Con i 200 milioni che volevano estorcere ai Gadolla avrebbero temperato un grande hotel in Svizzera

Con i 200 milioni che volevano estorcere ai Gadolla avrebbero temperato un grande hotel in Svizzera I tre italiani arrestati ieri alla stazione di Montreux Con i 200 milioni che volevano estorcere ai Gadolla avrebbero temperato un grande hotel in Svizzera Due erano dipendenti di un albergo; il terzo (respinge ogni aceusa) è un giovane di Stresa - Dopo avere inviato una minacciosa lettera alla vedova genovese hanno preso gli accordi e si sono recati serenamente alla stazione per ritirare la somma - Ma li attendevano i poliziotti, camuffati da turisti - Tutto sembrava facile, invece si è rivelata un'idea stolta (Dal nostro inviato speciale) Montreux, 2(i novembre. L'idea erti sembrata buona a tutti e tre: estorcere duecento milioni a Uosa Ga(lolla, e poi aprire un albergo in Svizzera. Era parsa davvero una magnìfica idea: la signora Gadolla è la donna più ricca di Genova e meno di due mesi la ha già ceduto ad un ricatto proprio di duecento milioni. Tutto sembrava dunque facile. Invece l'idea è risultata stolta. Un disastro, anzi. I tre sono slati arrestali: Francesco Lo Presti di 19 anni, Raffaele Storino di 23 e Mario Beber di 18. Si vede la loro età e si pensa a una ragaz zata. Non lo è. Il piano era ingegnoso, persino diabolico. E' saltato perché i « ragazzi » hanno trovato avversari più astuti e decisi. Ora essi rischiano venti anni di carcere. Lo Presti è quello che ha avuto l'idea. E' di Caronia (Messina) e solo da un mese è emigrato in Svizzera, ha trovato lavoro come cameriere all'Hotel Palace, uno dei migliori alberghi di Montreux. Qui da tre anni è portiere notturno lo Storino, che è di Paola (Cosenza). Mario Beber e nato nella frazione di Somerano di Stresa dove abita con i genitori. la moglie Angela Meconi, di 18 anni, e il figlioletto di un anno. E' arrivato a Montreux pochi giorni fa ed ha preso stanza all'Hotel Palace. Dice di far parte di un complesso beat. Due giovani educati Ricordano Lo Presti e Storino come due giovanotti educati e tranquilli. Avevano fatto subito amicizia e stavano assieme tutto il tempo che avevano libero. Da un paio di settimane si appartavano nell'angolo di un caffeuccio ed era Lo Presti che parlava e parlava. L'altro ascoltava e sembrava poco convinto, indeciso. L'amico incalzava: ii Ma non capisci? Duecento milioni ». Francesco Lo Presti era arrivato dall'Italia con un ricordo emozionante: la signora Gadolla, una miliardaria, non aveva esitato a pagare quello che le chiedevano purché le restituissero il figlio Sergio che le avevano rapito. Il ricordo non gli aveva dato pace e ora cerca di convincere l'amico: « E' facile: e con duecento milioni mettiamo su un albergo tutto nostro ». Finché Storino cede. Pensano di nor bastare in due e cercano un ter zo complice. Il 17 novembre, la signora Gadolla riceve dalla Svizzera una lettera. La sentono esclamare: «Mio Dio, ancora». Dice la lettera: « Se non ci darà duecento milioni i suoi figli Gabriella e Sergio faranno una morte atroce ». Seguono le istruzioni con l'avvertimento, ripetuto più volte, di non avvisare la polizia: « altrimenti la nostra vendetta colpirà inesorabile ». No, Rosa Gadolla non accetta. Avverte la polizia e si tende la trappola. Il rischio c'è, nessuno se lo nasconde, e Gabriella e Sergio vengono sorvegliati giorno e notte. Ieri la Gadolla mostra di ubbidire alle istruzioni della lettera e parte per Montreux con un pacco, ma invece del¬ le banconote da diecimila ci sono dei giornali. Con lei viaggia il cognato Angelo. Ma già da due o tre giorni sono stati preceduti a Montreux dal vicecapo della Mobile di Genova dott. Molina ri, dal capitano dei carabinieri Corlero, dalla guardia Pardo, dal funzionario dell'Interpol Castelli. Sono venuti per prendere contatto con la gendarmeria svizzera e tendere la rete. Sanno che i ricattatori sono sul chi vive. E' stagione morta a Montreux. Ogni forestiero dà nell'occhio. Il dottor Molinari e la guardia Pardo arrivano in auto targata Cuneo, con sopra gli sci e hanno giacche a vento e scarponi. Il capitano Corlero sembra un solitario signore inglese, legge il Times e beve qualche whisky. L'ispettore Castelli pare un autentico commerciante. Ieri pomeriggio sono tutti e quattro nella stazione di Montreux. chi qui e chi là, ognuno per i fatti suoi. Ci sono anche una decina di donne poliziotte e gendarmi svizzeri, organizzati dal commissario Molinari. Sembrano passeggeri in attesa del treno, facchini, una delle donne vende sigarette al chiosco, un'altra fa la pulizia. polasEgotcedoi acNeavtola anqutefaqumtrstcoginesasuqunolafuTutti in , o o e o stazione Alle 14,27 arriva il treno dall'Italia e scende la Gadolla. Secondo le istruzioni deve aspettare fino alle 16,20 e lasciare il pacco con i duecento milioni su una poltrona della sala d'attesa di prima elasse, alle 16,24 salire sul treno per l'Italia. Fa tutto questo. Intanto Molinari e gli altri si sono accorti di due giovanotti molto eleganti, aria meridionale, lunghe basette. Ora, il commissario Molinari mi dice: « Dopo un po' i due se ne sono andati. Mi sono sbagliato, ho pensato, non sono loro. Invece sono ritornati, ma non sono entrati nella sala di prima classe, se ne sono di nuovo andati. Allora ho capito perché ». Perché i due — Lo Presti e Storino — sono molto attenti Vedono che le stesse persone sono sempre al me-1 desimo posto: gli sciatori qui, l'inglese continua a leggere la medesima pagina, la donna delle pulizie, tutti gli altri i sono fissi come le statuette di un presepe. Allora Moli,- | nari « mischia le carte » e j manda uno qua e l'altro là. j il commerciante entra in una | cabina e telefona. Quando Lo Presti e Storino ritornano, la scena è cambiata. Adesso si ; sentono tranquilli. Se ne van- j no di nuovo ma dopo avere * l'atto un cenno convenzionale a Beber che è arrivato da poco senza che i poliziotti si siano ancora accorti di lui. Beber ha un cappotto maxi, | bianco, è elegantissimo, bai- i danzoso. Attraversa svelto la 1 sala di prima classe e. passando, prende il pacco dalla poltrona. Esce deciso in strada e lo conseguii ai corti- I plici. Ma accorrono sciatori. I donne della pulizia, viaggia- j tori, l'inglese e il coranici' ! dante. Beber riesce a scap pare. Lo Presti e Storino vengono atterrati. A tarda se-1 ra è arrestato anche Beber. Il colpo grosso Ora ci si chiede se c'è un I legame qualsiasi fra questo | tentato ricatto e il rapimento di Sergio. Il commissario Molinari mi dice che vi è una certa rassomiglianza tra ! Storino e l'identikit di uno dei I rapitori. Ma Storino è fuori i causa, perché il direttore del \ suo albergo mi ha assicura- j to che da aprile il giovane portiere notturno non ha mai lasciato Montreux. Può entrarci Lo Presti? Egli era in Italia i primi di ottobre. Ma ha un forte accento siciliano e Sergio Ga-, dolla ha sempre detto che | i suoi rapitori non avevano accento meridionale. Beber? Nega addirittura di avere avuto parte nel tentato ricatto. La polizia italiana e quella svizzera interrogheranno ancora nei prossimi giorni questo giovane molto elegante, che non si sa che cosa faccia e perché sia venuto, qualche giorno fa, in uno dei migliori alberghi di Montreux. L'impressione, però, è questa, che la polizia ritenga poco probabile che questi tre giovanotti siano immischiati nel rapimento di Sergio. Pensa piuttosto che siano stati suggestionati dalla riuscita di quel « colpo grosso », abbiano sottovalutato Rosa Gadolla e si siano creduti troppo furbi, più furbi di tutti. Luciano Cirino Genova. Rosa G.ideila è (ornata ieri dopo aver assistilo al confronto con i due giovani fermali in Svizzera (Tel. Ap)