La casa e il tempo

La casa e il tempo Saper spendere bene La casa e il tempo Spesso le «nostre» quattro pareti sono fonte di problemi: un tetto che sgocciola, una volta dove traspaiono i travetti, l'aria di mare che scrosta le vernici - L'architetto risponde - In cucina: aleatoria, secondo l'esperta, la riuscita dei « marrons glacés » La casa: una speranza e un grande amore. Nel sogno ciascuno se la immagina eternamente bella, confortevole, solida. In pratica, quando i sogni si traducono in mattoni e cemento, la casa diventa fonte di problemi talvolta tutt'altro che semplici. Il nostro architetto ing. Gabriele Manfredi è al lavoro per aiutare i lettori in difficoltà, sciogliere i loro dubbi, consigliarli. Cominciamo dal sig. G. Benedetto che possiede un tranquillo rifugio del Monregalese, « una di quelle vecchie case, costruite più di cent'anni fa, con i muri spessi un metro ii. Scrive: « Da maggio a ottobre abitiamo là. Ad ogni primavera ho la sgradita sorpresa di trovare macchie nei soffitti: a volte la colpa è di una tegola rotta o spostata dalla neve; più spesso il tetto è perfettamente a punto, ma le macchie ci sono egualmente. Mi è stato spiegato che si tratta delle conseguenze dt un fenomeno conosciuto nella zona come "stragiass": nelle giornate miti il sole rende acquosa la neve ferma sul tetto; il freddo improvviso della notte la congela. Quando la temperatura si rialza il giorno successivo, il ghiaccio sgocciola da ogni tegola all'interno del letto. Nessuno finora ha saputo indicarmi un rimedio a questo inconveniente. Potreste farlo voi?». ■k-k II rimedio c'è, ring. Manfredi glielo indica brevemente cosi: « La soluzione che offre maggiori garanzie consiste nel sottoporre al manto di tegole un manto impermeabile per la raccolta e il convogliamento del lamentato stillicidio. Nelle nuove costruzioni si ricorre abitualmente ad un solaio continuo (con la stessa pendenza delle falde del tetto) modestamente impermeabilizzato su cui vengono appoggiati l'orditura minuta e le tegole. « Nelle vecchie costruzioni occorre verificare se l'orditura del tetto lo consente e in tal caso applicare, alla parte inferiore dei listelli in legno, lastre piane di cemento amianto, curando in particolare l'accostamento ai puntoni del tetto. ii A queste lastre, con piccola sovrapposizione di 5-10 centimetri, verrebbe affidato il compito di raccogliere il piccolo stillicidio anche senza convogliarlo fino fuori del muro perimetrale, cioè senza che occorra giungere alla gronda. Nel caso che l'orditura impedisca la soluzione prospettata, rimane sempre possibile l'impermeabilizzazione del solaio con il tradizionale cartone catramato e asfalto o paste impermeabili sintetiche ». Quando sul soffitto compaiono righe scure Tutti hanno « grossi problemi », anche la signora Anna Berrà. Desidera « due righe sulla rubrica » e dice che non saranno utili soltanto a lei, ma a molti altri che lamentano « l'antiestetico guaio dei travetti che si vedono sul soffitto ». Sentiamo questo mistero: « Dopo aver tinteggiato le pareti, tutto è chiaro, bello e pulito. Ma basta un inverno per far comparire le antiestetiche "righe" scure sulla volta. Chi mi dice che non c'è nulla da fare, chi mi consiglia di dare alcune mani di cementite, altri ancora di tappezzare. E' l'Inconveniente di abitare all'ultimo piano e come me molti preferirebbero, se fosse possibile, cambiare alloggio. Chi è così competente da dire l'ultima parola? ». •k-k II nostro architetto, naturalmente. « E' facile, in sede di costruzione del solaio, evitare l'inconveniente delle macchie sul soffitto dell'ultimo piano. E' invece impossibile rimediare, a cose fatte, senza rivestire il soffitto stesso. Una soluzione intermedia economicamente accettabile consiste nell'impiego di una tappezzeria di tessuto plastificato con supporto pesante e la grana piuttosto marcata ». La signora Berrà ne sarà soddisfatta e la sua stanza acquisterà un aspetto del tutto nuovo e moderno. Molti cullano per tutta la vita il desiderio di una villetta In campagna. Dopo una lunghissima attesa e comprensibili sacrifici. Maria e Angelo Arata di Genova sono riusciti a realizzarlo. « abbiamo acquistato una costruzione fatta sette anni fa — scrivono — e un po' trascurata negli ultimi tempi. Porte e finestre sono molto screpolate e ci è stato detto che pur essendo il legno ancora in buono stato non è più possibile dare l'apposita vernice trasparente e che è meglio ricorrere ad un comune smalto. L'usura è dovuta al vento proveniente dal mare, che corrode tutti i serramenti. Se fossimo costretti ad usare smalto, quale colore sarà ti più consigliabile? Marrone come le altre parti di legno o decisamente diverso? ». ■k-k L'ing. Manfredi non si arrende facilmente: 11 Prima di rinunciare alla soluzione originale con legno a vista, suggerirei ai signori Arata di tentare con una buona vernice del tipo navale, la stessa che viene usata per i motoscafi in legno, naturalmente con una buona preparazione e con l'asportazione di quella esistente e dello strato di legno già impregnato. ii Nel caso di ripiego sullo smalto coprente sconsiglio le tinte ad imitazione del legno. Meglio colori vivi, adatti all'architettura della costruzione ». Tarme voraci insidiano i miei tappeti pelliccia Ih ogni casa si svolgono lotte all'ultimo sangue. Quella che ha intrapreso la signora Floriana R. di Biella è tutta speciale e richiede l'aiuto di esperti: è contro 1 divoratori di tappeti. «Posseggo due tappeti confezionati con pezzi di pelliccia, di Alpaca, Vicugna e Lama. Li ho appesi come arazzi alle pareti e mi piacciono molto. Provengono dui Perù, entrambi rappresentano un lama su una rupe. 1 loro e miei nemici sono i piccoli animaletti che li rodono: le tarme. Li ho uilidati a una tintoria e mi è aiuto assicurato che hanno subito un trattamento opportuno e definitivo. Eppure ora le tarme sono tornate alta carica. Il pelo si sta staccando In più parti. Che devo fare? ». ■k-k II consiglio dell'esperta è di affidare 1 tappeti a ditte specializzate nella pulitura delle pelli, (i Anche le tintorìe devono rivolgersi a queste ditte per operazioni del genere; se non lo fanno, è difficile che il risultato, sta soddisfacente. In ogni, caso la pulizia elimina le tarme già esistenti, ma non esclude pericoli futuri. Con il tempo l'effetto della pulitura si perde e gli animaletti tornano al lavoro. Per evitare il disastro completo, si de ve ripetere la pulitura ogni anno ». Un tecnico del settore ha aggiunto: « Probabilmente siamo in ritardo. I tappeti sono stati già troppo intaccati per un intervento efficace. Inoltre In un ambiente caldo, dopo quattro o cinque mesi, le tarme si possono riformare. E' una realtà a cui ci si deve purtroppo arrendere ». La nostra lettrice non ha che una via: tentare di nuovo con un altro trattamento antitarmico fatto a regola d'arte da ima ditta specializzata. E se risultasse inutile, dovrà studiare un'altra soluzione per arricchire le sue pareti: magari uno specchio, o un bel quadro. L'ing. Mario Spinabelli di Treviso rivolge « agli informati e documentali esperti della Interessante rubrìca " Saper spendere bene " una domanda alla quale non riesco a trovare sicura ed attendibile risposta ». La domanda è questa: « La testina di vitello, che viene servita net " restaurants " lessata, nel tipico piatto dei lessi misti, uno dei piatti tipici delle cucine piemontesi e lombarde, come deve essere classificata rispetto al suo | contenuto in grassi? E' tollerata o sconsigliablle in una dieta po- \ vera di grassi? Inoltre, qual è il suo valore nutritivo? ». ** Abbiamo sottoposto la serie dei quesiti alla prof. Luciana Morisio Guidetti, dell'Istituto di fisiologia umana dell'Università di Torino che ha compiuto, a tempo di primato, e con la consueta diligenza, l'indaginosa ricerca dei dati. E' grassa oppure no la testina di vitello? « Per avere una documentazione attendibile sulla composizione della testina di vitello, e del suo valore calorico, si deve far ricorso a pubblicazioni molto specializzate, riportanti informazioni tecniche dettagliate e neanche molto recenti, perché nelle normali tabelle dietetiche questa voce non è considerata. D'altra parte, il tipico piatto del lessi misti, un tempo pezzo forte della cucina piemontese, è raramente elencato, oggi, nella lista presentata dalla maggior parte dei ristoranti. ii La composizione della testina di vitello (pur variando leggermente da razza a razza) è la seguente, per 100 parti di sostanza edibile: acqua 63,50"n; grassi 10,75"»; sostanze azotate 25,020.c.; ceneri 0,75"ó; calorie 202. « L'alto contenuto in sostanza azotata non è rappresentato da soli protidi ma comprende: purine, acido urico, glicoproteine ecc.. La percentuale di grassi è assai elevata, tuttavia una di- que essert una divertente avventura. Ricetta tradizionale per due chili di castagne. Dosi: zucchero grammi 700, glucosio grammi 100, acqua grammi 300, vaniglia a piacere. « Le castagne vanno prtvate a freddo della prima buccia, evitando di intaccare con il coltello la seconda, aderente al frutto. Disporre i marroni a strali in un recipiente di rame pieno d'acqua, interponendo fra ogni strato un pezzo di tela. Tutti l Ir'ittì dovranno essere ricoperti dall'acqua. L'ebollizione deve essere lenta; tempo minimo di cottura: un'ora. « Prima di togliere la seconda pelle bisogna cambiare l'acqua, che si è annerita per l'acido tannico, e sostituirla con altra, ma bollente. Tolta la seconda pelle, le castagne vanno sistemate in terrine basse. A parte si prepari uno sciroppo con lo zucchero, il glucosio, l'acqua e la vaniglia e lo si fàccia scaldare con particolari accorgimenti fino a raggiungere 20 gradi e non di più. Con questo preparato si devono ricoprire interamente le castagne. ere 20 gradi e non di più. Con uesto preparato si devono ricorire interamente le castagne. li Il fruttojdeve rimanerejottoiroppo almeno 72 ore E qui stinzione deve essere fatta fra le diverse parti, perché non tutta la massa ha la stessa composizione, essendo essa costituita da muscolo, ghiandole salivari, tessuto gelatinoso. ii Questo tessuto è rappresentato soprattutto dalla parte di rivestimento, cioè lo spesso strato cutaneo assai più povero di grasso e quindi consentito a chi debba osservare una dieta polipidica (povera di grassi). E' questa anche la parte che si mastica più facilmente, dopo cottura prolungata. « Per l'elevato contenuto in ceneri (cioè elementi minerali), la testina è concessa solo di tanto in tanto a chi soffra di litiasi renale, sia ossalica, sia fosfatica. Le analisi escludono invece la presenza di vitamine ». E' un'incerta avventura preparare marrons glacés Agata Rosselli di Albenga, « donna e moglie, quindi ovviamente interessata a tutto clò'che riguarda la casa, ricette In prima linea ». ci elogia per aver raccolto in un volume ii Saper spendere bene l'J6!) » ed esprime un suo ambizioso progetto: preparare in casa i marrons glacés. ** Grazie signora Rosselli e ascolti i consigli di un'esperta del settore, la signora Rosa Stroppiana, da 40 anni titolare di una azienda di pasticceria. Non sappiamo, però, se potrà metterli in pratica La confezione dei marrons glacés è molto lunga e richiede particolari attrezzature, di cui difficilmente può disporre una casalinga. Prepararli può comunIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIM essere tenuto costantemente atemperatura di 20 gradi mediaun'apposita stufetta-armadio una piccola « stanza calda » 37-40 gradi). Ogni sei ore bisogaggiungere nuovo sciroppo, modo che le castagne ne siasempre ricoperte. Quando il vello dello sciroppo non scenpiù. il marron è glacé ». Simonett jj sciroppo, almeno 72 ore. E qui è il diffìcile: lo sciroppo deve essere tenuto costantemente alla temperatura di 20 gradi mediante un'apposita stufetta-armadio o una piccola « stanza calda » (a 37-40 gradi). Ogni sei ore bisogna aggiungere nuovo sciroppo, in modo che le castagne ne siano sempre ricoperte. Quando il livello dello sciroppo non scende più. il marron è glacé ». Simonetta temperatura di ieri massima + 6,4 minima —0,3 II Bollettino meteorologico segnala inoltre: temperat. media -1-2,9; press. 747,4; umidità 660.b. Cielo poco nuvoloso. Previsioni: sereno; visibilità buona, salvo riduzioni nella notte e al mattino per nebbia; gelate notturne; calma di vento; temp: stazionaria. Temperatura a Caselle: mass. -1-12,2; min. —3; med. +1.2. Sole: sorge 7,41; tram. 16,52. Temperatura dell'anno scorso: massima -t-6,4; minima 4-3,2

Luoghi citati: Biella, Genova, Perù, Torino, Treviso