Gli invasori cinesi in stile liberty di Lia Wainstein

Gli invasori cinesi in stile liberty E Fora dei polacchi: si scopre Witkiewicz Gli invasori cinesi in stile liberty Stanislaw Ignacy Witkiewicz: « Insaziabilità ». Ed. De Donato, pag. 534. s. p. Quest'anno si può parlare di un vero e proprio revival del polacco Stanislaw Witkiewicz: il suo terzo romanzo. Insaziabilità, esce ora in Francia e in Itaiia, e La mère, uno dei trenta drammi, considerati tutti impossibili da rappresentare, ciò nonostante è recitato ora, per la prima volta, dalla compagnia Renaud-Barrault al Théàtre ilécamier a Parigi. Altro sintomo di rinnovato interesse, un giovane scrittore polacco, Wladyslaw Terlecki, ha scritto sul suicidio di Witkiewicz un romanzo. La stella Assenzio. Il jazz stava morendo L'attuale convergere dell'attenzione sulla tragica figura dello scrittore-drammaturgo-piUore-iilosofo costituisce un fenomeno interessante in sé e non privo di aspetti paradossali. Sembra infatti da interpretarsi non tanto come la scoperta, ritardata e gioiosa, di un precursore affine a noi, quanto l'occasione propizia per un ritorno del gusto verso un passato pittoresco e non molto remoto. Nulla, d'altronde, potrebbe essere meno avveniristico del mondo descritto in Insaziabilità, ambientato invece, secondo quanto scrive A. M. Raffo nella prefazione, « nel futuro, verso la fine di questo secolo ». Gli unici indizi che permetterebbero d'intuire una siffatta collocazione nel tempo si riducono a fiacche allusioni, come il fatto di parlare, nel 1927, della « buonanima Bergson », morto in realtà nel 1911, oppure di osservare: « Il jazz slava morendo: la gente non sapeva più divertirsi e gli unici a ballare ancora erano i superstiti cretini vecchio stile ». Tutta l'atmosfera sembra più adatta a caratterizzare l'inizio del secolo in un ambiente intellettuale-aristocratico provinciale, vagamente proustiano, in cui i bambini passeggiavano con la madre e la governante, automobili e aeroplani erano rari, ma esistevano ancora le principesse protettrici di artisti geniali e demoniaci, i servi an¬ ziani e fedeli, le belle cameriere, e perfino i baroni, i quali si recavano al ballo in slitta o a piedi attraverso i boschi e le burrasche di neve. In questa parodia del classico Erziehungsroman vediamo il protagonista Genezyp Kapen de Vahaz, figlio di un birraio e di una contessa, prima anelare allo studio delle letterature occidentali e poi, inabissandosi sempre più completamente nella follia, dopo amori morbosi e disperati, l'uso di droghe varie, un paio di omicidi (tra cui quello della moglie! diventare un ufficiale modello. Tale vicenda, più che integrata è continuamente intersecata da introspezioni prolisse, digressive, a volte deliranti, cui certo non è estranea l'influenza di Joyce, e in cui confluiscono sentimenti, pensieri, beni delle ampie letture fatte da Witkiewicz, il quale, tra le sue varie attività, partecipò perfino ad una spedizione del celebre etnologo Bronislaw Malinowski. Sempre tesi, esasperati, gremiti di superlativi e quindi senza una vera progressione verso la catastrofe, i brani introspettivi non contribuiscono a conferire una dimensione interiore alle peripezie del protagonista. Sia per la stessa, crescente pazzia che già rende Genezyp imprevedibile, sia, inoltre, per il carattere parodistico, avulso dalla realtà, di questo personaggio e degli altri (la madre, la sorella, la principessa Irene, la regista Persy, la moglie Eliza, il musicista Tengier, il grande capo Kocmoluchowicz) i monologhi interiori in terza persona rimangono alquanto gratuiti e arbitrari: i grotteschi fantocci non possono evolvere liberamente, ma solo rivelarci un mondo corrotto e in pieno sfacelo. Comunismo vittorioso Oltre ai due livelli menzionati, il libro si svolge anche ad un terzo livello, quello degli eventi politici, annunciati da «Notizie» (che precorrono il procedimento usato da Dos Passos nella sua trilogia): il mondo occidentale e ormai diventato comunista, la Russia invece tenta invano di resistere ai cinesi, ma viene gradualmente invasa, la sola Polonia è an¬ cora neutrale, protetta da granducati-cuscinetti, ma lini- sce col soccombere anch'essa, Nel finale, descritto con surrealistica nitidezza, Koc-moluchowicz si arrende per evitare un inutile spargimen- to di sangue, i cinesi lo invitano ad una solenne colazione e poi, sempre con la massima cortesia e in impeccabile inglese, lo condannano alla decapitazione, in quanto « pericoloso individualista, la cui sopravvivenza costituirebbe un serio pericolo per gli scopi stessi, in nome dei quali quel gesto è stato compiuto ». Malgrado la sua definitiva brutalità nel troncare letteralmente la vicenda, l'irruzione degli eventi politici, come si era già osservato per il piano narrativo e il piano introspettivo, rimane anch'essa su di un piano parallelo, senza un'autentica possibilità di | fusione o di rapporti. Cosi, I l'episodio dell'ambasciatore polacco Adam Ticonderoga, figlio della principessa Irina, 1 tornato dalla Cina e subito, por impedire ogni diffusione | di notizie pericolose, impri- fonato e sottoposto a torto ra (tema più volte ribadito da Witkiewicz e, si direbbe, la sua sola intuizione profetica insieme con quella della droga) è del tutto marginale, e ogni personaggio continua a vivere immerso nel proprio torbido clima di follia, di vizi e di passioni. Le affinità letterarie di Witkiewicz si potranno dunque cercare, non tra i grandi russi e scandinavi dell'Ottocento, dotati di ben altri mezzi per esprimere la fine di un mondo, ma in taluni romanzi di Huysmans, permeati in uguale misura di decadentismo. Lia Wainstein

Persone citate: Barrault, Bergson, Bronislaw Malinowski, Dos Passos, Stanislaw Ignacy Witkiewicz, Stanislaw Witkiewicz, Wladyslaw Terlecki

Luoghi citati: Cina, Francia, Parigi, Polonia, Russia