S'inizia a votare sul decretone Ancora ostruzionismo del msi di Fausto De Luca

S'inizia a votare sul decretone Ancora ostruzionismo del msi Continua senza, soste alla Camera la seduta-fiume S'inizia a votare sul decretone Ancora ostruzionismo del msi Gli emendamenti missini al decretone sono accettabili? (l'articolo 86 del regolamento dice che non si possono presentare emendamenti dopo l'inizio della seduta) - Lo stesso problema nasce per gli emendamenti che la de ha proposto sul divorzio e che sarebbero seguiti da una valanga di subemendamenti ostruzionistici del msi - E' possibile che la stessa Assemblea sia chiamata a pronunciarsi - La Presidenza ha già escluso, invece, gli emendamenti su articoli votati alla Camera e non modificati dal Senato, in base al principio della preclusione Il gruppo dei 31 « clericali » deplorato nella de - Contro la manovra missina i deputati de si impegnano a votare insieme decretone e divorzio Vìvimi contraddittori nell'aula e nei corridoi di Montecitorio (Nostro servizio particolare) Roma, 26 novembre. Se il decretone e il divorzio saranno approvati domenica, o se invece le cose si aggraveranno fino alla crisi, lo si saprà domani mattina. Oggi pomeriggio i cinque, del « Manifesto » hanno chiuso l'illustrazione dei loro emendamenti, stasera alle 20 hanno concluso tinche quelli del psiup, nella notte sono rimasti a parlare solo i missini. Domattina, con uno slittamento di 14-15 ore rispetto aUe previsioni di ieri, si dovrebbe passare alle votazioni sul decretone. In quel momento si potrà valutare il volume e la l'orza dell'ostruzionismo che i missini hanno avviato subentrando ai gruppi di estrema sinistra. Ma le difese della maggioranza e del governo dovrebbero essere già pronte di fronte all'eventualità più negativa di un duro ostruzionismo del msi. Il governo può sempre ricorrere al voto di fiducia sul decretone. La maggioranza, caduto sostanzialmente l'ostruzionismo di sinistra, si trova in migliori condizioni per battere la « guerra dei nervi » alimentata dalla manovra del msi. Tutta la giornata ha ruotato intorno al tentativo di accertare le reali intenzioni dei missini, ma una conclusione certa non c'è. Ormai un mistero tira l'altro: ieri quel lo della busta chiusa con gli emendamenti della de al divorzio, oggi il mistero degli emendamenti o subemendamenti de al divorzio e al de cretone. Sul divorzio si sa che un primo assalto misst no, con dieci emendamenti, è andato quasi completameli te a vuoto: l'ufficio di presi denza della Camera ha accolto solo un emendamento dichiarando gli altri « improponibili ». E c'è una spiega zionc: alla legge Fortuna-Baslini è possibile presentare emendamenti solo sugli articoli modificati dal Senato, e non è agevole proporre elementi nuovi. In totale, questa sera, ci sarebbero sul divorzio solo 10 emendamenti de (e non 6 come si diceva ieri) e uno del msi. Sarebbero stati respinti anche tre emendamenti presentati, a titolo personale, dall'on. Riccio, uno dei :i3 democristiani che ieri hanno sostenuto che, pur di impedire il divorzio, la de dovrebbe giungere anche alla crisi del governo e del Centro Sinistra. Ma nulla si sa sulle modifiche proposte dai missini al decretone. Sono molte o poche? Quante di esse sono accettabili, nel senso che non ricopiano emendamenti già presentati da altri? E' un accertamento che i gruppi parlamentari stanno facendo questa notte per stabilire come regolarsi domatitna. Sé gli emendamenti missini fossero così numerosi da far prevedere (per le votazioni a scrutinio segreto e per le dichiarazioni di voto) un altro slittamento oltre domenica, allora si porrebbe per alcuni gruppi la necessità di dichiararli inaccettabili. E così si ritorna al mistero della busta chiusa e alla controversa interpretazione dell'art. 86 del regolamento della Camera circa l'ammissibilità di emendamenti una volta che la seduta sia iniziata. Finora non c'è stata alcuna comunicazione ufficiale in aula sull'accettazione degli emendamenti de al divorzio. Gli altri gruppi di maggioranza, per ragioni di buon vicinato con la de, sono disposti a chiudere anche tutti e due gli occhi, ma solo se attraverso la breccia aperta dagli emendamenti de non si scaraventi una valanga di emendamenti missini. Se ci fosse l'irruzione missina, con tutti i pericoli di crisi che ne possono derivare, allora l'interpretazione dell'art. 86 sarà affidata al voto dell'aula. Ieri l'esperto socialista per questi problemi, l'on. Di Primio, ha già dichiarato che, a seduta iniziata, non è possibile presentare emendamenti. Oggi l'on. Di Primio è stato incaricato dal capo dei deputati psi, Bertoldi, di preparare un intervento in aula. L'intervento sarà fatto solo se assolutamente necessario. Ci sono problemi politici. Per impedire gli emendamenti missini bisognerà dichiarare inaccettabili anche quelli della de sul divorzio, col rischio di deteriorare gravemente i rapporti tra i gruppi della maggioranza. L'on. Andreotti ha infatti dichiarato questa , mattina: « Credo che sia pacifica la legittimità dell'avvenuta presentazione dei nostri emendamenti ». E, in risposta ad un'altra domanda, ha aggiunto: « Mi risulta che dinanzi alla Camera esistono sulla legge Fortuna-Baslini alcuni nostri emendamenti ». C'è in tutti incertezza c preoccupazione. Ma circolano anche dubbi e sospetti. Si immaginano manovre anche dove non ci sono. L'atmosfera è tesa. Fortuna (psi) e Avolio (psiup), una volta compagni dello stesso partito, hanno avuto un duro scontro nel Transatlantico. Fortuna — Hai visto dove ci avete cacciato. Avolio — Non scaricare su di noi le divisioni della maggioranza. Fortuna — Ma tu stanotte hai continuato a parlare, anche quando ormai era chiaro che c'era la manovra missina. Avolio — Noi abbiamo fatto ima battaglia ben precisa, che non si può confondere con quella missina. In aula, sono stati i missini a provocare più volte i socialproletari. Ha cominciato Roberti che ha invitato Libertini, il quale parlava con un ministro, a non esaurire le sue energie. Roberti — In ogni caso, gli emendamenti che Libertini non illustrerà, li illustreremo noi.' Libertini — Io ho rinunciato ad una cosa sola: ad avere qualche cosa con voi. Roberti — Per farvi " am¬ morbidire il pei vi darà un aiuto. Libertini — Se ricevessi aiuti da altri sarei ricco e invece tutti conoscono le mie modeste condizioni. Nel pomeriggio si è rinnovato l'attacco. I missini, con ripetute richieste alla presidenza, hanno cercato di avere notizie sull'accoglimento dei loro subemendamenti. Si è creata un po' di confusione e i missini ne hanno approfittato. Franchi — Noi vediamo con commozione il povero Libertini che continua la sua guerra privata contro il de- creto, mentre il suo gruppo ha ceduto. Noi invece continueremo fino in fondo il nostro ostruzionismo. Libertini — Siete dei prò vocatori, come sempre. Io non accetto elogi dai fascisti. Franchi — Si dice nel "transatlantico" che il governo, con l'aiuto del pei, sta preparando un decretone-ter per coprire la spesa necessaria per far tacere il psiup. Avolio e altri del psiup — Taci, buffone. Libertini — State zitti, provocatori, voi siete pagati dagli industriali. C'è stato il rischio di uno scontro, ma tutto si è confuso in un secondo incidente provocato dal missino Santagati che voleva parlare come relatore di minoranza. Luzzatto (presidente di turno) — Lei non può parlare. Santagati — Ne ho il diritto. Luzzatto — No, non ce l'ha, perché i relatori parlano alla fine. Santagati (gridando) — Insisto. Luzzatto — La richiamo all'ordine. Più tardi si spargeva la voce che i missini avrebbero proposto in aula la discussione immediata delle interrogazioni sugli scontri avvenuti in via Quattro Fontane, dove una squadra fascista aveva assalito con spranghe di ferro una fila di divorzisti che portavano cartelli in forma di sandwich. L'iniziativa non c'è più stata, ma la voce ha accreditato l'impressione che i missini, isolati di fronte a tutta la Camera, cerchino di provocare lo scontro e di arroventare l'atmosfera. E' corso il sospetto che tra i missini e l'ala clericale della de si fossero stabiliti collegamenti per sabotare decretone e divorzio. Andreotti ha sentito subito questo pericolo e già stamane ha dichiarato: « Si mantiene l'accordo procedurale, che spero non venga disatteso da alcuno, considerati i seri problemi che sono dinanzi al Parlamento e che impegnano la responsabilità di tutti ». Nel pomeriggio si è saputo di un incontro, avvenuto la scorsa notte a Montecitorio, tra Colombo, Forlani ed Andreotti. E quasi nello stesso tempo è stato diffuso un discorso di Forlani come risposta alle minacce dei clericali. « Il Presidente del Consiglio ha responsabilmente avvertito la Fausto De Luca (Continua a pagina 2 in nona colonna)

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