Lo scandalo degli "Enti lirici,, all'esame dei giudici romani

Lo scandalo degli "Enti lirici,, all'esame dei giudici romani Sono state chieste condanne fino a 6 anni Lo scandalo degli "Enti lirici,, all'esame dei giudici romani Gli imputati sono ventitré - Le pene più gravi proposte per De Biase e De Pirro L'accusa è di aver sovvenzionato opere che non sono mai andate in scena (Nostro servizio particolare) Roma, 11 dicembre. Il p.m. ha formulato oggi le sue richieste al processo contro dieci alti funzionari del ministero del Turismo e dello Spettacolo (tra cui il direttore generale Franz De Biase ed il suo predecessore Nicola De Pirro) e tredici impresari teatrali (tra cui Remigio Paone e l'ex sovraintendente al Teatro dell'Opera di Roma, Mario Allegretti). Secondo il pubblico ministero, dott. Lojacono, dovrebbero essere condannati per truffa, peculato e interesse privato in atti di ufficio. Avrebbero procurato allo Stato un danno di 700 milioni di lire concedendo ed incassando sovvenzioni per opere liriche che, in realtà, non sono mai andate in scena. ctedDFvfrcllncifi] In dettaglio il dott. Lojacono ha chiesto oggi che il tribunale condanni a 6 anni e a 300 mila lire di multa il direttore generale De Biase, De Pirro, l'ex capo divisione Francesco Pitolli, il capo divisione Francesco Zarbano, il funzionario Emanuele Paparella; a 4 anni, 2 mesi di reclusione e a 100 mila lire l'ispettore generale Tito Chelazzii; a 3 anni il capo sezione Sergio RufBni; a 2 anni il capo sezione Luigi Eboli ed il funzionario Antonio Piccinelli, a 2 anni e 6 mesi Alfredo Pennacchia. Per gli impresari teatrali il pubblico ministero ha chiesto le seguenti condanne: per Mario Allegretti, già sovraintendente al Teatro dell'Opera di Roma, 4 anni e 4 mesi di ] reclusione e 100 mila lire di multa; per Remigio Paone 2 anni e 100 mila lire; per Francesco Anzaloni 2 anni e 2 mesi; per Arturo Barosi 4 anni e 5 mesi; per Fausto De Tura 3 anni e 3 mesi; per Pietropaolo Ciampa 3 anni; per Pietro Indinneo, Giorgio Lay e Cesare Mei 4 anni; per Gaetano Moncada 2 anni e 6 mesi; per Clara Pignatelli 2 anni e 10 mesi; per Giancarlo Soroni 1 anno; per Benedetto Todini 3 anni e 3 mesi. A richiamare l'attenzione della magistratura sul problema delle sovvenzioni quindi a fare scoppiare lo scandalo fu un impresario Pietro Castorino, cinque anni or sono. Non riusciva ad ottenere sovvenzioni e si rivo! se cosi alla procura della Re pubblica. Sino al 1964 la legge prevedeva che il ministero dello Spettacolo potesse concedere sovvenzioni ad impresari, quali avessero organizzato rappresentazioni meritevoli di un aiuto. Secondo il p. m. è stato possibile accertare che numerosi impresari hanno ottenuto sovvenzioni lasciando credere di avere rappresentato opere inedite. « Il ministero, ha sottolineato il dottor Lojacono nella sua requisitoria, ha concesso sistematicamente sovvenzioni a nullatenenti, a dirigenti minori di partiti politici, a persone prive di qualsiasi esperienza organizzativa e musicale (...). Il danaro pubblico è stato sfruttato essenzialmente per scopi di clientelismo politico, nettamente in contrasto con i fini superiori dello Stato. Fu distribuito con criteri di parzialità all'insegna dell'interesse di parte». g- g-

Luoghi citati: Eboli, Roma