Si alleneranno soltanto lunedì

Si alleneranno soltanto lunedì Quindici convocati per Firenze Si alleneranno soltanto lunedì Un calcio povero che crea problemi al trainer Meagan - Oggi molti titolari giocano nel campionato inglese (Nostro servizio particolare) Londra, 4 dicembre. Tre anni di umilianti sconfitte e qualche pareggio da riscattare nell'arco di 90 minuti di gioco. Questo sarà l'obbiettivo della Repubblica d'Irlanda (Eire) nella partita di andata contro l'Italia, martedì 8 dicembre a Firenze, valevole per le eliminatorie del campionato europeo pelnazioni. Negli ambienti sportivi di Dublino si parla della trasferta contro gli azzurri come d'una prova decisiva, senza dubbio la più importante da parecchi mesi a questa parte. Dobbiamo battere a tutti i costi l'Italia, si dice, per tornare ad essere « grandi » come quando, il 22 novembre '67, a Praga, piegammo per 2 a 1 la Cecoslovacchia. Anche un meritato pareggio, si aggiunge, confermerebbe il nostro clamoroso trionfo del 21 settembre '49 a Liverpool, dove mettemmo in ginocchio per 2 a 0 i « principi ^bianchi » dell'Inghilterra. Tanto coraggio L'obbiettivo della rappresentativa irlandese, una delle più modeste d'Europa, è coraggioso. Ma sembra disperato. Da quando, tre anni fa, a Praga, ha battuto la Cecoslovacchia, l'Eire non vince un incontro. Soltanto tante sconfìtte e qualche pareggio. I tifosi cominciano a stancarsi, stanno perdendo pian piano gli ultimi frammenti di fiducia nella loro « Eirehann » (il termine gaelico per Irlanda). «Contro l'Italia — dice il commissario tecnico irlandese, Mick Meagan — ci vuole una vittoria per far dimenticare i risultati negativi di questi ultimi tre anni. Altrimenti perderemo la fiducia di tutti gli sportivi. Puntiamo su un buon risultato contro gli azzurri a Firenze, tutte le nostre speranze ». E' trascorso un mese e mezzo da quando, mercoledì 14 ottobre, l'Irlanda ha sfiorato il successo al Dalymount Park di Dublino contro la Svezia, nel primo incontro (1 a 1) del campionato europeo delle nazioni: in vantaggio d'una rete nel primo tempo grazie ad un rigore realizzato da Carroll, gli uomini di Meagan sono stati raggiunti nella ripresa da un gol segnato da Brzokovpil. Ma quel pareggio era stato preceduto, alla fine di settembre, dalla sconfitta per 0 a 2 subita ad opera della Polonia (al suo quarto successo contro gli irlandesi dopo tre pareggi e due sconfitte in nove partite). Anche nelle ultime eliminatorie per i « mondiali » in Messico gli irlandesi hanno potuto fare ben poco. Cinque sconfitte e un solo pareggio in sei partite li hanno relegati, con un solo punto all'attivo, all'ultimo posto del girone, a quattro punti dalla Danimarca e a otto dalla Cecoslovacchia e Ungheria. Gli stessi cèchi hanno riscattato la sconfitta subita nel novembre di tre anni fa a Praga, schiacciando gli irlandesi per 2 a 1 nel maggio del '69 a Dublino e per 3 a 0 nell'ottobre dello stesso anno a Praga. Nei sei incontri delle eliminatorie, l'Eire ha messo a segno appena tre reti c ne ha concesse quattordici. Mick Meagan, 36 anni, ha il compito di riportare l'« Eirehann » alla vittoria. Ex giocatore dell'Everton e dello Huddersfield, allenatore del Drogheda (una modesta squadra irlandese attualmente al terzultimo posto del campionato di Lega, a otto punti dal capolista Cork Hibernian e a sei dal Waterford, la compagine sconfitta di recente dal Celtic nella Coppa dei Campioni d'Europa), Meagan ha disputato parecchi incontri per la nazionale, di cui conosce a fondo problemi e possibilità. « Purtroppo — confessa il tecnico irlandese — i miei giocatori cercano a tutti i costi di vincere, con enorme dispendio di energìe. Contro l'Italia, per non correre rischi eccessivi, disputeremo una partita guardinga. Ci basteranno i primi minuti di gioco per conoscere a fondo gli azzurri. Poi, faremo del nostro meglio ». Per l'impegnativa trasferta a Firenze, il C. T. irlandese ha convocato quindici giocatori. Di questi, soltanto cinque militano nell^ quattordici squadre del campionato di Lega della Repubblica di Irlanda. Gli altri dieci giocano invece nel campionato inglese: quattro in prima divisione, cinque in seconda; Alan Kelly, portiere titolare dell'Eire, e il più anziano dei nazionali (con 35 presenze) gioca con il Preston, una compagine di terza divisione famosa per il nome di Stanley Matthews. « E' un grosso problema — dice Meagan — dover convocare i mìei uomini per gli incontri internazionali. Il calcio irlandese è povero, vive dì espedienti. Di conseguenza, i migliori giocatori emigrano in Inghilterra e le squadre inglesi non sono sempre disposte a rilasciarli per gli incontri della nostra nazionale. Per la trasferta in Italia, per esempio, ho dovuto rinunciare per questo a Uomini quali Johnny Giles, John Kìnnear, Steve Highivay e Tony Dunne, impegnati con le rispettive squadre ». La formazione La comitiva irlandese partirà dopodomani a mezzogiorno da Dublir.c. Dopo una breve sosta all'aeroporto di Londra, dove saranno in attesa almeno dieci tra i quindici giocatori, essa giungerà a Roma nelle prime ore del pomeriggio e proseguirà quindi alla volta di Firenze. Niente ritiri collegiali, niente « osservazioni » di partite filmate degli avversari, niente preparazione, almeno fino a lunedì. Meagan pensa di allenare i suoi uomini un giorno prima dell'incontro con gli azzurri, al quale, seguirà, mercoledì — così almeno sì spera — un'udienza con Paolo VI in Vaticano. La formazione irlandese sarà annunciata nella giornata di lunedi, alla fine della seduta di allenamento. Essa sarà simile a quella vista a Stoccolma nell'ultimo incontro disputato nel quadro del campionato europeo per nazioni. Il tecnico irlandese dovrebbe schierare: Kelly in porta, Brennan e Dunning terzini laterali. Byrne libero e Dempsey stopper, Finucane, Dunphy e Lawlor a centro campo e Conroy, Treacy e Givens all'attacco. Quest'ultimo dovrebbe giocare in sostituzione di Highway, impegnato con il Liverpool nella Coppa delle Fiere. Altri possibili inserimenti saranno Mulligan e Rogers. « Potrò annunciare la formazione definitiva — mi ha detto Meagan nel pomeriggio di oggi — soltanto lunedi sera, dopo avere visto all'opera gli uomini a mia disposizione. Domuni dovrebbero scendere tutti in campo con le rispettive squadre e ciò dovrebbe servire da allenamento ». Domenico Sibari