Non è soltanto chimica di Renato Cantoni

Non è soltanto chimica M0NTEDIS0N: UN CASO CHE INTERESSA TUTTA L'ECONOMIA l hii Non è soltanto chimica Un migliaio di partecipazioni grandi e piccole, una presenza determinante in molti settori, dai grandi magazzini ai tessili, dalle assicurazioni agli alimentari e alla meccanica, dall'editoria ai trasporti e alle miniere: ecco l'altra faccia del colosso La crisi al vertice della Montedison continua ad interessare le cronache finanziarie e politiche e, finora, non sono emersi elementi tali da far ritenere che una soluzione sia in vista. D'altra parte l'attuale presidente della società, senatore Cesare Merzagora, preannunciando le sue dimissioni ha, nel medesimo tempo, fissato il 15 dicembre quale termine ultimo per la sua sostituzione. A quanto risulta non è ancora stato convocato il consiglio di amministrazione al quale, per statuto, devono essere presentate le dimissioni dagli incarichi societari e questo fa ritenere che si dovrà attendere fino all'ultimo per conoscere i nomi di coloro che ricopriranno le massime cariche sociali. Una grossa balena Non si tratta soltanto, infatti, di. rimpiazzare il presidente dimissionario ma anche di nominare i consiglieri delegati. Dei quattro in carica a fine aprile, tre, Janni, Molteni, Macerata, si sono dimessi e ne rimane in carica solo uno, Gino Sferza, che però è più organizzatore che imprenditore o finanziere. Negli ambienti politici, finanziari e imprenditoriali il « caso » Montedison e la soluzione che verrà data alle sue traversie sono ritenuti della massima importanza per le ripercussioni che ne deriveranno in Bor¬ Il banco del Consiglio di amministrazione Montedison, durante l'ultima assemblea. Al microfono, il presidente Merzagora sa e in parecclii settori nevralgici della nostra economia. La Montedison è infatti una grossa balena che ha inghiottito nel suo enorme ventre ogni sorta di imprese, spazianti nei più diversi settori produttivi. Essa è innanzitutto un gigante della chimica. Oltre il 50«.'a della sua attività diretta e indiretta proviene da questo settore e la grande importanza che hanno preso la chimica e la petrolchimica nei paesi industriali giustifica l'intervento mediatore dello Stato e l'interesse primario del Cipe per l'impostazione della politica di sviluppo negli anni futuri. Ma la Montedison non è solo chimica; la sua presenza è, in misura più o meno determinante, in molti altri settori economici e produt■tivi, e questo imbroglia asinai le carte e rende più difficoltosa una appropriata soluzione. Un fitto intrico di interessi e di partecipazioni fanno sì che il Cipe deve tener conto di parecchi altri fattori oltre al « piano » chimico. La Montedison ad esempio controlla la Stando, la maggiore società di grandi magazzini, che determina indirettamente l'attività di molte altre società del genere. Inoltre è presente in forze nel comparto alimentare. La sua controllata Italpi controlla, a sua volta, la Pavesi Biscottini di Novara, una delle più importanti società in campo dolciario, la Rabarbaro Zucca e altre società minori, come l'Epea e la Pai, tutt'e due di Novara. Salumi e vini Nella Sade Finanziaria Adriatica, di cui la Montedison lia il 42,9" o, figura la Società Generale Alimentari che controlla la De Rica, una delle più grandi industrie conserviere, la Bellentani e la Bertolli grandi produttori di salumi, oli, vini eccetera. Ma dove la Montedison ha un posto di prima grandezza è nel settore delle fibre, dei prodotti tessili e 1 dell'abbigliamento. Essa in- fatti ha la maggioranza della Chàtìllon, una partecipazione del 50 per cento nella Rhodiatoce e del 100 per cento nella Polymer. Questo significa controllare la Fisac, la più grande industria serica, la Castellana, l'Abitai e la Vittadello Industria Confezioni, oltre alla Vitta- dello S.p.A., la più diffusa catena di negozi per l'abbigliamento. Altri interessi primari figurano nella Reggiani, nella Manifattura di Breno, nella Pirelli Lastex, nella Star (Stampa tessuti artistici). A tutto ciò deve essere aggiunto un consistente pacchetto di Snia Viscosa e una posizione rilevante nella Eli, la società che ha rilevato il cotonificio Valle Susa. Attività «erratiche» La presenza Montedison è variamente sensibile anche nel settore meccanico, siderurgico, metallurgico, elettromeccanico ed elettronico. Fra la miriade di partecipazioni figurano la L.L.L. (Lavorazioni leghe leggere), importante industria deivalluminio e affini, le Officine Galileo, la Magrini, le Officine Bossi, la Fargas, la Ime, che produce macchine calcolatrici, la Ceruti, nota produttrice di macchine utensili, la Cea-Perego, la Elettrotermica Adamoli. In campo vetrario, oltre alla Vetrocoke, la Montedison è interessata alla Vetrobel, che dovrebbe diventare un gigante del settore, e alla Fidenza Vetraria. Nelle assicurazioni la Montedison ha una società, l'Italia Assicurazioni, che sta prendendo sempre maggiore importanza e due cospicue partecipazioni azionarie nelle Assicurazioni Generali e nella Fondiaria Vita. Assieme alla Mediobanca, che possiede anch'essa pacchetti di rilievo in queste due ultime società, potrebbe esercitare una notevole influenza in occasione delle nomine delle cariche sociali. Vi è poi una serie di attività « erratiche ». Eccone qualche esempio: l'Albergo Rosa di Milano (10u""t Italpi), la Casa Editrice Vallecchi di Firenze, la Titanus Distribuzione (anche questa nel portafoglio Italpi), il Saigarage dì Milano, la più grande iniziativa del genere, la Società del Linoleum, la Fincosit, le Ferrovie Nord Milano, il Banco Lariano (maggioranza Chàtìllon), medio istituto di credito operante in provincia di Como e a Milano. Lo scotto Monteponi A tutto ciò devono essere aggiunte le partecipazioni minerarie che rappresentano il punto più dolente della Montedison. La Monteponime Montevecchio, industria per l'estrazione di metalli come piombo e zinco, perde ormai ogni anno l'intero capitale sociale. Proprio in questi giorni è convocata un'assemblea per annullarlo e ricostituirlo. Lo scotto non è leggero nemmeno per un pachiderma come la Montedison perchè si tratta di quasi 15 miliardi di lire. Il presidente Merzagora nella sua lettera agli azionisti ha detto fra l'altro che ie partecipazioni Montedison sono, fra grandi e piccole, poco meno di un migliaio e occorrerebbe un volume per raccoglierle tutte. Vi sono degli interessi in certi settori che non è possibile rilevare con precisione e purtuttavia di grande importanza: basti pensare alla flotta cisterniera, alle società di lavori portuali, a quelle per la costruzione di impianti per la produzione di energia idroelettrica. Il quadro che emerge da questa sintetica e forzatamente lacunosa esposizione è già di per se stesso eloquente per dare un'idea della complessità dei problemi che avviluppano il « mostro » scaturito da una serie di più o meno riuscite fusioni. Renato Cantoni

Luoghi citati: Breno, Como, Firenze, Macerata, Milano, Novara