Stamane il Consiglio dei ministri decide sulla questione di fiducia di Fausto De Luca

Stamane il Consiglio dei ministri decide sulla questione di fiducia Si votano alla Camera gli emendamenti al decretone Stamane il Consiglio dei ministri decide sulla questione di fiducia I democristiani, che giovedì s'erano impegnati ad approvare insieme decretone e divorzio, ieri accennavano alla possibilità di separare le votazioni - Motivo: non far ritardare troppo le misure economiche - Pronta reazione dei partiti laici - La Malfa: «Voteremo insieme i due provvedimenti» (Nostro servizio particolare) Roma, 27 novembre. I deputati sono stanotte mobilitati a Montecitorio per l'inizio delle votazioni sugli emendamenti al decretone. Ci sono gli ultimi discorsi ostruzionistici dei missini, poi le votazioni per alzata di mano e a scrutinio segreto si susseguiranno per tutta la notte e per una parte della giornata di domani. Governo e maggioranza intendono dimostrare che se ricorreranno al voto di fiducia lo l'arànno solo per mutivi tecnici, per stroncare l'azione di sabotaggio condotta ormai dalla sola pattuglia dei 24 deputati missini. Colombo, Forlani e Andreotti si sono nuovamente incontrati oggi per definire la tattica di quest'ultima fase della battaglia parlamentare. Colombo ha il consenso di tutti i ministri sul ricorso al voto di fiducia e domattina riceverà l'autorizzazione formale del Consiglio dei ministri convocato per le 9 (ma, ufficialmente, per altre questioni). Egualmente concordi sono i capi dei gruppi della maggioranza di Centro Sinistra. Poiché i missini confermano di voler portare l'ostruzionismo ad oltranza, si prevede che la fiducia sarà posta nella giornata di domani su un emendamento del governo al decretone. L'emendamento governativo riguarderebbe cinque punti, tra i quali una nuova definizione delle aliquote dei massimali contributivi delle aziende per gli assegni familiari e la delimitazione delle agevolazioni fiscali all'edilizia. Poiché sul voto di fiducia si aprirà il dibattito, è probabile che si vada per le lunghe, spostando il momento in cui dovrà essere sospeso l'esame del decretone, per votare gii emendamenti al divorzio e poi procedere al voto contemporaneo. Quanto tempo ci vorrà? Si riuscirà a chiudere entro domenica oppure si andrà a martedì, come già prevedono i de, o i tempi slitteranno ancora, inesorabilmente, pregiudicando la possibilità di approvare il decretone al Senato nel termine del 26 dicembre? I democristiani, che ieri sera nel direttivo dei deputati si sono impegnati formalmente a rispettare i patti con gli altri gruppi, cioè a votare insieme decretone e divorzio, hanno oggi cominciato a mostrare i primi dubbi. E hanno cominciato a parlare di separare le votazioni. L'argomento è questo: con la fiducia si stronca l'ostruzionismo Sul decretone, ma se quello per il divorzio va per le lunghe, allora si può approvare subito il decretone per mandarlo al Senato e intanto continuare sul divorzio fino ad esaurire l'ostruzionismo missino. Ufficialmente non c'è nessuna proposta in questo senso, ma Montecitorio oggi non ha parlato d'altro. I laici sospettano un'estrema manovra di Fausto De Luca (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Andreotti, Forlani, La Malfa

Luoghi citati: Roma