Oggi la violenza non salva nessuno
Oggi la violenza non salva nessuno Oggi la violenza non salva nessuno « Pellegrino di fede e di pietà », si 6 clclinilo Paolo VI mentre stava per cominciare il suo viaggio verso le Filippine; e al momento di salire sull'aereo a Fiumicino ha detto dalla scaletta: « Vi benedico tutti, pregate per me ». Alcune ore dopo la sua mano e la sua veste bianca venivano macchiate di sangue. La violenza dunque non risparmia nessuno; nemmeno coloro che vogliono vivere miti e pacilici, fare della loro vita una quotidiana testimonianza di pace e di fratellanza universale, al disopra d'ogni discriminazione di religione, di razza, d! cultura. Il primo pensiero corre al negro Luther King, assassinato due anni e mezzo fa a Memphis perché predicava la non violenza; e più lontano, a Gandhi, anche lui un credente nella non violenza e anche lui ucciso da un estremista. Le autorità filippine, anche al fine di attenuare le loro responsabilità, dicono che l'attentatore è uno straniero dalla mente squilibrata. Sarà anche vero. Il guaio però è che oggi psicologia, sociologia e filosofie non mettono più conlini precisi tra squilibrio mentale o psichico ed equilibrio. Di conseguenza noi ci troviamo a vivere in un'epoca di grande incertezza e confusione tra ciò che è bene e ciò che è male, tra il lecito e l'illecito, il morale e l'immorale, il bello e il brutto, il buono c il cattivo. In questa temperie così nebulosa, così equivoca, ogni giorno vediamo scatenarsi la violenza in tutte le forme, compresa quella sanguinaria, e con le più diverse motivazioni: nei paesi che si dicono cristiani e in quelli che professano altre religioni, nell'Occidente come nell'Oriente. La violenza è certamente il tratto più caratteristico di questa nostra epoca di trapasso. Si è violenti per motivi ideologici, religiosi, sindacali, campanilistici, familiari. Il pacilico viene deriso come pusillanime. Sempre più di frequente la violenza viene praticala e gustata collettivamente e individualmente come un piacere. In queslo clima di eccitazioni, che quanto più dissennate sono tanto più vengono messe in rilievo dai mezzi di comunicazione di massa e perciò tanto più inducono all'imita¬ zione, è inevitabile vedere fermentate propositi stravaganti e progetti criminali. E' l'inquinamento dei cervelli. C'è di più e di peggio. Accanto a questo smarrimento della ragione va posta la facilità di delinquere. In un mondo congestionato come il nostro e che la rapidità delle comunicazioni rende sempre più piccolo, in un mondo dove le armi costano sempre meno e abbondano sempre più, uccidere è facile. Pensate a come furono assassinati i due fratelli Kennedy; nell'uno e nell'altro caso avrebbe potuto farlo chiunque, anche un ragazzo. In questo momento, sappiamo poco sull'attentatore del Papa, ignoriamo come egli dal suo paese raggiunse le lontane Filippine. Quasi niente ci è noto del suo passato, della sua personalità, delle sue idee; e così non siamo in grado di dire se si è mosso da solo contro il Papa oppure se a spingerlo erano altri individui, isolati e organizzati. Di una cosa però siamo abbastanza sicuri: oggi la violenza non risparmia nessuno. C'è solo da aggiungere che il prezzo maggiore è pagato dai miti e dai pacifici. Nicola Adolfi
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