Si, mi ha seguito molto. Parla nervosamente, alternando le risposte con battute di spirito, guardando gli mterlocutori fisso negli occhi, padrone di sé, quasi divertito. — In carcere, qual è stato il suo più grande rimpianto? Si stupisce della domanda, si guarda attorno: Della libertà, naturalmente. E del dolore arrecato ai miei, a mia madre. — Ripeterebbe il gesto fatto quella sera di dicembre? — No. se penso a quello che ha fatto mio padre. Il dott. Guido Campagna il 17 dicembre dell'anno scorso, si uccise con una rivoltellata al capo, lasciando un biglietto: « Non posso più vivere così, perdonatemi ». — Campagna, la perizia psichiatrica l'ha definita un « bluffatore », una persona che si diverte a prendere in giro se stesso e gli altri. Cosa ne pensa? — ferissimo, mi piace « bluffare ». fingere. — E adesso, sta prendendo in giro anche noi? Campagna sorride, non risponde. Sergio Ronchetti srl Alessandria. Carlo Campagna, poco dopo la scarcerazione. Era stato arrestato un anno fa (Foto Moisio)

Luoghi citati: Alessandria, Vinovo